Creato da Dark.Matter il 13/04/2007

Anime a perdere

...la speranza e' l'ultima a morire. Poi pero' muore...

 

 

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Coincidenze...

Post n°54 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da Dark.Matter



Come ogni giorno l'uomo era lì, proprio sull'orlo del precipizio...

Ogni mattina, ogni singola mattina da qualche tempo la sua routine era sempre la stessa... Sveglia presto, caffè, sigaretta, doccia, vestiti... Tutto in religioso silenzio, per non svegliare la sua compagna, quel fagotto nel letto che per lui era ormai un peso, una catena a tratti insostenibile...

Usciva di casa che non era ancora giorno, cominciava a camminare e, di tanto in tanto, si concedeva una sigaretta... Solo, qui come a casa, immerso nei pensieri... Uno dei quali, ultimamente, stava prendendo il sopravvento sugli altri, specie quando l'uomo, in perfetta sincronia con la luce dell'alba, arrivava lì sul bordo del crepaccio...

Era molto tempo che alimentava questa abitudine, anzi, a pensarci proprio bene, gli sembrava di averlo sempre fatto...

Cosa ci fosse in fondo al crepaccio era impossibile saperlo... Un tappeto di nuvole perenni impediva qualsiasi visuale del mondo sottostante... C'era chi diceva che vi fossero solo rocce, chi giurava di aver sentito scorrere un fiume minaccioso... e c'era chi spergiurava che in fondo al crepaccio, là sotto, non vi fosse proprio nulla... Anzi IL nulla ad esser precisi... Che se fossi caduto, avresti passato il resto dei tuoi giorni a precipitare senza arrivare mai... Che ti saresti semplicemente, lentamente dissolto nell'aria...

Ma all'uomo non interessava, dopo tutto... Cosa ci fosse veramente là, sotto le nuvole, era per lui del tutto irrilevante...

Come ogni giorno fece la sua prova... Al momento giusto, quando udì il rumore al giusto livello, partì di corsa dalla linea orizzontale che aveva disegnato a terra con le pietre, verso il bordo, accelerando con il ritmo del proprio cuore... Ad una certa distanza dal precipizio aveva piantato un bastone... Qualora lo avesse superato, lo spazio rimasto non sarebbe bastato ad arrestarsi in tempo, quello era il punto di non ritorno...

Rallentò, arrivò fermo sul ciglio e, ansimando, sorrise... Era tutto perfetto, aveva provato tante e tante volte...

Tornando indietro strappò via il bastone... Significava che era pronto, che l'indomani avrebbe portato a termine l'impresa... Il punto di non ritorno non serviva più... Sapeva che non sarebbe tornato più indietro... Mai più...

La sera si preparò da mangiare e persino le banalità e le cattiverie della sua compagna sembravano più dolci... Si sforzava di mantenere il suo solito sguardo attonito, ma dentro di sè sentiva la voglia di urlare e saltare dalla gioia... Quella era l'ultima cena a casa sua, quel simulacro di vita e famiglia, che per troppo tempo aveva contribuito a tenere in piedi, stava per finire...

Quasi non gli riuscì di dormire, tanto era emozionato... Ma alla fine si rilassò e dormì profondamente qualche ora...

Sveglia presto, caffè, sigaretta, doccia, vestiti, un biglietto d'addio con poche frasi, frasi che qualcuno avrebbe magari messo in musica, in una canzone... Tutto in religioso silenzio, per non svegliare la sua compagna... Come al solito...

Era lì, di nuovo, sulla linea di pietre... il rumore salì fino al punto che aveva imparato a riconoscere... Partì, sforzandosi di mantenere il ritmo di sempre, nè troppo lento, nè troppo veloce... Lo spazio verso il bordo si accorciava, in fondo era stata una buona idea togliere il paletto del punto di non ritorno...

I suoi occhi saettarono rapidi verso sinistra e lo vide, proprio nel punto in cui doveva essere... e si stava avvicinando alla velocità perfetta... Quell'enorme, maestoso biplano con le ali blu e rosse che tutte le mattine, all'alba, costeggiava il precipizio... appena al di sopra del tappeto di eterne nuvole...

Si era ripromesso di centrare l'alloggiamento sempre vuoto del secondo pilota, ma anche atterrare sulle ali non avrebbe danneggiato il velivolo... Si sarebbe aggrappato e poi, a forza di braccia, si sarebbe calato al suo posto...

A pochi metri dal balzo, considerò anche l'opzione peggiore... Ma anche in quel caso, nel peggiore dei casi possibili, si sarebbe comunque salvato... Sarebbe precipitato per sempre, cadendo senza arrivare mai, dissolvendosi lentamente nell'aria... Ma in ogni caso sarebbe stato libero...

Cominciavano ad arrivare i primi raggi di sole del nuovo giorno, quando l'uomo saltò nel proprio destino...


Genesis - Duke's travels



I am the one who guided you this far,
All you know and all you feel.
Nobody must know my name
For nobody would understand,
And you kill what you fear,
And you fear what you don't understand.

I call you for I must leave,
You're on your own until the end.
There was a choice but now it's gone,
I said you wouldn't understand,
Take what's yours and be damned.

 
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