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Veneti in Senegal - Storie di quotidiana emigrazione

Post n°338 pubblicato il 13 Marzo 2015 da djchi
 

 

"L'Africa non è il futuro, è il presente, oggi. Quello che ho imparato io in Senegal è il valore della parola. In Senegal anche la persona più asociale è costretta alla socialità perché qui tutti parlano con tutti. E oggi le reti sociali salvano. Le reti di persone salvano. Parlare quindi con le persone perché, oggi, è attraverso le persone che si possiamo trovare lavoro, aiuto, conforto"

(Chiara Barison) - dall'intervista sotto.

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Al il 18/03/15 alle 15:38 via WEB
però nn dite di quanto siano chiusi, di quanto vogliano metter a disagio, di quanto freghino i bianchi..va bene volersi integrare ma mentite come molti emigrati. Mi spiace..
 
djchi
djchi il 25/03/15 alle 17:23 via WEB
ThietétéTéTé... come si dice qui. Al, qui si parla di un reportage di qualche minuto che parla di veneti che hanno scelto di vivere in Senegal non di un approfondimento sulle problematiche legate alla migrazione (che sono uguali in ogni luogo). E' importante saper discernere prima di criticare di getto. Secondo, io non posso parlare per chi il video lo ha realizzato e le scelte intraprese nel momento del montaggio. Ogni video è un linguaggio e si sceglie cosa dire. Ad ognuno le proprie motivazioni. Io posso parlare solo per me e per il lavoro che svolgo che può piacere o meno ma che non si può assolutamente accusare di essere di parte. Gli articoli del mio blog ne sono la prova; i reportage che faccio per la mia trasmissione ne sono la prova; le mie pagine Fb e le discussiosi che porto avanti, pure. Nella vita bisognerebbe avere un certo spirito critico che impone una certa ogettività (non sempre facile o evidente). E l'ogettività dell'analisi impone non solo di idealizzare ma neppure denigrare. E così, pur vero che il razzismo è profondamente universale ed è pur vero che anche qui l'integrazione non sia facile, bisogna anche dire che la maggior parte degli occidentali che qui vengono non siano degli stinchi di santo. Sono reduce da una cena in cui ho incontrato l'ennesimo imprenditore italiano trapiantato qui. Ebbene, anche lui, ennesimo migrante che si lamentava di fregature non da parte di locali bensì di connazionali. E allora diciamolo anche questo se abbiamo l'accusa facile: di migranti italiani all'estero non ci sono solo esempi di eticità, collaborazione, lealtà e onestà. Ad ognuno il proprio equilibrio.
 
djchi
djchi il 25/03/15 alle 17:24 via WEB
"oggettività"...
 
djchi
djchi il 25/03/15 alle 17:27 via WEB
Quindi Al, accetto la critica ma non l'accusa non fondata perché l'ultima cosa che ho fatto da dieci anni a questa parte (da dieci anni mi occupo di analisi socio antropologica) è mentire anzi, sono stata fin troppo schietta ed onesta nelle descrizioni che ho fatto e ho condiviso. E se uno si prendesse il tempo di ripercorrere e rivedere ciò che ho fatto in ordine temporale, potrebbe apprezzarne anche l'evoluzione e la differente maturità nell'approcciarsi alla ricerca e nelle conseguenti analisi. Nel reportage in questione, riascolta ciò che ho detto, parole che confermo una ad una e che ripeterei mille volte.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Al il 04/04/15 alle 03:55 via WEB
nessuno parla degli italiani come fenomeno migratorio, che ripercorrono sempre le stesse dinamiche e non solo là, ma ovunque formino una comunità. Io la penso così, che ci vuoi fare..
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Al il 07/04/15 alle 14:26 via WEB
"L'intellettuale ha il compito di provocare e sfidare senza farsi cooptare,difendendo principi uguali per tutti, impegnandosi, rischiando a 'rappresentare e testimoniare in pubblico la sua verità". Pasolini
 
djchi
djchi il 10/05/15 alle 17:11 via WEB
Pasolini mi trova assolutamente d'accordo ma le scienze sociali insegnano anche che, seppur si debba cercare il massimo dell'oggettivita' nell'analisi, ci sarà sempre un margine di soggettività del ricercatore che sarà presente. Parlo di metodi d'indagine qualitativi e non quantitativi. In quanto sociologa go cercato di indagare nella maniera più completa e oggettiva possibile ma il blog non è una tesi scientifica, è personale. Nonostante questo Al, come ti scrivevo in precedenza, ho cercato una critica costruttiva indipendentemente dal luogo e dalla provenienza delle persone che investigavo. Ho scritto anche sulla migrazione italiana, puoi trovare su internet alcuni dei miei articoli, oltre che nel blog e su YouTube i reportage sull'argomento realizzati come giornalista. Di più non avrei potuto fare. La perfezione non esiste. Pretenderla è impensabile, anche da un punto si vista scientifico....
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Al il 12/05/15 alle 15:04 via WEB
una cosa sia chiara: io non pretendo nulla. Non sono il tuo datore di lavoro, ma un osservatore che percepisce. Dico quanto si evince dal tuo lavoro. A volte integrarsi significa perdere vicinanza al proprio popolo per sentirla col paese di arrivo. La soglia dell'integrazione a volte sembra esser dato da quanto si criticano i connazionali e nn i locali (entrambi da non esentare). Ricordo anni fa in Piemonte dei siciliano dire"mia figlia è stata tradita da un piemontese, con una di quelle rumene tutte sporche". Tra disperati sembrava che sicialiano vincesse su rumeno di 10 a 3. Spero di essermi un pò spiegato. Tanti auguri
 
djchi
djchi il 12/05/15 alle 20:14 via WEB
Precisato anche io Al rispetto ai tuoi commenti cercando di farti capire che un conto è criticare il reportage postato che non è realizzato da me e per cui non posso rispondere in quanto a linee scelte e messaggi. Ho risposto rispetto al mio lavoro che non si limita al blog e anche rimanendo legati ad esso la linea comunicativa che go cercato di utilizzare è quella di uno sguardo critico indipendentemente dal luogo, dalle persone, dal livello di integrazione, di accettazione o di critica. Poi, ovvio, tra Uello che vorrei comunicare e l'interpretazione che ognuno può dare può non esserci coincidenze. Fa parte delle regole della comunicazione e confrontarsi rimane l'unico modo per correggere gli errori o provare a spiegare in maniera meno interpretabile e più oggettiva. ..
 
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