Post n°2 pubblicato il 28 Aprile 2008 da DOLORESv1
Il segreto degli idioti (sapienti) Grazie alla sua portentosa memoria, Raymond - il protagonista del film Rain Man - fa vincere al tavolo verde il fratello Charlie. L'uomo, autistico, era dotato infatti di impressionanti abilità mnemoniche: era quello che la medicina del secolo scorso (quando si è cominciato a parlare di autismo) definiva "autistic savant", evoluzione del più popolare "idiot savant" (idiota sapiente). Una ricerca condotta da Albert Y. Hung, neurologo al Massachusetts General Hospital di Boston, ha svelato che cosa si nasconde dietro a questo fenomeno: è la mancanza di una speciale proteina, la Shank1, responsabile dei legami tra i neuroni, a condurre gli autistici a questo funzionamento alterato delle abilità cognitive. Il lavoro di Hang ha dimostrato che topi a cui i ricercatori avevano soppresso la proteina erano in grado di imparare con notevole facilità particolari compiti che richiedevano l'utilizzo della memoria spaziale. Esaminati a distanza di tempo, però, gli stessi roditori sembravano aver dimenticato tutto molto rapidamente. «Questi effetti opposti», spiega Hung, «ricordano proprio quello che succede agli autistici "sapienti", che hanno alcune aree cognitive disabilitate e altre iperattive.» |
Post n°1 pubblicato il 28 Aprile 2008 da DOLORESv1
A quale età impariamo a riconoscerci allo specchio? Già tra i 18 e i 24 mesi di vita i bambini si riconoscono allo specchio. Per dimostrarlo viene generalmente impiegato il test della macchia rossa: si disegna un pallino colorato sulla fronte del bambino e lo si mette davanti a uno specchio. Se il piccolo si tocca la fronte alla ricerca del segno colorato significa che si riconosce: questo è uno stadio fondamentale dello sviluppo psichico. Secondo gli psicologi il riconoscimento di sé nell'immagine riflessa richiede abilità specifiche che non hanno nulla a che vedere con la capacità di riconoscersi in filmati o fotografie. Sottoponendo al test un gran numero di bambini di due anni, ricercatori dell'Università del Queensland (Usa) hanno infatti rilevato che il 90% dei soggetti si riconosce senza problemi quando è davanti a uno specchio, mentre solo il 35% mostra la stessa consapevolezza osservando se stesso in un filmato. |
Inviato da: gginopino
il 07/04/2012 alle 01:12