Davide Romano

Festa di gioia malgrado i divieti


Oggi inizia il Ramadan, uno dei cinque pilastri su cui si fonda l’Islam. Si ricorda infatti la rivelazione del Corano avvenuta – secondo la tradizione islamica - 14 secoli fa. A partire da oggi e per trenta giorni i musulmani osservanti – e spesso anche quelli laici – rinunciano a mangiare, bere, fumare e fare sesso durante il giorno. Spesso a sentire tutti questi precetti, i non musulmani sono portati a pensare che questo sia un periodo di sacrifici, e quindi di tristezza. Il Ramadan invece è una festa gioiosa. I divieti valgono solo per chi è in salute, e ne sono dunque esentate donne in gravidanza, anziani, bambini e malati. Questo è bene ripeterlo per chi – non conoscendo l’Islam – vede nel Ramadan una pratica pericolosa; ma giova ricordarlo anche a coloro che – islamici – vogliono comunque sottostare ai divieti anche se non stanno bene. Durante il Ramadan si prega e si leggono parti del Corano, si mangia tutti insieme dopo il calare del sole, ed è un periodo particolarmente raccomandato per le buone azioni in favore dei meno fortunati. Se conoscete qualche musulmano, sorprendetelo positivamente: porgetegli un "Ramadàn karìm", l’augurio tipico di questa festa. Ma Ramadan karim va augurato anche a tanti altri musulmani milanesi: a tutti coloro che non hanno ancora una moschea dove pregare, per esempio. Ramadan karim a chi costruisce le case e gli uffici in cui viviamo, ricevendo paghe da fame, senza sicurezza, e ha già visto da vicino cosa significa rischiare o addirittura perdere la vita per pochi euro all’ora. Ramadan karim a tutti quelli che lavorano onestamente nella nostra città, regolari e non. Ramadan karim a quelli che stanno in prigione, magari solo perché non hanno avuto un interprete decente. Ramadan karim ai tanti ristoratori musulmani che tengono aperto anche ad agosto. Ramadan karim ai tanti padri che si spaccano la schiena nel nostro paese e mandano tutto quello che possono a moglie e figli a casa. Ramadan karim alle donne islamiche, alla loro difficile quanto commovente lotta per l’emancipazione. E uno speciale Ramadan karim anche al mio amico senegalese Nary - laureato in giornalismo a Dakar, ed emigrato in Italia per mantenere i figli in Africa - che vende libri a chi passeggia in Corso Vittorio Emanuele: un esempio di tenacia ed umiltà anche per tanti nostri connazionali. Ramadan karim ai tanti che, come lui, spendono cinque euro al giorno per chiamare casa solo per poter sentire le voci dei propri figli, che mi raccontano di come il sacrificio maggiore sia proprio non essere lì a vedere i propri bambini crescere, giorno dopo giorno. E infine Ramadan karim anche al sindaco e De Corato: perché sappiano essere i rappresentanti di tutte le comunità della nostra città, islamica compresa.Davide RomanoPubblicato su La Repubblica-Milano l'11 agosto 2010