Creato da darkside_79 il 07/11/2006

Serendipity

River of life (The DarkSide's window)

 

 

ascolti serali del 14/1/2006

Post n°52 pubblicato il 14 Gennaio 2007 da darkside_79
 

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Pink Floyd- Wish you were here
Come spesso accade nelle mie serate un pò così, adoro rifugiarmi nei temi dell'assenza. Questo lavoro si sta trasformando pian piano in una piccola metafora della mia vita, quasi come se la mia età andasse di pari passo con la vita dei ragazzi che scrissero questo capolavoro all'epoca. Non ho voluto fare paragoni fra me e il destinatario di quest'opera (vite diverse, modi diversi di rispondere alle proprie fragilità, ma mi auguro cuore simile), esclusivamente "fare mio" il concept e ricalcarci sopra piccoli istanti di vita personale. Capita così che "shine on you crazy diamond", venga assunto ad evocativa serie di fotografie di una adolescenza che si è consumata, e "welcome to the machine" (così come "have a cigar") una riflessione sull'ingranaggio della società dei consumi di cui, lavorando, si entra a far parte anche da lato dell'offerta.
In tutto questa cornice, svetta con una dolcezza senza pari quel diamante luminoso di "Wish you were here" che risuona come un anelito di speranza e scalda come un camino d'inverno. La dedico a chiunque senta prevalere in cuor suo fragilità emotiva e voglia di volare oltre i clichè imposti dal quotidiano vivere. 

 
 
 

Pictures at an exibithion (Arnold Bocklin)

Post n°51 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da darkside_79
 


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Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da darkside_79
 

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Squarci di luce fra ombre e tumultuosità.
Cipressi piegati dal vento.
Ambiguità, contrasto. Streben.

 
 
 

Post N° 49

Post n°49 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da darkside_79
 

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Autoritratto dell'autore. Non commento, ammiro solo in silenzio.

 
 
 

Post N° 48

Post n°48 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da darkside_79
 
Tag: vari

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Ti ho cercata. Sfiorandoti quasi. Ti ho rincorsa vagabondando per la rete, seguendo tracce sparse in un mare infinito di trame. Piccole istantanee di te. Un forum in disuso da anni, due messaggi lasciati per noia. E poi una foto, i tuoi occhiali e quel tuo essere così istintivamente musicale. Hai i contorni di una carezza che ti diedi tanti anni fa.
Vado oltre, cerco tracce dove so che amavi andare. Ti ritrovo in un sito di poesie, di storie incantate. Ti celi dietro un nick, ma io ti smaschero subito. Sento che sei dietro l'angolo, posso immaginarti scrivere e guardare il soffitto di una stanza che poi il soffitto non ce l'ha nemmeno. Perchè lassù ci hai dipinto il cielo. Potevo vederci la luna. E le tavolozze sparse, giochi di colori e campanellini. Quadri e ritratti. Sì, tu sei lì. Hai vinto un premio, sei stata qui vicino. Forse suonavi il notturno che mi dedicasti.
Poi d'incanto... mi scappa un sorriso. Hai un link, ho scovato il tuo sito personale. 
Questa sera ti sfiorerò l'anima a tua insaputa.
Mi sento emozionato, in preda a dolce curiosità. Vorrei sapere cosa fai dopo tutti questi anni, dove sei. 
Sito in allestimento, ti neghi all'ultimo. Ma non mi arrendo e passo dalla porta di servizio. Leggo le tue poesie, lo faccio quasi furtivamente. Avverto tumultuose mareggiate fra le tue righe di un tempo. Ti spezzai il cuore, proprio quando ero pronto a donarti il mio. Paradossi inesplicabili ora.  
Già, la vita. Sei sgattaiolata fra la cartamusica di Chopin e le tue magliette dipinte a mano. Scomparendoci dentro.
Apro pagine, ma questo sito è così piccolo per me, stasera. 
No, così non va. Ho smarrito il filo della ricerca, qui si innalzano muri, oltre non si va. Ti sento ridere, osservarmi silente dall'altra sponda del Ticino. Torno indietro, tento di circumnavigare il web tentando improbabili combinazioni di parole.
Eccoti di nuovo.
Un annuncio di lavoro. Un artista che offre il suo sognare, quasi vendendolo a peso.  Credo di averti acciuffata, eppure silenziosa sfuggi ancora. Sento che ti giro intorno, che sei lì dietro l'angolo, ma ad ogni nuova pagina ci sono solo echi e sfumature d'azzurro. Una data, 2004. Sei passata di qui quasi danzando, ma non ci sei più tornata da almeno tre anni. Perdo le speranze.
Sì lo so, mento a me stesso. Perchè io quel numero lo ricordo ancora. Ma non lo farei mai, non te lo farei mai. E non potrei più permettermelo nemmeno io. Però stasera riempi questa stanza di ricordi, ho allentato piano piano i sensi. E' andata così, scusami. E' da stupidi, sì.
Due occhiate allo screen più per inerzia che per reale intenzione, e salta fuori che hai pubblicato il tuo primo libro, destino comune il nostro, un testo che ordisce trame suadenti solo a pensarti. Andrò a cercarlo. Magari in mezzo ai tuoi amati autori latini. O in qualche scaffale di saggistica a parlare di vita e colori. Trovo un contatto msn. Ma non lo userò.
Non farò lo sbaglio, questa volta. Per rispetto dei tuoi silenzi.
Le tue pagine piuttosto. Vale la pena di provarci.
Non saprai mai di queste righe.
Ma io domani mi compro il tuo libro. Tu sogna, resta inconsapevole. Dimenticami, mentre io vado a respirarti un'ultima dolcissima volta.  

     

 
 
 

Post N° 47

Post n°47 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da darkside_79
 
Tag: Aria

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ascolti serali del 9/1/2007

Post n°46 pubblicato il 09 Gennaio 2007 da darkside_79
 

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Pink Floyd- The division bell
Chiudo la serata con un tocco di floydianità. So che questo disco, come le opere tarde di molte band, divide un pò gli appassionati. Ne ho lette di tremende, spesso stroncanti verso questo lavoro.
Io posso solo esprimermi per ciò che questo disco suscita al sottoscritto, e devo dirla tutta: per me questo album è rasserenante, ricco di spunti e altalenanti momenti di quiete e tempesta, misti a nostalgia.
Si tratta dell'unico disco dei ragazzi che ho conosciuto e ascoltato in contemporanea alla sua uscita. L'ho consumato a tal punto da aver ancora presente le immagini e i profumi della mia casa in collina in pieno agosto, nell'estate del 94. Finestre chiuse per ripararsi dal calore, odore di lavanda, un dolcissimo senso di spensieratezza giovanile, e poi tante emozioni.
Quando partiva "Cluster one" cominciavano perigliosi vagabondaggi tra sogno e realtà. A distanza di anni ritengo che questo lavoro sia più floydiano nella sua essenza di A momentary lapse of reason, perchè si compenetra della sapiente mano di Wright e Mason molto di più di quanto accadde per l'album precedente, che era espressione di (quasi) di sola gilmourianità. Le suadenti note di Dave, i tappeti sonori di Rick (che torna a comporre e a cantare) e gli spazi silenziosi tipici di Nick, conferiscono a The division bell un piccolo ritorno all'intimità che ho sempre amato dei ragazzi. Marooned è puro sentimento, High Hopes una song strepitosa. Il senso generale dell'opera è maturo, le immagini cariche di tensione e pace, nuovamente affascinanti (a partire dalla cover) e ambigue. Saranno anche i ricordi legati alla mia prima (e unica) serata dei (3) PINK FLOYD che ebbi la fortuna di vivere al delle Alpi, nel settembre del 94. Con tutto lo spettacolo di luci, sentimenti e oniriche esperienze che ne seguirono. Ma per me TDB è non solo dignitoso, ma anche personalmente importante.

 
 
 

Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 09 Gennaio 2007 da darkside_79
 

immagineAC DC- Back in black
prediligo di gran lunga i lavori con Bon Scott, ma nel caso di questo disco non posso negare che mi piace da matti passarlo a tutto volume fra le cuffie. Ne esco rincoglionito, ma che goduria. E' pura carica, un insieme ben mixato di irriverenza e potenza, e poi loro sono simpatici per davvero. Ce l'ho ancora negli occhi quel folletto malefico di Angus Young che va avanti e indietro in preda a delirio tremens per il palco del Delle Alpi, durante lo "Stiff upper lip" tour di qualche anno fa. Che serata ragazzi. Son tornato a casa con le orecchie che fischiavano dal volume assordante e non ricordo di essermi mai divertito così tanto ad uno show. Sfrontati e pieni zeppi di nemmeno tanto celati doppisensi, durante i loro concerti succede di tutto e di più. Ho letto recentemente una loro biografia, c'è davvero da divertirsi. For those about to rock, we salute you!  

 
 
 

Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 09 Gennaio 2007 da darkside_79
 

immagineFranco Battiato-Live collection
Un saluto al maestro innanzitutto. Testi e musica capaci di accompagnare l'ascoltatore in viaggi infiniti in realtà spesso lontane, di frontiera, tra filosofie orientali, abiti e strade straniere, profumi esotici, richiami mistici. Ma non solo. C'è tanta quotidianità fra le sue parole, sentimenti e piccolezze miste a visionarie realtà parallele. Echi di guerra, politica, religione, profumi di Sicilia, parole d'amore e una certa austerità di fondo che si esprime in vari passaggi. La discografia di Battiato è un oceano difficilmente comprimibile in poche parole, e questo live ne è solo una piccola finestra. Adoro le versioni presenti in questo (doppio) album, che non sono quelle in studio (per quello esiste "Studio Collection"), ma arrangiate per orchestra con la presenza dolcissima di archi lungo tutto il disco. Tra le tante, mi piace citare "L'animale", "strade dell'est", "E ti vengo a cercare", per finire con due miei piccoli amori come "L'ombra della luce" e "Mesopotamia". 

 
 
 

Post N° 43

Post n°43 pubblicato il 09 Gennaio 2007 da darkside_79
 

immaginePicchio dal Pozzo-Omonimo
Il sound canterburiano made in Italy. Forse il suo esperimento più riuscito. Un disco splendido, con una forte carica sarcastica verso un certo tipo di musica concettuale e colta, con passaggi sonori davvero particolari. Ho un debole verso questa branchia del progressive, ma sono consapevole che non è quella più immediata, almeno a livello di orecchiabilità. Ma è di un'atmosfera stupefacente. Davvero godibili le parti coi fiati, tra le quali spiccano "La bolla", "Off" e "Napier". Altri due pezzi bellissimi sono "Cocomelastico" e  "Merta", quest'ultimo il titolo che apre il disco. Dissonanze, divagazioni jazz, dolcezza e tensione si rincorrono sempre. Se amate "the Rotter's club" o l'omonimo degli Hatfield and the North, non vi sarà difficile avvertire una certa impronta familiare.

 
 
 

Sinestesie in musica

Post n°42 pubblicato il 07 Gennaio 2007 da darkside_79
 

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L'album del mese (edito nel 2004, sono io che sono in ritardo di ben 3 anni) è "Tekitoi?" di Rachid Taha. Mi stavo bevendo una birra in un locale francese e ho visto passare un clip in un programma tv musicale, rimanendo colpito dalla sonorità. Appena visualizzato il nome mi sono attivato a cercare un disco. Facendo poi ricerche su internet ho cominciato a saperne di più su questo particolare personaggio, di origine algerina, trapiantato in Francia dove ha cominciato a trattare in musica gli argomenti più scottanti relativi all'integrazione, al razzismo, alle problematiche di convivenza. Il genere viene catalogato come raï, anche se leggendo qualche intervista lui preferisce intenderlo come semplice rock, con fortissimi influssi tradizionali arabi, a partire dagli strumenti, per finire con i coinvolgenti tappeti sonori orientali. Io non sono pratico di questo genere, ma adoro sconfinare al di fuori dei miei riferimenti classici. E personalmente, trovo questa musica davvero particolare, con momenti di divagazioni etniche veramente apprezzabili, sulle quali vengono trapiantate timbriche occidentali, dalla batteria alla chitarra elettrica. Un ponte fra le due culture? non mi piace definirlo così. Preferisco pensarlo come uno dei tanti esempi di sincretismo in arte fra culture diverse, che tendono a divenire una cultura nuova. A prescindere dal rifacimento di Rock the Casbah dei Clash (qui intitolato Rock el Casbah), il resto del disco si snoda fra melodie e ritmi che mi sono davvero piaciuti, con qualche influsso punk, techno e funk qua e là, ma senza esagerare. Cantate quasi tutte in arabo, le canzoni che mi hanno colpito maggiormente sono state "lli fat mat!", "safi" e il singolo "Tekitoi" (questo cantato in francese). Complessivamente il mio giudizio, per quel che vale, è positivo. Ho messo in lista della spesa altri due dischi, perchè voglio saperne di più. Uno live (perchè voglio sentire come rendono) dal vivo, mentre l'altro si intitola "Made in medina", l'album dal quale è presa la song che ho sentito in Francia e che mi ha spinto a conoscere questo artista. 

 
 
 

Appunti di viaggio (28-12 2006/ 6-1-2007)

Post n°41 pubblicato il 06 Gennaio 2007 da darkside_79
 

immagineMenton- Cote Azur- Francia

Ha il volto delle miniature che puoi comprare nelle piccole calli, in qualche colorito negozio che vende le casette alla francese, con tanto di omini con la baguette sotto il braccio. Ha la lucentezza di un firmamento estivo, con una miriade infinita di luminarie che accendono le notti natalizie. Ha l'accento francese che si mescola con quello italiano, con quel classico riproporsi di rapporti un pò così tipico dei paesi di frontiera. Là dove le targhe delle auto diventano una gialla e una bianca, e dove snoccioli un bonjour e un ciao come stai, senza badare più a chi ti trovi davanti. Che tanto tutti capiscono, e a volte apprezzano, a volte sopportano, in un gioco perenne di ambiguità. Di amori reali, a volte. E falso senso di tolleranza in altre. Di sorrisi veri e altri meno veri. Quì è così.
Si sta bene, Dio come si sta bene. C'è anche tanta cordialità e poesia. Ma non sempre italiani e francesi vanno a braccetto, e la sensazione di essere ospiti desiderati ma non sempre sopportati appare qua e là.
Sfumature, dai. E occasionali.

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'Che c'è tanta bellezza da raccontare e tante gentilezze da ricordare. La vita qui scorre molto meno affannosa che a Torino, il clima è tiepido anche a gennaio. I volti spesso distesi, ci si sorride con più facilità. Non è un fattore di tasche. Perchè è vero che qui non puoi certo dire che se la passino male, ma anche il clochard che gira dalle parti di casa mia sembra meno scavato di altri. Saluta le persone, scambia due balle un pò con tutti, e spesso riceve qualche aiutino senza dover pregare quasi nessuno. Anni fa portavo a passeggio il cane e si è avvicinato per accarezzarlo, scambiammo due parole e mi sembrò più dignitoso di tanti borghesi tutto look, carte di credito e poca materia grigia. Vive in riva al mare. E forse non immagina la rigidità di certi inverni piemontesi, che ti sbarellano pure le ossa. Ma ha gli occhi di chi conosce il mondo e forse per scelta consapevole ha deciso di non allinearsi. Di vivere di poco, quasi sbertucciando chi si arrabatta a fare soldi. Spesso mi chiedo se lui non abbia capito il senso della felicità. E amo pensare che se la rida a vedere il resto dell'umanità che corre a perdifiato.

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A proposito di fiato; qui te lo tolgono ad ogni scorcio. Un paesaggio curato e colorito, minuscole viuzze che nascondono inaspettate realtà, una variegata campionatura di luoghi bellissimi e un fugace senso di invidiabile quotidianità a ritmi più blandi. Maestri nel presentare le loro chincaglierie, con certi negozietti così affascinanti che non riesci a non buttarci un occhio, riescono a invoigliarti a spendere qualche euro in robe che qui da noi, manco gratis.
La gente poi... La finezza di molte francesi è disarmante. Ci sono delle ragazze di una bellezza naturale, spontanea. Lo vedi che non è il trucco. E nemmeno il vestiario, 'che se vestono italian style è un conto, ma quelle scarpe francesi ogni volta è un disgusto alla vista. Eppure su di loro calzano bene, va bene uguale. Sembrano adatte a sfilare anche con quattro stracci. Perchè sono luminose di suo, con passo elegante, un pò snob forse. Eppure vagamente maliziose.
Adoro il cibo francese. La delicatezza dei vini e di certi piatti è rimarchevole, così come l'atmosfera di certi localini vista mare, o giusto due passi nel budello. Ciò che mi piace di più in questo senso sono le luci soffuse e le voci basse di certi ristoranti, un riposo per la vista e per le orecchie.  E poi i mercatini, quelli dell'antiquariato. Spuntano come funghi, e io non resisto. Smanetto in quei cestoni di dischi come un mezzo pervertito, 'chè io lo so che l'affare a volte capita. Un anno fa, di questi tempi, pagai dieci euro una copia originale di Dark Side of The Moon inglese, label col prisma azzurro. Vallo a cercare tramite vie convenzionali quel disco; ti partono cinquecento cocuzze come noccioline. Ancora oggi se lo racconto, mi credono in pochi.

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Un ultimo appunto di questo capodanno mentonese. La ville lumiere ruota intorno al suo Casinò. Nelle feste di capodanno (così come in altre occasioni durante l'anno), il piccolo parco davanti al Barriere si illumina a festa con costruzioni e animazioni a tema. Quest'anno con tutta probabilità ci si rifaceva al circo. Ma vedere un cucciolo di giraffa sclerare in un recinto minuscolo, con auto e motorini chiassosi, scintillii di ogni tipo, gente intorno che scattava foto coi flash e trick e track, non è stato certo un bello spettacolo. Non mi piacciono ste cose, mi rovinano la giornata. Il prossimo anno metteteci Zizou a prendere a capocciate i cactus.
E vedrai che una foto ricordo me la sparo pure io...  

 
 
 

Post N° 40

Post n°40 pubblicato il 28 Dicembre 2006 da darkside_79

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Bibliotecando

Post n°38 pubblicato il 28 Dicembre 2006 da darkside_79
 

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Tiziano Terzani-La fine è il mio inizio
Una vita allo specchio, fotogrammi di esistenza vissuta sull'onda dei grandi avvenimenti del Novecento. Un viaggio a ritroso, l'ultimo viaggio, che accompagna i suoi residui aneliti di vita, lassù, nella sua casa di campagna toscana con un cartello alla porta che chiede di non disturbare più. Lui e suo figlio a registrare una serie stupefacente di sedute che si risolvono in lunghe e appassionanti chiaccherate. Intorno il silenzio, o se vogliamo lo straripante e dolcemente rumoroso eco della natura. In questa cornice di quiete, in attesa che la vita faccia il suo decorso (sta morendo ma lo vive con senso di giornalistica curiosità, come fosse l'ultimo mistero da svelare, cosparso di una serenità esistenziale che fa invidia) Tiziano Terzani ripercorre le tappe del suo incedere su questa terra. Lui, di famiglia poverissima, capace di emanciparsi dalle strettoie di un sobborgo di Firenze e di tramutare la sua vita in un viaggio continuo, alla ricerca di senso e possibili verità, sempre distaccato dai clichè dominanti, dalle ufficialità degli organi di stampa e dagli ipse dixit di qualsiasi fonte di informazione. Scavare per capire. Oltre le convenzioni. Korea, Vietnam, Cambogia, Cina, Russia, città, paesi, villaggi e campagne di tutto il mondo. Guerra, politica, società, ma anche amore, incanto, senso di diversità. E poi montagne, a meditare. Un richiamo per l'oriente che trova il suo sfogo in un lavoro (corrispondente) che è come un perfetto abito ricamato per dissetare il suo costante senso di ricerca. Andare là dove la Storia sta scrivendo le sue pagine più importanti, là dove la gente fugge per paura e disperazione, dove la vita te la giochi con niente. E dove finisce che ti ritrovi una pistola alla tempia e per ore resti in attesa di un giudizio capitale che non avverrà per pure casualità. Il libro si colora di mille altre vicende analoghe, pregne di tensione emotiva ad esaltare il senso della Storia, il mistero del vivere e lo scorrere del tempo, come un telaio sul quale ricamare ogni pagina. Non farò opera di critica (positiva o negativa) sulla sua visione del mondo, che rimane per me, punto di osservazione schietto e affascinante a prescindere, al di là della condivisibilità o meno delle sue deduzioni. Non è proprio questo il mio piacere alla lettura. Semmai il capire come si guarda il mondo con occhi non propri. Scoprendo punti di contatto e differenze. Ed è per questo motivo che questo testo è valso per me ore di appassionante condivisione con il pensiero di un uomo che vale la pena di ascoltare e con una vita che merita di essere ripercorsa.

 
 
 

Ascolti serali del 26-12

Post n°37 pubblicato il 27 Dicembre 2006 da darkside_79
 

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The Who-Tommy
Ah questo disco. Che vi devo dire, è una mia piccola passione sempreverde. Sparisce in mezzo alla mia tonnellata di dischi, e ogni tanto salta fuori. Ed è sempre un'emozione. Insieme a Who's next il mio preferito in assoluto dell'intera discografia di questa band. Quando lo sento in cd, come stasera, faccio rigirare "go to the mirror" per cinque o sei volte. "See me..feel me.. touch me... hear me......"

 
 
 

Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 26 Dicembre 2006 da darkside_79
 

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Treshold-Hypothetical
Il sound di questo gruppo non mi dispiace affatto, anche se nel complesso della loro discografia ci sono bei pezzi misti ad altri un pò anonimi, nonostante la bravura tecnica. Hypothetical ha qualcosa in più rispetto a molti altri lavori, a partirte dalla bellissima "light and space", per proseguire lungo tutto l'arco del disco con buone soluzioni tecniche e musicali. Menzione per la ghost track, con un arpeggio di chitarra davvero coinvolgente. 

 
 
 

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 26 Dicembre 2006 da darkside_79
 

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Pink Floyd-Meddle
E' l'unico caso in cui il vinile lo piazzo sin da subito sul lato B, dove trova spazio una delle suite che io amo alla follia. Echoes è uno dei pezzi più struggenti, nella sua interezza, che abbia mai ascoltato. E' un disco che apre a nuove direzioni, poi perfezionate in seguito; come se i ragazzi stessero cercando di dare forma a quel nuovo impianto sonoro e concettuale che da lì a poco farà la loro fortuna. Già in Echoes c'è la sensazione precisa di un concetto che Waters e compagni svilupperanno per intero con Dark Side: "Strangers passing in the street...by chance two separate glances meet... and i'm you and what i see is me".
Forse non ancora al livello dei dischi successivi (vuoi per i riempitivi del lato A, alcuni notevoli, altri normali che non brillano così clamorosamente per intensità), ma la strada è quella... ci siamo vicini. 

 
 
 

Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 26 Dicembre 2006 da darkside_79
 

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Hatfield and the North-Omonimo
Strabiliante come sempre, questo lavoro sa toccarmi davvero l'anima. Non so spiegarmi perchè a molti risulta ostico, mentre al sottoscritto ogni nota pare come neve che si posa dolcemente. Puro spirito canterburiano, con fraseggi infiniti e perlustrazioni jazz. La canzone "Song of there's no place like Homertown" equivale a dieci minuti di apnea dolcissima, con divagazioni continue che fluiscono in un finale in cui spiccano le voci delle Northettes, con un coro capace a distanza di anni di emozionarmi come al primo ascolto. Quella copertina poi.... equilibrio sottilissimo fra tensione e quiete. Proprio come piace a me. La rimirerei in eterno...

 
 
 

Il Natale al telescopio

Post n°33 pubblicato il 25 Dicembre 2006 da darkside_79
 
Tag: vari

A tutti quelli verso i quali la vita non è stata onesta,
a tutti quelli che ogni giorno è più dura di prima,
a tutti quelli che un camino, un tavolo imbandito e una famiglia intorno te lo sogni,
a tutti quelli che hanno motivo di patire l'insofferenza o l'indifferenza dei propri simili, in ogni campo,
per tutti quelli che il Natale è solo un giorno duro come un altro,
a tutti quelli che sperano e a quelli che sperare costa troppo,
a chi è vittima di qualsiasi tipo di violenza, fisica o psicologica
a quelli che il Natale non è giorno religioso,
a coloro che credono, in qualsiasi cosa credano, e che aiutano chiunque, senza distinzioni, 
a quelli che in ospedale soffrono o in giro per il mondo muoiono per i giochi di potere di pochi,
a chiunque senta sulla pelle la discriminazione di razza, idee politiche, religione, costumi e pensieri,
qualsiasi essi siano,
a chi è solo, 
a chi si sente tale pur immerso in un oceano di individui,
e a tutti quelli che anche solo una carezza o un piatto caldo questa sera...

Un pensiero.

 
 
 

ascolti serali del 23 dicembre

Post n°31 pubblicato il 23 Dicembre 2006 da darkside_79
 

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Genesis-A trick of the tail
Il mio piccolo gioiellino genesiano, per me solo secondo a Selling England by The Pound. E' un lavoro che io trovo ipnotico e pregno di sonorità coinvolgenti, unite a testi spesso misterici e complessi. Ripples rimane un pezzo che mi impone assoluto silenzio e immobilità all'ascolto, Mad man moon ed Entangled sono brani che amo gelosamente. 
                                                                                         

 

 
 
 
 

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