All'improvviso quegli occhi. E all'improvviso il gelo. 'Ti avevo chiesto di non farlo. Di non mandare quel messaggio', mi dice e si alza andando verso la camera. 'Prendo le mie cose. Non ha senso che io continui a stare qui'. Lo seguo e questa scena mi riporta indietro negli anni, nei ricordi. Eppure questo sabato dovevamo divertirci e ci erevamo divertiti. Lo guardo mentre raccoglie le sue magliette e il silenzio tra noi pesa come un macigno. 'Pensavo fossi diversa. Lo pensavo davvero. Invece sei come tutte le altre. Solo più egoista' mi dice guardandomi e quello sguardo mi taglia. Stò zitta. 'Sei una persona che ama solo sè stessa. E troppo presa a cercare di dimostrare che io sono come gli altri per arrogarti il diritto di potermi lasciare, pretendi ma non dai' continua. Si siede e getta a terra le cose, la testa tra le mani. 'Cos'è per te l'amore Chiara? Tu hai sempre dubbi, cerchi sempre di trovare la fregatura ma è impensabile che gli altri abbiano dubbi in egual modo su di te. Sei dura. Non ammetti sbavature, errori. Tranne i tuoi. Per pretendere il rispetto bisogna saperlo anche dare e tu non sei pronta'. Ascolto la sua analisi, fredda e precisa e non ho la forza di dire niente. So che ha ragione. E lo realizzo solo adesso di fronte a quello sguardo. 'Stasera mi hai mostrato un lato del tuo carattere che non mi piace per nulla. Tu devi essere al centro di tutto. Sono senegalese e quindi ti DEVO dimostrare ogni giorno che ti amo, che sono diverso. Perché? E, soprattutto, perché io non dovrei pretendere lo stesso. Tu sei italiana e DEVI dimostrarmi che non sei come le altre. Questa si chiama reciprocità, ma tu, troppo presa a chiedere, forse non sai nemmeno cosa sia'. La voce si fa lontana e io sento le parole arrivare come sciabole che decapitano il mio ego, pezzo dopo pezzo. 'Mi avevi chiesto di evitare discussioni con mia cugina, di non chiamarla e io l'ho fatto, nonostante avessi voluto chiamarla e dirle ciò che pensavo. Pensavi l'avessi fatto e senza neppur averne la certezza mi hai chiamato e mi hai insultato' mi dice prendendomi per una mano, poi continua 'io ti chiedo di evitare discussioni infantili, di non mandare un messaggio e lo fai. Questo non è rispetto. Questo è egoismo. E perché tu hai il diritto di insultarmi e io dovrei stare zitto? Lo dici tu Chiara, lo ripeti continuamente, l'amore non sono parole, sono piccoli gesti. E tu mi hai dimostrato che non mi rispetti'. Ci guardiamo. Il nostro legame è speciale. Lo so e lo sa. 'Io ti amo' mi sussurra 'ma tu non sai la sofferenza che anche noi uomini senegalesi passiamo. Sempre sotto esame, sempre a dover dimostrare qualcosa, sempre a dover dimostrare che amiamo, e che se amiamo non è solo per interesse e che non siamo bugiardi. E perché è diventato normale che noi dobbiamo dimostrare amore e rispetto ma non è evidente il contrario? Sai Chiara, questo per me è razzismo. E' razzismo perché io, nero, devo dimostarti che amo e che amo veramente, senza margine di sbaglio. Ma tu no. Tu pensi che ti è permesso tutto, che ogni tuo comportamento è giusto, che ogni tuo errore è perdonabile; che il tuo amore è vero; è puro. E questo perché sei italiana e, dunque, per te, perfetta'.Gli stringo la mano. Non voglio piangere, ho sempre odiato piangere ma lui è lì, limpido e vero, i miei errori tra le mani. Non ci avevo mai pensato. No. Prima di ieri non mi ero accorta di quanto egoista fosse il mio amore, di quanto infantile, egocentrico e incapace di dare. Razzista? Ho freddo e mi copro. In tutta la mia umanità sono caduta nella categorizzazione peggiore, quello che vede me in un piano superiore. Sì, per me dovevi dimostrarmi la devozione totale ma il mio amore no, era impeccabile. Io sì ti amavo davvero. E mi prendevo in giro. Ragazzina soffocata dal passato e dall'arroganza. 'E' per questo Chiara che non voglio tornare in Italia. Sono stanco di dover sempre dimostrare che valgo come essere umano e solo perché sono nero, solo perché sono senegalese'. Scorrono lacrime. Le mie. Le tue. Sì, sei senegalese ma sei la persona più sincera che io abbia mai incontrato. 'Non ho voluto mancarti di rispetto' gli dico con la voce spezzata. Si alza apre la porta, poi si ferma. 'Se non c'è rispetto nell'amore, questo amore è destinato a morire. E il rispetto, Chiara, è reciproco. Per questo io non credevo più nell'amore, perché credevo che nessuna oggi potesse essere vera, differente. Poi sei arrivata tu, imprevista. Un vulcano. Tu avevi qualcosa di diverso da tutte le altre e poi quel messaggio. No. Non sei solo tu che vuole il massimo nell'amore. Anche io lo voglio e voglio che per una volta un'italiana non mi tratti da senegalese'. Rimango seduta. Io che per una sera sono tutto ciò che ho sempre odiato. Poi si siede e quello sguardo, ancora una volta e quella luce. Mi accarezza il viso 'Io ti amo. Ti amo davvero. E ho paura di soffrire, di rendermi conto che questa storia è come tutte le altre storie'. Una lacrima scorre anche lungo la mia guancia. Dio mi ha messo di fronte ad uno specchio. Lui sono io. Le sue parole sono le mie parole. Perché allora non sono stata capace di dargli quello che voglio da lui? Lo abbraccio. 'Io voglio rispettarti' gli dico 'non perché me lo chiedi ma perché voglio dimostrarti che ti amo'. E poi un bacio. Un bacio che ci ha detto tanto. Ad entrambi. Entrambi feriti dal passato, entrambi vittime della generalizzazione, entrambi i nuovo alla prova, con noi stessi, prima di tutto. Ho guardato i tuoi occhi e ci ho visto il cuore. Ho visto che mi ami. E sei senegalese. Ma sono riuscita a farti vedere quello che c'è nel mio di cuore, italiano? Hai ragione tu. Troppe pretese acciecano e rendono l'uomo egoista. Il rispetto vive di reciprocità. E l'amore si nutre di rispetto. E di piccoli gesti in cui il nostro ego lascia spazio alla cura dell'altro e ad evitare di fareciò che possa ferirlo. No. Non ci sono incontri che succedono per caso. E il nostro è speciale. E tu sei speciale. Perché mi hai insegnato la mia infinita umanità.
Il razzismo nell'amore che pretende. E tu, italiana, perché non dovresti dimostrare che ami?
All'improvviso quegli occhi. E all'improvviso il gelo. 'Ti avevo chiesto di non farlo. Di non mandare quel messaggio', mi dice e si alza andando verso la camera. 'Prendo le mie cose. Non ha senso che io continui a stare qui'. Lo seguo e questa scena mi riporta indietro negli anni, nei ricordi. Eppure questo sabato dovevamo divertirci e ci erevamo divertiti. Lo guardo mentre raccoglie le sue magliette e il silenzio tra noi pesa come un macigno. 'Pensavo fossi diversa. Lo pensavo davvero. Invece sei come tutte le altre. Solo più egoista' mi dice guardandomi e quello sguardo mi taglia. Stò zitta. 'Sei una persona che ama solo sè stessa. E troppo presa a cercare di dimostrare che io sono come gli altri per arrogarti il diritto di potermi lasciare, pretendi ma non dai' continua. Si siede e getta a terra le cose, la testa tra le mani. 'Cos'è per te l'amore Chiara? Tu hai sempre dubbi, cerchi sempre di trovare la fregatura ma è impensabile che gli altri abbiano dubbi in egual modo su di te. Sei dura. Non ammetti sbavature, errori. Tranne i tuoi. Per pretendere il rispetto bisogna saperlo anche dare e tu non sei pronta'. Ascolto la sua analisi, fredda e precisa e non ho la forza di dire niente. So che ha ragione. E lo realizzo solo adesso di fronte a quello sguardo. 'Stasera mi hai mostrato un lato del tuo carattere che non mi piace per nulla. Tu devi essere al centro di tutto. Sono senegalese e quindi ti DEVO dimostrare ogni giorno che ti amo, che sono diverso. Perché? E, soprattutto, perché io non dovrei pretendere lo stesso. Tu sei italiana e DEVI dimostrarmi che non sei come le altre. Questa si chiama reciprocità, ma tu, troppo presa a chiedere, forse non sai nemmeno cosa sia'. La voce si fa lontana e io sento le parole arrivare come sciabole che decapitano il mio ego, pezzo dopo pezzo. 'Mi avevi chiesto di evitare discussioni con mia cugina, di non chiamarla e io l'ho fatto, nonostante avessi voluto chiamarla e dirle ciò che pensavo. Pensavi l'avessi fatto e senza neppur averne la certezza mi hai chiamato e mi hai insultato' mi dice prendendomi per una mano, poi continua 'io ti chiedo di evitare discussioni infantili, di non mandare un messaggio e lo fai. Questo non è rispetto. Questo è egoismo. E perché tu hai il diritto di insultarmi e io dovrei stare zitto? Lo dici tu Chiara, lo ripeti continuamente, l'amore non sono parole, sono piccoli gesti. E tu mi hai dimostrato che non mi rispetti'. Ci guardiamo. Il nostro legame è speciale. Lo so e lo sa. 'Io ti amo' mi sussurra 'ma tu non sai la sofferenza che anche noi uomini senegalesi passiamo. Sempre sotto esame, sempre a dover dimostrare qualcosa, sempre a dover dimostrare che amiamo, e che se amiamo non è solo per interesse e che non siamo bugiardi. E perché è diventato normale che noi dobbiamo dimostrare amore e rispetto ma non è evidente il contrario? Sai Chiara, questo per me è razzismo. E' razzismo perché io, nero, devo dimostarti che amo e che amo veramente, senza margine di sbaglio. Ma tu no. Tu pensi che ti è permesso tutto, che ogni tuo comportamento è giusto, che ogni tuo errore è perdonabile; che il tuo amore è vero; è puro. E questo perché sei italiana e, dunque, per te, perfetta'.Gli stringo la mano. Non voglio piangere, ho sempre odiato piangere ma lui è lì, limpido e vero, i miei errori tra le mani. Non ci avevo mai pensato. No. Prima di ieri non mi ero accorta di quanto egoista fosse il mio amore, di quanto infantile, egocentrico e incapace di dare. Razzista? Ho freddo e mi copro. In tutta la mia umanità sono caduta nella categorizzazione peggiore, quello che vede me in un piano superiore. Sì, per me dovevi dimostrarmi la devozione totale ma il mio amore no, era impeccabile. Io sì ti amavo davvero. E mi prendevo in giro. Ragazzina soffocata dal passato e dall'arroganza. 'E' per questo Chiara che non voglio tornare in Italia. Sono stanco di dover sempre dimostrare che valgo come essere umano e solo perché sono nero, solo perché sono senegalese'. Scorrono lacrime. Le mie. Le tue. Sì, sei senegalese ma sei la persona più sincera che io abbia mai incontrato. 'Non ho voluto mancarti di rispetto' gli dico con la voce spezzata. Si alza apre la porta, poi si ferma. 'Se non c'è rispetto nell'amore, questo amore è destinato a morire. E il rispetto, Chiara, è reciproco. Per questo io non credevo più nell'amore, perché credevo che nessuna oggi potesse essere vera, differente. Poi sei arrivata tu, imprevista. Un vulcano. Tu avevi qualcosa di diverso da tutte le altre e poi quel messaggio. No. Non sei solo tu che vuole il massimo nell'amore. Anche io lo voglio e voglio che per una volta un'italiana non mi tratti da senegalese'. Rimango seduta. Io che per una sera sono tutto ciò che ho sempre odiato. Poi si siede e quello sguardo, ancora una volta e quella luce. Mi accarezza il viso 'Io ti amo. Ti amo davvero. E ho paura di soffrire, di rendermi conto che questa storia è come tutte le altre storie'. Una lacrima scorre anche lungo la mia guancia. Dio mi ha messo di fronte ad uno specchio. Lui sono io. Le sue parole sono le mie parole. Perché allora non sono stata capace di dargli quello che voglio da lui? Lo abbraccio. 'Io voglio rispettarti' gli dico 'non perché me lo chiedi ma perché voglio dimostrarti che ti amo'. E poi un bacio. Un bacio che ci ha detto tanto. Ad entrambi. Entrambi feriti dal passato, entrambi vittime della generalizzazione, entrambi i nuovo alla prova, con noi stessi, prima di tutto. Ho guardato i tuoi occhi e ci ho visto il cuore. Ho visto che mi ami. E sei senegalese. Ma sono riuscita a farti vedere quello che c'è nel mio di cuore, italiano? Hai ragione tu. Troppe pretese acciecano e rendono l'uomo egoista. Il rispetto vive di reciprocità. E l'amore si nutre di rispetto. E di piccoli gesti in cui il nostro ego lascia spazio alla cura dell'altro e ad evitare di fareciò che possa ferirlo. No. Non ci sono incontri che succedono per caso. E il nostro è speciale. E tu sei speciale. Perché mi hai insegnato la mia infinita umanità.