Creato da Volturia il 28/06/2008

Le Fleur Du Mal

Ti bacerò nel buio, senza che il mio corpo tocchi il tuo corpo. Abbasserò le tende, ché neanche la nebbia entri dal cielo. Ché nella morte assoluta di tutto, esista solo, nuovo mondo, il mio bacio.

 

 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 02 Novembre 2008 da Nachtreiter

Ricordo

Il cavaliere avanzava lentamente, alle sue spalle, un guerriero vampiro indicava la strada da percorrere.

Arrivati ad un fitto bosco, al centro del parco cittadino, il guerriero indicò la direzione, prima di allontanarsi con sollievo, il lampeggiare che usciva dalla cela dell’elmo del cavaliere lo inquietava.

Il cavaliere si chinò a sfiorare l’orecchio del grande cavallo, mormorando qualcosa, e cavallo e cavaliere sparirono le buio sotto le piante. Piste ciclabili si addentravano tra gli alberi centenari, ma nessuno le percorreva, solo segni di degrado, panchine rotte, e cocci segnavano la strada. Un fuoco ardeva nei resti di un bidone della spazzatura, divelto da un gruppo di ragazzi, che ora osservavano ridacchiando il cavaliere. “ dove vai, Halloween è finito, e sei a casa nostra, molla qualcosa, o ti facciamo arrosto, te e il tuo cavallo “ Il cavaliere girò lentamente la testa verso i ragazzi, prima di parlare” Questo è il bosco del castello di Volturia, non è un posto per voi, andate via, non lo ripeterò…”

I ragazzi cominciarono ad ululare, e brandire mazze da baseball e coltelli, circondando il cavaliere.

Senza più proferire verbo, il cavaliere tocco con le ginocchia il grande cavallo, che si impennò e sfondò con i grossi zoccoli fasciati in acciaio il torace di uno dei ragazzi, mentre il cavaliere estraeva veloce la spada, e colpiva a destra e sinistra.

Lacerando dallo sterno alla vita i sue ragazzi che erano ai suoi fianchi .

Stordito, il ragazzo che gli era dietro, restò impietrito, e l’ultima cosa che vide fu una lama che arrivava in mezzo ai suoi occhi.

Il grande cavallo emerse nella radura, sporco di sangue sui garretti anteriori, e si fermò davanti ad una costruzione gotica, in mezzo al parco. Dal portone uscì un servitore, che si inchinò, riconoscendo il cavaliere, il servitore prese le briglie, e l’elmo che gli veniva gettato, e si fece da parte. Il cavaliere percorse con passo lento le scale, e le stanze, cercando la presenza delle sua amica, fermandosi a ammirare i suoi libri, sfiorando con un dito i suoi quadri, prima di entrare in una sala, vuota, dove al centro troneggiava una spinetta.

I lunghi capelli neri del cavaliere erano mossi dal vento che entrava dalle finestre aperte, ma dalla sua bocca, non usciva vapore, o suono.

Si sedette davanti alla tastiera, sfiorandone i tasti con le dita, come innumerevoli volta aveva fatto Volturia, poi il pesante pugno guantato si abbattè sull’antico legno, frantumandolo.

Dall’armatura estrasse un velo, antico e sporco di sangue essiccato, e lo lascio cadere sui resti dello strumento.

I suoi passi ora erano più veloci, aveva una meta, scese le scale, fino alla cappella, ed estrasse ala spada, conficcandola con uno stridio sinistro nella pietra del pavimento, prima di inginocchiarsi a pregare, davanti all’antica croce.

Una figura immota, in ginocchio davanti alla croce, mentre il buio calava nuovamente sul bosco.

 
 
 
Successivi »
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963