Senza regole

La mia idea, il mio intento.


Comincio adesso, comincio da qui. Siamo monadi, cisìascuno preso dai suoi problemi, dal suo quotidiano, dal proprio destreggiarsi tra mille cose e difficoltà, catturando gioie, inseguendo felicità che alla fine si rivelano irraggiungibili. Ci hanno divisi, hanno fatto in modo che ognuno di noi pensasse solo a se stesso. Dov'è la piazza del paese dove confluivano le persone e le storie della gente? Dov'è la vecchia osteria dove tra un bicchiere di vino e una briscola ci si sosteneva a vicenda? Dov'è il parlare al fresco della sera, invece di sguardi rivolti tutti ad una scatola (oggi neanche profonda, sia nelle dimensioni che nei contenuti) che emette per noi immagini e suoni e, purtroppo, anche opinioni?Questa è la modernità: assenza di tempo, solitudine, anestetizzata con l'aperitivo al chiassoso bar, con la discoteca, col rimbombo di immensi centri commerciali. Infastiditi persino dagli altri, che però sono a loro volta vittime. Soli nel traffico, ciascuno nemico di tutti. Soli in metropolitana, silenziosamente pigiati come bestie. Soli nelle interminabili file alla posta, sperando NON che le cose funzionino meglio, ma solo che qualcuno si stufi e si tolga da mezzo. Soli ad affrontare le crisi, la crisi, i malanni e i malaffari.Insomma, possiamo davvero chiamarci popolo? Uno alla volta forse sarebbe ora che ci ritrovassimo tutti.