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Post N° 236

Post n°236 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da commVampiri

Paganitas

 

Le radici metafisiche di una festa di popolo

Carnevale, lo scherzo, il gioco, la festa , la capacità di ridere che Zarathustra augurava agli Uomini Superiori. La trasgressione codificata necessaria al mantenimento dell0ordine universale, l’attimo fuggente di Chaos a garanzia del Kosmos supremo.Questo è altro il carnevale in tempi diversi e lontani dal nostro. Oggi si annega in una piattezza uniforme, penosamente conformistica e fintamente trasgressiva, di che, se non esiste più una norma ? in una società grigia ,uniforme a cui basta bere una certa marca di non so cosa per trasformare la vita in quotidiana meraviglia. Eppure nessuno rammenta più il senso profondo di ciò che è stato il Carnevale.

Il culto e òa mitologia sono stati una costante nei popoli europei, almeno dall’epoca megalitica. Stonehenge è un anticipo degli Dei e dei riti celesti che perdurano nel loro aspetto formale fino ai giorni nostri. Poco dopo compaiono le prime ruote solari e i simboli della stessa famiglia.

Il Soler e con lui la  il cielo sono state le divinità per eccellenza degli Indoeuropei,ma la sopravvivenza di questo culto passa in secondo piano nell’epoca dei greci, conservandosi a livello di religiosità popolare più come religione ufficiale.

Insieme al sole c’è un  altro dio che pure è una costante in questo tipo di popoli, il fuoco(Agni o Agnis). Non stupisce che alcune volte i rituali delle divinità siano paralleli e intervengano insieme nelle stesse celebrazioni .

Gli antichi Greci credevano che il sole corresse con la sua quadriga per il cielo.

I Rodii che avevano Elio come la loro principale divinità, gli sacrificavano ogni anno un carro e quattro cavalli che sprofondavano nel mare affinché il sole li usasse come rinforzo. Il folclore popolare  europeo conserva elementi del mondo celtico e  germanico, più che del mondo romano.

Nei mesi di ottobre- novembre il cosmo assiste alla propria degenerazione.

Sono le notti dei morti assunte dal Cristianesimo come le feste dei santi, dopo questo periodo oscuro il mondo ritorna alla sua pienezza, fatto che si celebra con falò e mascherate.

L’albero di Natale, il ramoscello pasquale e il vischio sono sopravvivenze di questa mitologia.

In alcuni villaggi tedeschi sussiste l’usanza di togliere dal fuoco il ramoscello pasquale quando è leggermente bruciato e tenerlo da conto  per poi rimetterlo nel fuoco in caso di tormente o altri disastri durante l’anno. Altra usanza molto radicata è bruciare questi ramoscelli di rovere su diun fuoco acceso con altri analoghi rami precedentemente incisi con rune( scritturaq degli antichi popoli nordici ) e raccogliere i resti di cenere e legno come elementi magico –curativi.

Uno di questi pezzi è quello che servirà l’anno seguente per dare inizio al falò del Solstizio.

In Francia, queste ceneri si applicano sui gonfiori, e i pezzetti di legno si mettono sotto il cuscino o sotto il letto per scacciare le disgrazie.

Presso i popoli slavi, ancora oggi, il ramoscello di Pasqua è solitamente un grande pezo di rovere, olivo o faggio e si afferma che in quel ‘anno si avranno tanti vitelle, pecore e altri animali, quante scintille il ramoscello abbia lanciato nell’ardere.

Il rovere ardente4 e il vischio ( parassita del rovere) sono associati al mito di Baldr.Questo dio di straordinaria bellezza ottenne l’invulnerabilità per mezzo della supplica di Frigg davanti agli elementi della natura.

Pietre ,piante , metalli ecc. giurarono davanti alla dea  di non danneggiare Baldr.

Dopo che il giuramento fu prestato, gli Asi si divertivano a lanciare frecce pietre a Baldr che si rallegrava del fatto che non gli accadesse nulla.

Il malvagio Loki riuscì a scoprire una pianta troppo giovane per giurare, il vischio.

Loki è invitato al gioco di lanciare  oggetti contro il diio invulnerabile e con un ramo di vischio riesce ad uccidere Bldr, che è  incenerito poi in una bara.

L’’albero di natale ha la sua origine nello Yggdrasill o albero origine dell’universo dei germani e nel suo parallelo il rovere centrale per i celti, situato nel paese dei Carni .

Durante il medio evo il culto dell’albero centrale resistette in tutto l’Occidente, roveri e querce sulle porte delle chiese, alberi millenari che la gente venerava, alberi di natale, alberi di maggio, alberini san Giovanni.

LA Chiesa fu molto occupata ad abbattere e a proibire queste manifestazioni, nel corso dei secoli riuscì ad eliminare la tradizione  specifica ed a soppiantarla col ricorso alla trascendenza sopranaturale.

Siccome il calendario romano cominciava  in marzo,troviamo rituali di Solstizio in due date diverse.

Successivamente i rituali di rinnovamento del mese di marzo furono assimilati ad altre feste,  rimanendo quelle di dicembre specificatamente solari. I saturnalia iniziavano il 17 di dicembre e  abbracciavano anche altri giorni..

Un fatto notevole in queste feste di origine mitica è l’elezione di u8nre  per un giorno tra i giovani.

 Bisognava soddisfarlo in tutti i suoi capricci e alla fine in alcuni luoghi, lo si sacrificava op egli stesso si suicidava.

Saturno il Dio del tempo, paragonato a volte a Uroboros o serpente che si morde la coda.

Il senso di rinnovamento  è evidente tanto nella stessa festa saturnale  come nel che il “ re per un giorno “ fosse giovane e lo si sacrificasse alla fine delle feste.

Proprio perché l’anno nuovo ripete l’atto cosmogonico, i dodici giorni che separano natale dall’epifania restano ancora attualmente considerati come una prefigurazione dei dodici mesi dell’ano.

I contadini di tutta Europa basandosi su questo fatto, determinano il tempo di ogni mese e la sua razione di pioggia per mezzo di segni meteorologici di questi dodici giorni i dodici giorni intermedi prefigurano i dodici mesi dell’anno , durante le dodici notti corrispondenti i morti vengono in processione a visitare la loro famiglia  a questo punto i fuochi vengono spenti e riaccesi è il periodo delle iniziazioni, di cui precisamente l’estinzione  e la rianimazione del fuoco costituiscono uno degli elementi essenziali , la lotta rituale tra due gruppi .

Gli ultimi giorni dell’anno  vecchio rappresentano il caos universale e i primi del nuovo la nascita della pienezza.

Presso i popoli indoeuropei le catastrofi cicliche non sono definitive , dopo  le notti di oscurità torna il sole in tutto il Suo splendore.

In questa mitologia il tempo e la storia non hanno un senso lineare bensì circolare e  accompagnano il tempo, gli elementi tornano realmente a rinnovarsi e l’uomo con essi………………

 

CommVampiri…………….

 
 
 
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