VITA MEDIANICA

La paura d'amare


I singoli sono sempre più numerosi e le coppie sempre più traballanti. Dove nasce la paura di dare e ricevere amore? Secondo lo psichiatra americano John Welwood, le radici di questo malessere diffuso vanno ricercate nei primi anni della nostra vita.Se ci guardiamo intorno, tra le file dei nostri amici e parenti, ma probabilmente anche dentro noi stessi, ci accorgiamo di come oggi sia diventato molto difficile vivere i legami d'amore. C'è sempre più gente che sceglie di vivere sola (una recente indagine dell'Eurispes parla del 20% della popolazione italiana) e anche quando si sceglie la coppia, questa è sempre più spesso poco duratura e traballante. Perché? Ovviamente, le risposte sono tante, ma certamente una parte della verità è da ricercare nella paura di dare e ricevere amore. Secondo lo psichiatra americano John Welwood, questa paura deriva da come si sono vissuti le prime esperienze d'amore. Sono state le figure genitoriali, o chi per loro, a tracciare le modalità con cui poi da adulti rispondiamo all'amore. E la cosa straordinaria è che questo meccanismo sembra essere valido non solo nei casi in cui si sono sofferti traumi, violenze o grossi shock affettivi, ma anche in quelle situazioni di apparente "normalità affettiva". Nascondere i sentimenti Per esempio, un bambino che si accorge che la sua ansia o il suo dolore, incutono troppa ansia o agitazione ai genitori, può essere portato a nascondere i suoi sentimenti, e a negare tutto un vissuto emotivo e affettivo che poi, nell'età adulta diventerà la caratteristica che gli impedirà di avere delle relazioni affettive soddisfacenti. In realtà, il rapporto genitori-figli è così complesso e ambivalente che difficilmente non si creano "complicazioni emotive". E questo è ancora più vero nella famiglia nucleare di oggi, dove le uniche figure di riferimento affettivo per il bambino sono spesso solo i suoi due (nei casi più fortunati) genitori. D'altra parte, il genitore che non ha sperimentato a sua volta un legame d'amore "sano", avrà molta difficoltà ad offrire accettazione e sicurezza al proprio figlio. E così la ferita si ripete, di generazione in generazione. Tutto questo vuol dire che non c'è soluzione alla paura d'amore? No, non è una condanna senza appello. Contro la paura di dare e ricever amore, si può agire a molti livelli. Innanzitutto con la consapevolezza. E' molto importante diventare pienamente consapevoli dei nostri vissuti emotivi, rendersi conto di quando abbiamo paura di una relazione intima, sia essa un rapporto di coppia o semplicemente un legame profondo d'amicizia o di lavoro e affrontarla a viso aperto. Riconoscere questa paura è fondamentale, ma non è facile, perché la paura usa molti travestimenti: chiusura, disinteresse, stanchezza, volubilità, ecc. Se cominciamo a guardare in faccia la paura e a chiamarla con il proprio nome, allora è possibile imparare a conviverci e infine trasformarla. In molti casi può essere importante rivolgersi ad un aiuto esterno, credo sia abbastanza difficile farcela da soli. La nostra mente è troppo abituata a raccontarsi balle, a trovare giustificazioni. Altre volte può essere utile anche un lavoro sulla fiducia, che può essere fatto anche in un contesto di pratica meditativa o di lavoro di consapevolezza sul corpo. La meditazione ci permette di disidentificarci con la paura, di osservarla da un punto di vista diverso e quindi di agire. Siamo abituati a considerare le relazioni intime, come il rapporto con qualcuno di esterno a noi; ma in realtà, la prima relazione intima da costruire è quella con noi stessi. Siamo in grado di incontrare, di dialogare, di amare noi stessi? E' proprio in questo che può aiutarci la pratica meditativa: se impariamo i segreti dello stare bene con noi stessi, sarà poi più facile creare un legame intimo soddisfacente con il nostro partner.
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