Serendipity

Fiera del disco a Novegro


Questa volta la colonna sonora che accompagna il mio viaggio fino alla fiera di Novegro è un improbabile mix fra la depressione disincantata del Waters di The Final Cut e il sogno struggente quanto felice di Fiorella Mannoia sui tappeti dei cieli di Irlanda. La Torino-Milano è come sempre un arzigogolio infernale che mi dà tregua solo all'uscita per Linate. Senza contare che fa caldo, oggi. Troppo caldo. E troppo caldo ad una fiera può significare molte cose, la prima delle quali: poca voglia di fare con calma e fretta di concludere. Mai mi era successo di saltare la prima ronda di perlustrazione. Di solito impiegavo la prima ora a buttare un occhio qua e là, facendo raffronti sui prezzi, chiaccherando a destra e sinistra. E solo dopo pranzo, con le idee più chiare, partivo all'attacco. Questa volta il caldo mi ha dato un pò alla testa e sono partito in quarta. Ottimi acquisti, non posso lamentarmi. Ma è anche vero che dopo un'ora e mezza avevo le tasche vuote, il fiatone e uno strano cerchio alla testa che faceva rima con stanchezza post shopping musicale compulsivo.
La verità è che la mia mente è già fra le verdi campagne della Toscana, in quel di Bibbona. Dove la prossima settimana a quest'ora esatta io sarò alla batteria e al piano (con qualche intramezzo di chitarra e pure flauto) per una no stop di 24 ore dedicata ai Ragazzi. E' il secondo appuntamento annuale con la Bibbstock floydiana e sono già in tremebonda attesa. C'è nulla da fare, sto contando le ore in attesa di partire, Speriamo di ricordarmi di portare anche la testa. Un pensiero questa sera ai vari amici incontrati, Enrico in primis. Ha staccato di lavorare e si è fiondato a Milano sperando di dormire un paio d'ore nel parcheggio della fiera prima che la stessa aprisse i battenti. Peccato non avergli ricordato che a cento metri di distanza parte un Boing ogni 4-5 minuti, visto che la pista di Linate è proprio a un tiro di schioppo. Se ne è accorto da solo e di fatte aveva due occhi da far scappare a gambe levate pure il più cazzuto degli esorcisti. Ema, Francesca e compagnia li ho visti di striscio, giusto il tempo di un saluto, mentre con Riccardo ho tenuto un costante ponte telefonico per farlo sentire presente anche se non c'era. Per il resto, sempre in giro abbracciato a Michi, e felice questa sera di una giornata come sempre indimenticabile tra fruscii, volti amici, Floyd e progressive rock. E domani allo stadio sperando che il Toro centri sta benedetta salvezza...