Davide Romano

La linea dura non scioglie i nodi dell'integrazione


Dopo gli scontri di Chinatown torna il solito dibattito, c’è chi è per la linea dura e chi per la linea morbida. Credo sia il caso di superare questa annosa (e noiosa) disputa, per adottarle entrambe: legalità sul territorio e perseguimento dei violenti da un lato, ma anche dialogo e soluzioni più condivise e graduali per cercare di sciogliere i nodi sorti in via Paolo Sarpi dall’altro.La politica deve partire da un fatto: oggi siamo di fronte a una China Island (isola cinese), non a una Chinatown (ossia un quartiere della città). Chinatown deve rappresentare l’obiettivo da raggiungere. Da alcuni anni “l’isola” di via Sarpi sta scivolando lentamente verso una “devolution” di fatto, anche a causa delle scarse relazioni con la città. Per questo la vera priorità delle istituzioni milanesi dovrà essere l’attivazione di quelle “infrastrutture del dialogo” che mancano con China Island. Non è impossibile. Sui giornali come in tv abbiamo visto come i sino-milanesi aperti al dialogo non manchino. Sono loro la speranza e la via maestra per una politica più inclusiva. E’ soprattutto attraverso loro che le nostre istituzioni devono mediare, supportandoli nel delicato ruolo di pontieri, e promuovendoli ad interlocutori di una comunità che non ha l’abitudine ad occuparsi di politica. Così si può davvero puntare ad un reciproco ascolto, e quindi ad un reale miglioramento delle relazioni. Bisogna incentivare insomma la comunità sino-milanese a partecipare maggiormente alla politica della città. Si devono quindi offrire maggiori opportunità di uscire dall’apparentemente comodo guscio protettivo dei rapporti di clan, incoraggiando l’emancipazione sociale e politica. Far capire loro che – come hanno dimostrato le recenti tensioni -  “se non ti interessi alla politica, prima o poi essa si interesserà a te”.Per poter prevenire le emergenze della città – e come ben sappiamo non c’è solo quella cinese - c’è bisogno di una grande capacità di ascolto. In questo senso va incoraggiata la Moratti a realizzare il suo impegno elettorale di costituire una Consulta degli immigrati.Tempo fa su queste pagine proposi anche la costituzione a Milano di un Assessorato all’integrazione. Resto infatti convinto che solo attraverso una struttura stabile, che garantisca la continuità dei progetti di aiuto agli immigrati, sia possibile ottenere risultati concreti. La politica sull’immigrazione degli ultimi anni ha mostrato tutti i suoi limiti e va cambiata. Spetta oggi alla Moratti la difficile scelta di quale nuova strada intraprendere. Ma per un sindaco che vuole governare una città complessa come Milano e dare sicurezza ai propri cittadini, credo che l’unica strada percorribile sia quella di fare delle scelte coraggiose. Come abbiamo visto in via Sarpi, la sola linea “dura” della legalità non funziona, a meno che non sia accompagnata parallelamente anche da quella “morbida” dell’inclusione. Milano ha bisogno di entrambe le linee: questa è stata, e può essere ancora, la ricetta vincente per la nostra città.Davide RomanoPubblicato su La Repubblica del 16 aprile 2007