Dark side of Mars...

RACCONTAMI UNA STORIA - ROMA


Mi sento come sospesa su una nuvola oggi.Non ce n'è, per quanto io mi sforzi non riesco a combinare niente e me ne devo fare una ragione, semplicemente. La famosa "melassa" del mio amico Scrittore mi cattura nelle sue sabbie mobili, si fa beffe di me e mi sfida a toglierla di mezzo, cosa che forse non ho nessuna voglia di fare, mi ci avvolgo e amen.Vorrei darti la colpa, come faccio sempre, scherzando, ma ovviamente non è semplice, in quanto c'è quella buona dose della mia insana impulsività che mi ha portato dritta in braccio all'uragano, a ben 600 km da casa, quindi direi che tranquillamente posso essere tacciata di essermela andata a cercare.Smetto di cercare di impegnarmi in qualcosa e mi metto semplicemente alla finestra a guardare le nuvole, lasciando libero corso ai pensieri, che si aggrovigliano e si rincorrono come spinti dal vento.Ieri, mentre tornavo a casa, sul treno ho aperto il mio libro...solo che non si è aperto al segnalibro, ma a caso da un'altra parte...e tra le pagine è apparso il tuo aereoplanino di carta, quello che mi avevi dato a pranzo, fatto con la ricevuta e le tue mani che, lentamente, come se stessero dando forma ad un sogno, lo hanno plasmato e fatto mio. I segni, come sempre, si sprecano."E' bello volare...""Allora vieni con me sul nostro aereoplanino di carta e voliamo!""E dove mi porterai?""Non so, il problema di questo tipo di aerei è che non si possono controllare..ci vieni lo stesso?""E' l'unico posto al mondo dove vorrei trovarmi adesso."Adesso lo rigiro tra le mani ma con molta attenzione, come una cosa fragilissima  e preziosa che potrebbe svanire da un momento all'altro."Sai dove ha passato la notte il tuo aereoplanino? Accanto a me..sul comodino."Se devo pensare alla mia giornata a Roma, non ci  trovo S. Pietro o la Fontana di Trevi...ma uno sguardo che da quando l'ho incrociato, non mi ha abbandonata un attimo, scrutando nelle profondità della mia anima come se volesse catturarla e farla sua. Uno sguardo che ho sentito su di me anche quando facevo altro, mentre leggevo i post sul tuo cellulare o guardavo i bambini rincorrersi in giardino, o sorridevo a quel gentilissimo cameriere che mi faceva i complimenti. Uno sguardo a cui spesso sono fuggita abbassando il mio, mentre mi prendevi in giro sulle mie "cinquanta sfumature di bordeaux" che nascondevo con gli occhiali da sole.Ma c'eri tu in quello sguardo, in quegli occhi, e adesso che non li trovo più davanti a me, penso che forse non ti ho guardato abbastanza, non ho fatto scorte sufficienti che mi possano bastare ora che mi sono stati tolti, e chissà per quanto tempo non li rivedrò, non ti rivedrò camminare a fianco a me per strada o guidare sicuro in mezzo al traffico, con me acciambellata come un gatto sul sedile passeggero, alzando insieme gli occhi al balcone di quel matto che ci ha messo i lampioni da giardino, ridendo insieme e immaginando che altro ci poteva essere nascosto dietro il muretto..i nani..il tappeto erboso...Questa giornata rimarrà per sempre sospesa tra sogno e realtà, nei miei ricordi più belli. Le chiacchiere, le risate, ma anche le tue pause improvvise, quando smettevi di parlare e rimanevi lì a guardarmi sorridendo, e avrei dato chissà che per indovinare i tuoi pensieri.Portarmi a pranzo in quell'angolino stupendo di verde in mezzo ai palazzoni..con gli uccellini che venivano a becchettare cinguettando come fossero partecipi delle nostre risate...Mandarmi un sms mentre eravamo uno di fronte all'altra, e il mio cellulare che non prendeva anche  all'aperto, e ridere come matti quando all'improvviso irrompeva la mia suoneria molto discreta, quel "Beautiful!" urlato a squarciagola che ti dedico...Gli altri avventori che si giravano a guardarci sorridendo..chissà perchè...La voglia, tanta, di stringerti le mani...Sfogliare a occhi chiusi il libro di Paulo Coelho che ti ho portato, e fermare il dito su una pagina a caso..."Questa non vale, è un'immagine.""Vale, vale...guarda cosa rappresenta...è una gabbia aperta e vuota...""Hai ragione."Noi due nel nostro piccolo pezzetto di mondo...fermi, lì a guardarci negli occhi.Abbiamo fatto fermare il mondo intero in quel momento.Niente esisteva al di fuori dei nostri sguardi intrecciati.E più tardi, quando mi hai accompagnato alla stazione, e io mi sono persa nel tuo abbraccio, ti ho detto: "Questo me lo porto via con me..." e tu mi hai risposto con  quel bacio leggero che già sapeva di nostalgia...Questa è la Roma che resterà sempre scolpita nel mio cuore, i momenti che hai saputo regalarmi, nonostante fino all'ultimo continuassi scherzosamente a inveire contro certe "sorprese" che non lasciano tempo e modo di organizzarsi per strappare più tempo a quel poco che ci è stato concesso...e io che ti rispondevo ridendo che eri già stato fortunato che non avessi deciso di fare come in origine e non dirti nulla...Ecco, se ripenso a Roma rivedo i tuoi occhi...verdissimi come un prato imperlato di rugiada d'estate...come la foresta in cui hai ascoltato l'arpa celtica...scintillanti di luce...come smeraldi...fissi nei miei.Tu sei diventato la Città Eterna...seducente d'un fascino che inspiegabile mi sospinge sempre verso di lei, per quanto io ne sia lontana...E' per questo motivo che so che devo dirti addio.