Davide Romano

Il saluto romano offende anche chi vota il centrodestra


Contestare o comunque esprimere il proprio dissenso dal governo in carica è legittimo, ci mancherebbe. Sono i modi e i simboli con cui tale critica viene espressa a destare più di una perplessità. Giovedì, presso l’università Cattolica, Milano non ha assistito a un bello spettacolo. Anzi, è stato proprio avvilente vedere alcuni studenti di destra che, per contestare Prodi, hanno mostrato le mani tese nel saluto fascista. Un gesto sbagliato, non tanto e non solo perché offensivo verso il premier o verso le minoranze perseguitate dal fascismo. Quel saluto romano è un gesto che offende l’intero paese, senza eccezioni. Quelle mani tese sono infatti un insulto anche allo stesso popolo della Casa delle Libertà, che magari si identifica pure con chi dissente da Prodi; ma che certo fatica a riconoscersi in quei gesti incivili. Questi “studenti”, che peraltro hanno l’improntitudine di definirsi fedeli seguaci della Chiesa di Roma, pensano davvero che Mussolini e la simbologia fascista siano compatibili con l’insegnamento di quell’ebreo chiamato Gesù Cristo? A tanto è arrivata la confusione nelle loro teste? Anche per questo un richiamo da parte della classe dirigente della CdL ai propri gruppi giovanili certo non farebbe male. Così come i vertici dell’Unione a suo tempo presero le distanze dagli autonomi che bruciavano le bandiere USA e di Israele. I contestatori che fanno il saluto fascista infatti, esprimono un’intolleranza non troppo diversa rispetto a quella dei manifestanti filo-kamikaze tante volte – e giustamente - contestati dai dirigenti della CdL. Recentemente da queste colonne ho invitato anche il “popolo” e la dirigenza del centrodestra a partecipare al Giorno della Memoria. Un invito che è stato ben accolto – e ne sono lieto - dai diversi responsabili politici della CdL. Visto però che i ragazzi che hanno fatto il saluto romano erano in buona parte di Azione Giovani (i giovani di AN), credo doveroso chiedere alla dirigenza milanese del partito di Fini quali iniziative pensa di prendere per stimolare i propri giovani – futuri dirigenti del partito – a migliori riflessioni sul ventennio fascista. Qualcuno potrebbe sollevare la questione di cosa si fa invece a sinistra contro l’odio per Israele. Credo che Milano da questo punto di vista sia meno criticabile, grazie al lavoro svolto da un gruppo come la Sinistra per Israele, supportato dallo stesso segretario dei DS Fassino. Certo, non è che la Sinistra per Israele abbia vinto la battaglia contro l’antisionismo a sinistra. Ma almeno ha dimostrato la voglia di affrontare il problema. E’ troppo chiedere altrettanto anche alla destra? Voglio troppo bene al mio paese per arrendermi all’idea di una politica che non lotti contro ideologie dell’odio quali l’antisemitismo e l’antisionismo. A meno che si reputi normale che gli elettori continuino a dover scegliere tra chi occhieggia ai fascisti e chi ammicca ai terroristi. (pubblicato su La Repubblica-Milano del 20 gennaio 2007) Davide Romano