Serendipity

Post N° 76


Tom Waits-Blue ValentineBrividi, che altro dire per un lavoro del genere. Quando sentii Waits per la prima volta stentavo a credere che quella voce fosse sua. Un bianco con una voce da nero che ricorda Satchmo. La sua versione di Somewhere sa farmi sinceramente piangere, e schiude in me certe strane visioni malinconiche suburbane (non so perchè, ma immagino piccole strade cittadine deserte, notturne, coi semafori che lampeggiano, qualche passante timido rasente i muri che appare e scompare furtivamente, wisky bar nottambuli e neon, cose così), le stesse visioni che sa regalarmi Miles Davis. Questo disco mi fu consigliato da un mio professore di liceo, insieme ad altri due dischi che segnarono la sua vita musicale; me li ricordo tutti e tre, perchè mi investirono come un tir in corsa: Blue Valentine, Pictures at an exibithion degli ELP e Foxtrot dei Genesis. Per la serie "quando si deve dire grazie".