L’abdicazione dello Stato
Sono quattro anni che questa maggioranza, in tema di giustizia, se ne frega totalmente degli interessi generali. Ha un unico obiettivo: i propri interessi; di qui tutta una serie di leggi ad personam.
Il risultato è che oggi abbiamo due processi: uno per i cosiddetti
galantuomini (considerati tali a prescindere, in base al censo e al
potere), l’altro per il resto dei cittadini; il primo processo si
limita a scandire il decorso del tempo in attesa della prescrizione (
che la legge Cirielli renderà ancora più facile e breve); il secondo
processo incide sulla pelle, sulla vita, sui beni delle persone.
La (contro) riforma dell’ordinamento giudiziario va nella stessa direzione: non è una riforma della giustizia ma dei giudici;
si vogliono punire quelli che hanno osato occuparsi non soltanto dei
cittadini qualunque o dei poveracci, ma anche dei cd “galantuomini”; e
per il futuro questi devono essere lasciati tranquilli!
Quindi la controriforma è una vendetta e al tempo stesso un monito: mai più Tangentopoli, mai più processi su mafia e politica.
Corruzione e collusioni con la mafia scompariranno: perché di questi
processi sarà sempre più difficile farne; per farli, infatti, ci vuole
un magistrato indipendente, che non si lascia intimidire; per contro,
il “nuovo” giudice (quello disegnato dalla controriforma) è di
tutt’altra pasta.
Reclutamento e progressione in carriera congegnati in modo da preferire i magistrati “omogenei”
a chi contingentemente comanda ( quindi non è problema di destra o
sinistra, figuriamoci….); svuotamento dei poteri del CSM con
conseguente indebolimento della sua funzione di tutela
dell’indipendenza della magistratura; esercizio dell’azione penale
riservato esclusivamente al capo della Procura, vero mandarino della
giustizia penale; previsione di forme di controllo incisive del Governo
sull’attività giudiziaria: tutto, proprio tutto, va nella direzione
giusta perché lo stigma del “nuovo” magistrato siano il conformismo e
la burocratizzazione del proprio ruolo.
Ora, conformismo e burocratismo sono nemici giurati della ricerca della
verità (che spesso è scomoda, persino pericolosa se sono coinvolti
certi interessi).
In sintesi: la controriforma disegna un percorso ad ostacoli per chi
voglia accertare la verità essendo soggetto soltanto alla legge e il
gioco (per i potenti che impunità da sempre van cercando) è fatto anche
per il futuro…..
Per chi entra in magistratura sono previsti test psico-attitudinali;
tutti, ma proprio tutti gli specialisti dicono che sul piano
tecnico-scientifico è una vera ca...ta, assolutamente improponibile; ma
c’è di più, ed è che si dà ragione a Luciano Liggio, il noto mafioso,
che a Biagi (trasmissione TV “Il Fatto” del 20.3.89)
ebbe testualmente a dire: “quando il giudice mi ha interrogato mi sono
accorto che mi trovavo di fronte un ammalato. Se dietro a varie
scrivanie dello Stato ci sono degli psicotici la colpa non è mia.
Perché non fanno delle visite adeguate a questa gente prima di affidare
loro un ufficio?” (testuale….) – per cui si potrebbe dire, parafrasando
la propaganda politica berlusconiana di qualche anno fa: “Fatto!”.
Ricordiamoci di chi ha prodotto questa “legge” e, sin da ora, chiediamo a chi prenderà la direzione del Paese nel 2006 di cancellarla.