Serendipity

ascolti serali del 9/1/2007


Pink Floyd- The division bellChiudo la serata con un tocco di floydianità. So che questo disco, come le opere tarde di molte band, divide un pò gli appassionati. Ne ho lette di tremende, spesso stroncanti verso questo lavoro. Io posso solo esprimermi per ciò che questo disco suscita al sottoscritto, e devo dirla tutta: per me questo album è rasserenante, ricco di spunti e altalenanti momenti di quiete e tempesta, misti a nostalgia.Si tratta dell'unico disco dei ragazzi che ho conosciuto e ascoltato in contemporanea alla sua uscita. L'ho consumato a tal punto da aver ancora presente le immagini e i profumi della mia casa in collina in pieno agosto, nell'estate del 94. Finestre chiuse per ripararsi dal calore, odore di lavanda, un dolcissimo senso di spensieratezza giovanile, e poi tante emozioni. Quando partiva "Cluster one" cominciavano perigliosi vagabondaggi tra sogno e realtà. A distanza di anni ritengo che questo lavoro sia più floydiano nella sua essenza di A momentary lapse of reason, perchè si compenetra della sapiente mano di Wright e Mason molto di più di quanto accadde per l'album precedente, che era espressione di (quasi) di sola gilmourianità. Le suadenti note di Dave, i tappeti sonori di Rick (che torna a comporre e a cantare) e gli spazi silenziosi tipici di Nick, conferiscono a The division bell un piccolo ritorno all'intimità che ho sempre amato dei ragazzi. Marooned è puro sentimento, High Hopes una song strepitosa. Il senso generale dell'opera è maturo, le immagini cariche di tensione e pace, nuovamente affascinanti (a partire dalla cover) e ambigue. Saranno anche i ricordi legati alla mia prima (e unica) serata dei (3) PINK FLOYD che ebbi la fortuna di vivere al delle Alpi, nel settembre del 94. Con tutto lo spettacolo di luci, sentimenti e oniriche esperienze che ne seguirono. Ma per me TDB è non solo dignitoso, ma anche personalmente importante.