Serendipity

Giorno a Pompei (16 luglio 2007)


E' un luogo silente, di rimembranza. Dai contorni crepuscolari e dalle frastagliate figure architettoniche che cingono le strade ciottolate, seguendo il cammino dell'avventore con austerità. Pace e calma, quelle le avverti subito. Ma addentrandosi cambiano le sfumature. Echi. Quasi ovunque. Sussurri, ambigui, una maledetta sensazione di tensione, sferzata da questo silenzio che silenzio non è perchè del silenzio null'ha. Tornano le voci del passato, o forse, in un luogo del genere, passato e presente si sovrappongono. Perchè Pompei appare come un fotogramma, un'istantanea rimasta intatta da duemila anni, prima sepolta, ora urlante sotto le stelle. E là dietro, il Vesuvio. Così vicino, così imponente. All'epoca rigoglioso di vegetazione al punto che nessuno sapeva, nessuno immaginava. Non c'era memoria storica forse, mancava il polso di un pericolo così incombente. Lo vedi dalla postura dei calchi, quelli che incontri in certi interstizi, in qualche casa fra le tante. Gente comune, con il terrore sul viso, le braccia vanamente protese a difendersi, l'evidente stato di impreparazione. Colti nel sonno, alle spalle, all'improvviso. Non c'è serenità qui. La avverti se la vuoi avvertire, ma è un barare con l'evidenza. Camminare per i viali con Michela, Fabiana e Carolina, un pò estenuati per il caldo, emozionati e sensibilmente colpiti, è stato dolcissimo. E' il senso della storia, il suo peso, la comprensione di ciò che ci circondava, ad aver reso quelle poche ore un qualcosa di difficilmente dimenticabile.
L'arena è stato l'ultimo capitolo del percorso. Perchè sì, la matrice floydiana del viaggio ci poteva anche stare, ma arrivati lì è cambiato qualcosa. La storia... ci ha parlato sottovoce, con effusioni composte quanto oscure, ci ha avvolti di ambiguità, ci ha palesato il senso, ci ha resi inquieti. E non è un caso che ieri sera, ad una settimana di distanza dal mio viaggio, l'urlo di Careful mi sia esploso nelle orecchie con un'intensità mai provata prima, facenomi vibrare forte e accompagnandomi al sonno con una serie di ricordi che se ci penso mi viene paura e nostalgia...