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Ngone Ndiaye Gueweul. Una storia di coraggio e di altruismo


 Un gruppo diventa un vero team quando tutti i membri che lo compongono sono abbastanza sicuri di sé e del contributo che possono dare da riuscire a lodare la preparazione degli altri partecipanti Anonimo Nella mia vasta esperienza di vita, negli incontri con parecchi grandi personaggi, non ho mai conosciuto nessuno, per quanto famoso e realizzato fosse, che non lavorasse meglio e non rendesse di più in un'atmosfera di approvazione piuttosto che di critica C. M. Schwab  Ngone Ndiaye Guewel è un'artista conosciuta e apprezzata. E' lei la regina del tanto pubblicizzato "salagne salagne", ovvero l'arte della seduzione senegalese, riassunta forse troppo frettolosamente in perle sensuali da indossare al bacino (i bin bin), incenso profumato (il thiouraye) e abiti più o meno provocanti da indossare per far piacere al proprio marito. Una cantante teatrale, sanguigna, dirompente e vera. Lontana dall'immaginario di bellezza occidentale, dimostra come qui, in Senegal, la bellezza non sia oggettivabile ma sia singolare, unica ed irripetibile. Ogni donna può trasformarsi in un sogno erotico, in un esempio di sensualità, di femminilità, basta sapersi valorizzare e saper diffondere quest'energia contagiosa. Essere stata nominata madrina da Ngone Ndiaye è stato per me un onore, non solo per il rispetto che nutro nei suoi confronti ma perché è stata una delle poche persone che ha davvero creduto in me, rischiando in prima persona. Nominare come madrina un'immigrata e pure bianca in una serata tipicamente senegalese è stato un rischio e, al tempo stesso, una sfida. Ngone Ndiaye avrebbe potuto nominare chiunque nel vasto panorama delle star e starlette locali. E chiunque sarebbe stato più conosciuto e popolare di me. Avrebbe avuto sicuramente molta più pubblicità se avesse nominato una senegalese conosciuta e avrebbe ricevuto sicuramente più soldi. Ma Ngone non l'ha fatto. Ngone Ndiaye ha dimostrato che supportare una persona in cui si crede vale molto più dei soldi; che quello che mi aveva detto in trasmissione una volta, ovvero che sarebbe stata li per me sempre e che era suo dovere farlo perché io qui non ho famiglia, era vero; che la vera teranga esiste; che sfidare i pregiudizi e le dicerie è possibile e che i sogni, soprattutto questi, non hanno confini. Ngone Ndiaye è e sarà per me un modello e non potrò mai dimenticare il suo gesto, così umano, protettivo e materno e quello che è stata ed è per me.                 I grandi spiriti hanno sempre incontrato violenta opposizione da parte delle menti mediocri, le quali non sanno capire l'uomo che non accetta i pregiudizi ereditati, ma con onestà e coraggio usa la sua intelligenzaA. Einstein