Dark side of Mars...

A Christmas carol (parte seconda)


 
 
Sonia si rigira tra le mani il pupazzo preferito di sua figlia, il primo regalo che le avevano fatto quando era nata, in quella freddissima mattina di dicembre, un pupazzo di neve con un buffo cappello natalizio  che, se gli si preme la pancia, canta "Feliz Navidad". Buffo, è tutto il giorno che risente quella canzone, un paio di volte in tv, un'altra quando è andata al centro commerciale a prendere i fiori. Non è un caso, lei è convinta che la sua bambina le mandi dei pensieri e dei segni, specie quando la vede un pò giù di morale come adesso.Come stamattina, che ha trovato inspiegabilmente sul suo comodino un sacchetto con i bottoni a forma di coccinella che le aveva comprato, da cucire sul grembiulino dell'asilo... e potrebbe giurare che prima di oggi non c'erano.Così, ad un tratto, Sonia apre la porta di casa ed esce,senza nemmeno prendere il cappotto, nonostante sia una sera gelida. E' diretta poco lontano, in un posto che è diventato la sua seconda casa ormai.I cancelli del cimitero sono chiusi ai visitatori, proteggendo al loro interno coloro che riposano in silenzio, sotto mille lucine che splendono nel buio come decori di Natale.Sonia pensa alla sua bambina, e si chiede se abbia freddo, tutta sola la' sotto. Se lo chiede spesso, come si chiede se lei la aspetti, tutta sola, quando si aprono i cancelli del cimitero, come la attendeva con ansia quando era ricoverata in rianimazione e le concedevano solo agli orari di visita di starle vicino.Le sembra una crudeltà, che debba ancora aspettare di stare accanto alla sua bambina, come quando era in ospedale.Così si aggrappa alla cancellata si protezione e sale, un piede dopo l'altro, cercando di non scivolare, è contenta di non avere il pesante cappotto che l'avrebbe impacciata, non sente il gelo tagliarle le mani. In un attimo è dentro, percorre il vialetto di ghiaia che scricchiola un pò sotto i suoi passi, ricoperto di brina nella notte, e brilla sotto la luce della luna, alta nel cielo. Il cammino familiare la porta in un attimo davanti alla foto che ama così tanto e che le sorride, sopra i pupazzi natalizi che le ha messo la settimana precedente. Sonia le mette accanto il pupazzo che ha portato con sè, poi cambia idea e lo tiene fra le mani, mentre si sdraia accanto alla piccola lapide, sotto il vento gelido che le sferza i capelli. Ma lei non lo sente, anzi, si sente stranamente pervasa da un calore intenso, come se avesse bevuto qualcosa di bollente. Così rimane lì, a guardare la sua bimba sorridere nel buio, e ad accarezzare quella foto, sussurrandole "ti amo", come fa tutte le volte che viene a trovarla, e ad un certo punto sorride anche lei, rasserenata, mentre una lacrima scivola giù, e si perde nel cappello rosso del pupazzo che stringe tra le mani.  Ed è così che la ritrova il custode la mattina di Natale, mentre fa il solito giro prima di aprire i cancelli, accoccolata sul piccolo prato ricoperto di pupazzi e stelle lucenti.La lieve nevicata notturna ha ricoperto come una coperta di trine il volto e i capelli della mamma, che sembra dormire, vegliata dallo sguardo sorridente della sua bambina,  come in uno strano quadretto al contrario, con il pupazzo ancora stretto fra le dita. I capelli brillano di cristalli di ghiaccio, le labbra sono violacee ma il viso è bianco e freddo come la neve, e sereno, e ora Sonia, finalmente, sorride, con gli occhi chiusi e l'espressione dolcissima che solo una mamma che tiene in braccio la sua bambina può avere.E se qualcuno fosse passato, in quella magica notte, davanti a quella tomba, avrebbe giurato di aver visto una figuretta vestita di bianco, camminare svelta e andarsi a mettere davvero in braccio a quella mamma, accarezzandole il viso, una figuretta con i capelli bruni, ricciuti e lunghissimi e uno sguardo da monella birichina, splendente  di luce e trasparente come il cristallo.O forse era solo il riflesso della neve bianchissima sotto le lucette della notte di Natale... chissà. Phoenix* "The Grinch"