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« Il problema di partire è...Religione e spiritualità... »

Il business dei marabout

Post n°271 pubblicato il 22 Maggio 2012 da djchi
 

Dakar, giovedì 26 marzo 2009

 

Oggi stavo riflettendo sul ruolo giocato dai marabutti, dopo aver allontanato l'ennesimo "mendiant", uno dei tanti bambinetti che si possono vedere e incontrare a Dakar e periferia.

Girano per le strade soli o in gruppetti di cinque, sei, di solito scalzi, con l'oramai tristemente conosciuto barattolo di latta al braccio, chiedendo la carità per il marabutto di riferimento. L'età di questi bambini è variabile, facendo una stima approssimativa direi dai quattro ai dieci, undici anni. Una situazione mi è rimasta impressa: ero in autobus, tornavo dall'università, ad una delle tantissime fermate causate dall'insopportabile traffico della capitale, all'altezza della porta d'uscita all'improvviso è spuntato lui, cinque anni al massimo, scalzo, la maglietta stracciata. Al braccio il solito, tipico barattolo. Come un cantante professionista si è schiarito la voce e diritto davanti quella porta ha iniziato ad intonare una bellissima preghiera.

La sua voce chiara e limpida incantava e io mi sono ritrovata per un attimo trasportata lontano da pensieri, stress e fatica; ma il rumore delle monetine al contatto con la latta del barattolo mi ha fatto ritornare in un istante con i piedi per terra. Bravissimo cantante, ma pur sempre un bambino privato della sua infanzia per soddisfare i bisogni di un marabutto.

Certo, direte voi, giudizio forse superficiale fatto con lo sguardo occidentale, eppure non c'è pratica culturale o religiosa che possa giustificare lo sfruttamento di minori.

Gli anziani del quartiere mi dicono che questi bambini non sono sfruttati, anzi, sembra quasi che il marabutto sia così clemente e magnanimo da farsene carico. La dinamica è questa: spesso le famiglie meno abbienti (ma non solo, visto la convinzione tipica senegalese secondo cui, per crescere un uomo forte, devi imparare a gestire autorità e calci nel sedere), trovandosi nell'impossibilità di mantenere numerosi figli, decidono di "affidarli'" al marabutto del quartiere.

Quest'ultimo, con la promessa di dare loro cibo e istruzione, li prenderebbe sotto il proprio tetto e la propria autorità. Effettivamente, se la cosa corrispondesse al vero, potrebbe anche essere lodevole, cibo e istruzione gratuita a bambini che, altrimenti, non avrebbero mai potuto permetterselo, cosa chiedere di più?

Purtroppo tra ciò che la gente pensa sia vero e quello che in realtà di reale c'è, la differenza può essere enorme. L'immediatezza nella conoscenza è spesso fuorviante e questa è anche una delle regole fondanti della ricerca su campo.

Nella realtà dei fatti questi bambini ingrossano le fila dei già numerosi talibé (fedeli) di queste figure religiose, al vertice dell'intera società senegalese. Essi vengono sì presi a casa del marabutto, ma per essere poi spediti a mendicare giornate intere.

I marabutti si giustificano dicendo che questi soldi serviranno poi a mantenere i bambini stessi. Sarà, quello che resta sono ragazzini scalzi che percorrono strade sterrate chiedendo soldi, anche fino a notte inoltrata.

Mi sorge spontanea la domanda: stando in giro giornate intere, come potranno concretamente ricevere un'istruzione adeguata? Come potranno essere sfamati correttamente? E poi, l'insegnamento mnemonico del Corano può essere considerato istruzione sufficiente?

Osservando e studiando la società senegalese dal 2001 mi rendo conto che essa è un'enorme rete sociale, i cui vertici, i marabutti, non sono solo beneficiari di enormi ricchezze ma anche, spesso e volentieri, ne sono anche gli unici controllori.

La gente, ritrovandosi anche per colpa dell'attuale crisi economica, in una situazione di disagio e povertà crescente, trova in essi l'unico supporto, non solo spirituale ma anche, spesso, economico.

Loro, i leader religiosi, trovano terreno fertile per accrescere il loro potere e la loro autorità all'interno delle comunità. Tocco un argomento tabù; i marabutti sono intoccabili. In varie occasioni ho provato ad addentrarmi nelle dahire delle confraternite, ho discusso e dibattuto con numerosi di questi marabutti, sia qui che in Italia.

La mia posizione potrebbe anche avere ripercussioni gravi. Non sono rari agguati a persone che si sono apertamente schierate contro di loro. I seguaci più fedeli, chiamati baye fall, che girano per le strade cantando e inneggiando ai loro leader, sono a volte talmente indottrinati che arrivano anche ad aggredire persone che non la pensano come il loro marabutto di riferimento.

Di una settimana fa l'uccisione a calci e pugni di un ragazzo, ritenuto un talibé di un altro marabutto, a Thiès, cittadina ad un'ora di strada da Dakar. Gli aggressori? Alcuni baye fall appunto. Il mandante? Non lo si dice apertamente, ma ufficiosamente tutti sanno che è stato, con molta probabilità, il marabutto a cui questi baye fall erano devoti.

L'idea che mi sono fatta è che ci sia una sorta di omertà che, unita alla povertà, porta la gente ad affidarsi a questi leader più per disperazione che per reale convinzione o spirito religioso.

Da parte loro, i marabutti sono estremamente convincenti, tanto da poter annoverare tra i propri adepti anche numerosi occidentali convertiti all'Islam sufi.

Abili comunicatori, sanno cosa dire e come dirla, sanno perfettamente cosa la gente vuole e come ingraziarsela, al punto che alcuni sono disposti a tutto nel loro nome. Se ci aggiungiamo cibo gratuito, il gioco è fatto.

Matador, il presidente dell'associazione Africulturban, con cui collaboro dallo scorso anno e cantante rap molto conosciuto, mi ha lanciato la proposta: "Perché non fai un documentario sulla mafia messa in piedi dai marabutti? Solo che una volta girato e pubblicato dovresti lasciare il paese, altrimenti rischieresti in prima persona".

Matador ha ragione, in pochi hanno avuto il coraggio di mettere in luce il lato oscuro delle confraternite e dei mabutti. Molti studi si sono concentrati, a volte con un'attitudine troppo buonista o superficiale, solo sugli aspetti positivi, sullo spirito della condivisione, sulla valorizzazione del lavoro, sulle collette che hanno permesso la costruzione di edifici pubblici, che, seppur presenti sono appunto solo gli aspetti più superficiali e forse solo quelli più visibili.

Le fondamenta sono anche altro e devono far riflettere soprattutto se si pensa che sono loro i vertici di un'intera società. Nessun politico potrebbe avere voce e poltrona se non fosse in accordo con i marabutti più influenti; sarebbe impossibile avere anche solo i voti della gente, figuriamoci se un politico si azzardasse a fare insinuazioni come quelle fatte fino a qui (anche se in tanti la pensano esattamente come me).

L'eccessivo indottrinamento e il ricorso alla magia (un altro punto fondante della società senegalese) sono due dei più grossi ostacoli allo sviluppo del paese.

Attraverso i piccoli "mendiant'"questi due punti sono entrambi "visibili": sarà facile osservare, buttando l'occhio all'interno dei loro barattoli di latta, che non ci sono solo monete e monetine, ma anche un'infinità di altre cose, piume, frutta, sacchettini di lait caillé' (latte cagliato), panini, candele.....; queste non sono, come si potrebbe pensare, offerte fatte al marabutto, ma pegni contratti con gli altri marabutti (non leader religiosi ma una specie di maghi-guaritori).

Importante fare la distinzione, anche se non sono rari i casi di marabutti nel contempo leader religiosi e maghi-guaritori.

Quando una persona mette una candela nel barattolo di un mendiant, possiamo avere la quasi totale certezza che questa stessa persona sarà andata il giorno prima dal marabutto mago-guaritore per fare un "maraboutage'"(una magia), benevola o meno, per risolvere uno dei suoi tanti e presunti problemi.

A questo punto risulta evidente che il paese è ancora bloccato su questi due piani e finché la mentalità non comincerà a cambiare non sarà mai possibile nessun tipo di sviluppo a lungo termine.

La mia paura è una: a causa dell'attuale crisi economica la situazione non farà che peggiorare e la gente ripiegherà ancora di più sui marabutti, di entrambi i tipi e ciò sta già in realtà avvenendo. [....]

Religione e politica, un mix da sempre pericolosissimo e noi, da italiani, ne sappiamo qualcosa, vista la continua ingerenza della Chiesa nelle scelte politiche del nostro governo.

Ultima osservazione: Touba, la città santa del Senegal, è interamente gestita dalla famiglia marabuttica più influente del paese e, da notare, tutti i marabutti e famiglia annessa viaggiano con passaporti diplomatici.

Da anni i marabutti distribuiscono terreni edificabili a prezzi stracciati ai propri fedeli. Qui luce e acqua non si pagano, è lui stesso a provvedere (o almeno così credono le persone).

La gente arriva da ogni parte del paese, la città cresce a vista d'occhio, così come il potere del marabutto.

Dakar comincia pian piano a passare in secondo piano, tanto che ad oggi è Touba la città dove gli emigranti senegalesi partiti all'estero investono e costruiscono.

La gente è in venerazione totale, basti pensare a cosa possa voler dire per un paese in via di sviluppo un posto dove le case vengono praticamente regalate e le bollette non si devono pagare.

Le persone descrivono Touba come il luogo in cui: "mentre cammini la gente ti ferma per portarti da mangiare e offrirti un posto dove dormire". Il marabutto è quasi divinizzato e quando compare folle in delirio si accalcano per vederlo, parlargli, toccarlo.

Peccato che quelle stesse persone si dimentichino che i soldi di questi marabutti siano, in fin dei conti, i loro. Sì, perché i miliardi che questi "moderni imprenditori della religione" si sono fatti nel corso degli anni, altro non sono che le offerte fatte dai fedeli stessi.

I senegalesi si sono auto-convinti che quei terreni regalati e quelle bollette pagate siano regali magnanimamente offerti dai marabutti, quando in realtà sono loro stessi che se li sono pagati.

Sarà che io non riuscirò mai a capire realmente i meccanismi socio-culturali alla base della società senegalese perché non sono senegalese; sarà che io, per quanti sforzi faccia, avrò sempre lo sguardo viziato dalla mia cultura di appartenenza; sarà per tante altre mille ragioni ma queste osservazioni che ho avuto modo di vedere e annotare, a me, fanno riflettere e, per certi versi, preoccupano.

Fino a che punto crescerà il potere e l'influenza dei marabutti? Fino a quando quel bambino sarà costretto a cantare davanti alle porte d'uscita degli autobus? E quanti ancora verranno sottratti ai percorsi formativi pubblici per essere spediti a veri e propri indottrinamenti caserecci, a causa dell'attuale crisi economica?

Fino a quando questi marabutti si faranno portavoce di un Islam moderato e non invece di uno fondamentalista?

Quante domande ancora senza risposta e nella mia mente ritornano nitide le parole del mio professore di sociologia, al primo anno di università con la famosa citazione di Marx: " La religione? l'oppio dei poveri".

 

 

 

 

 

 

PS. Cheikh Bethio Thioune, uno dei marabout più popolari del Senegal é attualmente agli arresti domiciliari perché accusato di complicità nell'omicidio di due giovani talibe, assasinati meno di un mese fa a Dakar da altri talibe fedeli a Bethio. Una brutta storia di cronaca, iceberg di un mondo sotterraneo di cui ancora poco si parla. Cheikh Bethio aveva supportato il presidente uscente A. Wade nelle ultime elezioni presidenziali, incitanto i numerosi fedeli a votarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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