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Serendipity

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Appunti di viaggio (28-12 2006/ 6-1-2007)

Post n°41 pubblicato il 06 Gennaio 2007 da darkside_79
 

immagineMenton- Cote Azur- Francia

Ha il volto delle miniature che puoi comprare nelle piccole calli, in qualche colorito negozio che vende le casette alla francese, con tanto di omini con la baguette sotto il braccio. Ha la lucentezza di un firmamento estivo, con una miriade infinita di luminarie che accendono le notti natalizie. Ha l'accento francese che si mescola con quello italiano, con quel classico riproporsi di rapporti un pò così tipico dei paesi di frontiera. Là dove le targhe delle auto diventano una gialla e una bianca, e dove snoccioli un bonjour e un ciao come stai, senza badare più a chi ti trovi davanti. Che tanto tutti capiscono, e a volte apprezzano, a volte sopportano, in un gioco perenne di ambiguità. Di amori reali, a volte. E falso senso di tolleranza in altre. Di sorrisi veri e altri meno veri. Quì è così.
Si sta bene, Dio come si sta bene. C'è anche tanta cordialità e poesia. Ma non sempre italiani e francesi vanno a braccetto, e la sensazione di essere ospiti desiderati ma non sempre sopportati appare qua e là.
Sfumature, dai. E occasionali.

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'Che c'è tanta bellezza da raccontare e tante gentilezze da ricordare. La vita qui scorre molto meno affannosa che a Torino, il clima è tiepido anche a gennaio. I volti spesso distesi, ci si sorride con più facilità. Non è un fattore di tasche. Perchè è vero che qui non puoi certo dire che se la passino male, ma anche il clochard che gira dalle parti di casa mia sembra meno scavato di altri. Saluta le persone, scambia due balle un pò con tutti, e spesso riceve qualche aiutino senza dover pregare quasi nessuno. Anni fa portavo a passeggio il cane e si è avvicinato per accarezzarlo, scambiammo due parole e mi sembrò più dignitoso di tanti borghesi tutto look, carte di credito e poca materia grigia. Vive in riva al mare. E forse non immagina la rigidità di certi inverni piemontesi, che ti sbarellano pure le ossa. Ma ha gli occhi di chi conosce il mondo e forse per scelta consapevole ha deciso di non allinearsi. Di vivere di poco, quasi sbertucciando chi si arrabatta a fare soldi. Spesso mi chiedo se lui non abbia capito il senso della felicità. E amo pensare che se la rida a vedere il resto dell'umanità che corre a perdifiato.

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A proposito di fiato; qui te lo tolgono ad ogni scorcio. Un paesaggio curato e colorito, minuscole viuzze che nascondono inaspettate realtà, una variegata campionatura di luoghi bellissimi e un fugace senso di invidiabile quotidianità a ritmi più blandi. Maestri nel presentare le loro chincaglierie, con certi negozietti così affascinanti che non riesci a non buttarci un occhio, riescono a invoigliarti a spendere qualche euro in robe che qui da noi, manco gratis.
La gente poi... La finezza di molte francesi è disarmante. Ci sono delle ragazze di una bellezza naturale, spontanea. Lo vedi che non è il trucco. E nemmeno il vestiario, 'che se vestono italian style è un conto, ma quelle scarpe francesi ogni volta è un disgusto alla vista. Eppure su di loro calzano bene, va bene uguale. Sembrano adatte a sfilare anche con quattro stracci. Perchè sono luminose di suo, con passo elegante, un pò snob forse. Eppure vagamente maliziose.
Adoro il cibo francese. La delicatezza dei vini e di certi piatti è rimarchevole, così come l'atmosfera di certi localini vista mare, o giusto due passi nel budello. Ciò che mi piace di più in questo senso sono le luci soffuse e le voci basse di certi ristoranti, un riposo per la vista e per le orecchie.  E poi i mercatini, quelli dell'antiquariato. Spuntano come funghi, e io non resisto. Smanetto in quei cestoni di dischi come un mezzo pervertito, 'chè io lo so che l'affare a volte capita. Un anno fa, di questi tempi, pagai dieci euro una copia originale di Dark Side of The Moon inglese, label col prisma azzurro. Vallo a cercare tramite vie convenzionali quel disco; ti partono cinquecento cocuzze come noccioline. Ancora oggi se lo racconto, mi credono in pochi.

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Un ultimo appunto di questo capodanno mentonese. La ville lumiere ruota intorno al suo Casinò. Nelle feste di capodanno (così come in altre occasioni durante l'anno), il piccolo parco davanti al Barriere si illumina a festa con costruzioni e animazioni a tema. Quest'anno con tutta probabilità ci si rifaceva al circo. Ma vedere un cucciolo di giraffa sclerare in un recinto minuscolo, con auto e motorini chiassosi, scintillii di ogni tipo, gente intorno che scattava foto coi flash e trick e track, non è stato certo un bello spettacolo. Non mi piacciono ste cose, mi rovinano la giornata. Il prossimo anno metteteci Zizou a prendere a capocciate i cactus.
E vedrai che una foto ricordo me la sparo pure io...  

 
 
 
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