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Post n°73 pubblicato il 26 Luglio 2013 da daleggere
Mi piace guardare i tuffi dai tempi di Dibiasi quando, in bianco e nero, erano quasi le uniche medaglie* che si aggiudicavano gli atleti italiani alle Olimpiadi. Mi sorprendo a guardare la grazia l’eleganza e la forza degli atleti, doti che, in un ipotetico bilancino, si scostano di poco sia che siano donne o uomini a tuffarsi. Non mi sono mai tuffato da più di cinque metri e già, da lassù, fa paura. Non mi sono mai avvicinato, per guardare giù, dal trampolino dei dieci metri; da quello dei tre metri qualche tuffo l’ho fatto e so quanto sia difficile fare quello che fanno i professionisti. Eseguire una “capriola” in aria e sapere dov’è l’acqua, se sotto o sopra, è tutt’altro che semplice tanto che le prime volte cadi nel modo più sgraziato e doloroso possibile. Mi immagino solamente la velocità che devi raggiungere per farne più d’una e poi magari aggiungere qualche altra rotazione, devi ricordarti dove guardare per i punti di riferimento, eseguire nella mente mille volte le giuste sequenze. Non so valutare la corretta esecuzione di un tuffo, so le cose banali, gli spruzzi la non perfetta entrata in acqua e mi lascio influenzare dai commentatori facendo solo piccole annotazioni personali in genere non suffragate dai punteggi. Oggi voglio dire della Cagnotto e delle sue ultime medaglie, Tania Cagnotto mi è apparsa sicura in tutte le sequenze dei tuffi addirittura rilassata sciolta e concentrata, non ha preso l’oro ma bisogna apprezzare in questi sport difficili altre cose. Franco Negro 25 luglio 2013
*Olimpiade del Messico 1968 Dibiasi vince la medaglia d’oro nei tuffi piattaforma 10 metri e argento trampolino tre metri; vincono l’oro il ciclista Vianelli e il canottaggio due con |
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