Dave's Blog

La gente si spara, colpa dei videogiochi?


Quando mio padre era piccolo, mio nonno gli diceva che i fumetti provocavano l'aumento della violenza. Quando a Columbine due ragazzi hanno fatto strage di coetanei in un liceo, la colpa era di Marylin Manson. Adesso si punta il dito sui videogiochi. Da super consumatore di videogame forse dovrei schierarmi senza indugio contro la strumentalizzazione del genere. Però non ne sono così convinto. I videogiochi portano la violenza ad un nuovo livello: non è più semplicemente ascoltata, letta o vista in tv, ma è provata in prima persona. Staccare la testa con un machete, massacrare qualcuno con una motosega, o sparargli in mezzo agli occhi (mentre si cerca di evitare che qualcuno lo faccia a a te) riempie di tensione e adrenalina come se quelle cose avvenissero davvero. Ovviamente questa è la parte divertente, e con la nuova generazione di giochi il realismo è sconcertante. Poi la partita finisce, si pegne la console e si va a dormire, ma siamo sicuri che sia così per tutti? Ovviamente io non lo so e come tante cose non penso si avrà mai la controprova, e gli esempi che ho citato ci ricordano che spesso si cerca comunque un facile capro espiatorio. E la cosa potremmo girarla al contrario: senza lo sfogo catartico dei videogiochi, magari qualcuno esce di melone e come Michael Douglas si presenta in ufficio con un kalašnikov. Io di sicuro...