UOMINI SENZ'ANIME

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Napoli - Nel corso di un’operazione congiunta tra gli agenti delle squadre mobili delle Questure di Avellino e Napoli è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 50 presunti appartenenti al clan Cava, attivo nel Vallo di Lauro (Avellino) e in altre zone al confine tra le province di Napoli e Avellino. Gli arresti riguardano i reati di omicidi, estorsioni, rapine, porto e detenzione di armi, detenzione, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti. L’operazione vede coinvolti la Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione della Squadra Mobile della Questura di Avellino e del Commissariato di Nola. L'indagine Tra i destinatari del provvedimento anche lo storico capo clan, Biagio Cava. Questa cosca da oltre trent’anni è protagonista di una sanguinosa faida con l’altro clan del Vallo di Lauro, quello di Graziano. In carcere sono finiti anche i due reggenti del clan Cava, Bernardo fratello di Antonio e Salvatore fratello di Biagio, i due capi clan già detenuti da tempo in carcere. Iniziata nel 2003, l’attività di indagine ha comportato l’esecuzione di oltre trecento operazioni di intercettazione telefoniche ed ambientali, in auto ed abitazioni e di videosorveglianza, attraverso la quale gli investigatori ritengono di aver individuato beni riconducibili alle illecite attività del sodalizio, per i quali l’autorità giudiziaria ha emesso due distinti provvedimenti consistenti in un decreto di sequestro preventivo ed in un sequestro preventivo d’urgenza. I sequestri Sequestrati beni immobili e società commerciali nelle province di Napoli, Avellino, Frosinone, Latina, l’Aquila, Piacenza e Parma, per un valore stimato complessivo - si legge nel comunicato della Polizia di Stato - di circa 160 milioni di euro. Gli investigatori spiegano che le accuse riguardano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di stampo camorristico facente capo alla famiglia Cava di Quindici, di omicidio, estorsione, rapina, incendio, porto e detenzione di armi, detenzione, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti. Il questore: "Nessuna tregua" "Da domani ci rimetteremo a lavoro per capire quali scenari si apriranno dopo gli arresti che abbiamo eseguito stamattina e quelli che già c’erano stati. Penetreremo nei gangli del clan Cava per non dargli tregua e sterminarlo definitivamente". Il Questore di Avellino Antonio De Jesu ha spiegato che, nelle scorse settimane, i carabinieri avevano già assestato un duro colpo all’altro clan avellinese, quello dei Graziano: "Oggi è toccato alla Polizia di Stato. Sinergicamente non daremo tregua alla camorra fino a quando lo Stato non avrà vinto". Il numero uno dei poliziotti irpini ha poi tenuto a sottolineare l’importanza dei "beni sequestrati al clan Cava per decine di milioni di euro", un sequestro "fondamentale perché togliere il potere economico alla camorra equivale a togliergli l’ossigeno".