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Ngoné e Chiara Ndiaye Guewuel: tutto stà nel verbo scegliere


  A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione - e altri sceglieranno per lui. Paulo Coelho, Sono come il fiume che scorre, 2006   Tutto stà nel verbo scegliere. La migrazione non è mai semplice, né quando la si sceglie, né quando la si subisce. Ngoné Ndiaye Guewuel la conoscevo da tempo, veniva spesso in televisione e, ogni volta, era come se fosse di casa. Ero affascinata da questa donna, imponente e teatrale. Sì, Ngoné mi è sempre piaciuta proprio perché tanta. Morbida e con quella femminilità aggressiva portata all’estremo. Eppure in Senegal è considerata la regina del salagne salagne*, lei che nei suoi video e nelle sue comparsate ai concerti delle altre griot** regala bin bin grossi e colorati. I bin bin grossi sono per le drianke***, per le donne di un certo peso (fisico e sociale) che sanno come imporsi e imporre. Non è difficile quindi capire perché Ngoné sia anche la regina del lembeul la danza erotico sensuale che viene esibita nei sabar di quartiere, negli addii al nubilato solo per donne dove anche le anziane sfoderano una certa e importante cultura sessuale o nei concerti di griot donne in cui il plateau è di sole femmine, drianke per la precisione, che vestite di tutto punto, ingioiellate e dal trucco esasperato, si sfidano a chi ricopre con più biglietti la griot*** sul palco. Un mondo altro, paradossale, ricco, estremo che mischia tradizione, cultura e tecniche seduttive.Ho iniziato quasi per scherzo a dire che Ngoné era la mia artista preferita. E il gioco, lo scherzo si è trasformato in poco tempo in molto, molto di più. Da artista preferita, Ngoné è diventata la mia mentore, il mio punto di riferimento e Chiara della TFM si è presto trasformata in Chiara Ndiaye Gueweul. La aspettavo, in trasmissione, trepidante. E lei non si è fatta attendere, nonostante un lutto, è arrivata, a sorpresa, riempiendomi di regali. Agli occhi dei profani tutti ciò può far sorridere o sembrare astruso. Serve la chiave per tradurre codici culturali differenti dai nostri. Venire nonostante un lutto è stato un grande segno di rispetto nei miei confronti. I regali che mi ha portato, tutti identificativi del suo status di gueweul (griot, cantastorie) e regina del “salagne salagne”, anche. Mi sono commossa e non tanto per le sorprese ma per le parole dell’artista senegalese. “Sapere che per Chiara sono un’artista di riferimento è stato un onore. Un onore perché Chiara ha scelto il Senegal, avvicinandosi alla nostra cultura, cercando di capirla, di farla propria. E’ mio dovere allora starle vicino visto che la sua famiglia è lontana”, ha detto con la voce rotta dall'emozione, anche lei, come me. Già. Scegliere. Potevo scegliere altrove invece ho scelto il Senegal, la mia seconda casa. In quanti hanno mai pensato o provato lo stesso? L’essere onorati che uno straniero abbia scelto il nostro paese per vivere, condividere, imparare. Oggi l’essere migrante sembra aver assunto quasi un’accezione negativa, eppure, nella storia lo straniero era colui che andava accolto, rifocillato, era l’ospite di cui avere riguardo. Per molto tempo mi sono battuta contro ciò che non capivo, contro ciò che era lontano dai miei filtri culturali. Il giorno che ho imparato ad abbandonare le mie pretese e a fare un passo verso la cultura del paese che mi ha accolto, mi si è aperta una porta, un’enorme porta da cui è uscito amore, rispetto, familiarità, accettazione, protezione.In quel preciso giorno in cui Ngoné è venuta, ho capito che il Senegal mi aveva finalmente accolto non più come straniera, ma come senegalese e che i senegalesi tutti mi avevano affettuosamente adottato come la loro Chiara Ndiaye Guewuel. Tutto può accadere, nulla è impossibile. La pazienza dell’attesa regala sogni; un passo verso l’altro ti regala accoglienza; il rispetto reciproco genera apprendimento e amore. Lontano dalla famiglia, il dolore si è trasformato in sorpresa per un enorme abbraccio di tutto un paese e di tutta una diaspora, quella senegalese in Italia.E oggi sono parte di due paesi, di due culture, di un’enorme famiglia allargata che fa di me una persona estremamente ricca. * l'insieme delle techiche alla base dell'arte seduttiva senegalese. Ad ogni donna il suo salagne salagne, spesso composto di un insieme di bin bin (collane di perle colorate da portare in vita), thiouraye (incenso profumato da bruciare) e pagne traforati (parei di perline trasparenti)** Cantori e cantrici della storia, della cultura di un paese e/o della storia di una persona attraverso il racconto delle gesta della sua famiglia*** Donne in carne, socialmente ed economicamente realizzate