Ogni anno, di questi tempi, a Bologna si ripete il solito noioso copione: un ministro della repubblica, di solito il più placido e fine tra quelli a disposizione (gli altri, i più rozzi, i plebei, quelli che rappresentano meglio l'elettorato se ne staranno già in qualche consunta spiaggia oltreoceano, a fare pesca subacquea o tirar tardi in locali di "amici") viene precettato e spedito a rappresentare il governo alla commemorazione della strage della stazione presso l'ultima roccaforte etnica del comunismo italico. Risultato: scroscio di fischi. Poiché la plebe di Bologna ha già dimostrato ampiamente, negli anni, di possedere già la verità e di non avere altro da fare se non insultare chiunque non la condivida, mi chiedo perché l'attuale governo di centrodestra non abbia ancora deciso di rompere questa ridicola e mortificante tradizione. Che i comunisti di Bologna se la facciano da sé, questa commemorazione.
Stanca e prevedibile ritualità
Ogni anno, di questi tempi, a Bologna si ripete il solito noioso copione: un ministro della repubblica, di solito il più placido e fine tra quelli a disposizione (gli altri, i più rozzi, i plebei, quelli che rappresentano meglio l'elettorato se ne staranno già in qualche consunta spiaggia oltreoceano, a fare pesca subacquea o tirar tardi in locali di "amici") viene precettato e spedito a rappresentare il governo alla commemorazione della strage della stazione presso l'ultima roccaforte etnica del comunismo italico. Risultato: scroscio di fischi. Poiché la plebe di Bologna ha già dimostrato ampiamente, negli anni, di possedere già la verità e di non avere altro da fare se non insultare chiunque non la condivida, mi chiedo perché l'attuale governo di centrodestra non abbia ancora deciso di rompere questa ridicola e mortificante tradizione. Che i comunisti di Bologna se la facciano da sé, questa commemorazione.