Serendipity

Post N° 87


Genesis- Selling England by the poundNon amo fare classifiche, e mai le farò. Ma ho ben in mente i tre dischi che più di ogni altri hanno inciso sul mio cuore, e questo (sopra di lui c'è solo Dark Side of the Moon) è uno di questi. Per me Selling England non è solo uno dei pochi lasciti di mio padre, che me lo consigliò una decina d'anni fa, ma è anche l'abbandono nel lirismo più suadente di una band straordinaria. I testi non sono sempre di facile interpretazione (ci ho messo una vita a capire il senso di quel "Queen of maybe" in "dance of a moonlight knight", per fortuna esisitono i libri e le traduzioni). A questa affascinante cornice lirica, si accompagnano dolci musiche e sensazionali incastri sonori, stanze, guizzi, echi. E quella chitarra di Hackett, per non tacere dei flauti, della voce di Gabriel e di quel piano su Firth of Fifht. All'inizio sembra di trovarsi in un'affollata piazza di una Londra che non c'è più, poi di colpo si guada il fiume, fra cascate e madrigali e attraverso la foresta di Epping, si ritorna alla civiltà contemporanea, a dolci sfumature di quotidianità. Alla cantina di Romeo, il basement in cui ama rifugiarsi, mentre Juliet si incipria il naso e si prepara per andare al cinema. The cinema show mi fa venire i brividi e non è raro che ci scappi una lacrima. Questo disco è fantastico, una gemma della musica contemporanea. Non è l'unico dei Genesis, per molti non è nemmeno il più riuscito. Ma per me...