Creato da Karmelia il 19/02/2007
Il mito e l'antica cultura della Dea Madre

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«  TEMPLARI E LA RELIGIONEIL CULTO DI MEFITIS »

I TEMPLARI E LA DEA MADRE

Post n°38 pubblicato il 04 Dicembre 2007 da Karmelia

Sulle strade di percorrenza dall’Europa e, in special modo  dalla Francia e dall’Italia per la Terra Santa ,lì dove il luogo era già stato consacrato dall’antico culto della divinità femminile , fondarono  presidii,aprirono servizi oggi diremmo bancari, commerciali, di scambio  che spesso divennero vere e proprie fonti di sviluppo per il territorio.

L’attività templare andava ben oltre  il ruolo   del monaco combattente per la cristianità.

Lungo le rotte di Terra Santa e ben oltre,per mari e terre , i Templari  erano uomini di pensiero e di azione, la cui vita era tra la preghiera, lo studio delle discipline, l’azione civile e militare.

Ebbero connotazione di condottieri, armatori, dottori,banchieri,maestri muratori.

Le tracce più evidenti delle loro opere sono quelle lasciate da architetti e maestranze dell’arte muratoria che ancora riempiono di stupore chi si avvicina ai luoghi templari.

Bari, Barletta, Trani, Matera ,Potenza e ogni paese della provincia lucana custodiscono tesori ambientali ancora tutti da riscoprire e analizzare.

I percorsi della fede erano segnati da luoghi di culto, basiliche, cattedrali, cappelle erette dai mastri muratori e dagli architetti templari i quali edificavano non la chiesa ma “il tempio” e,in breve tempo, nei pressi,  la vita prendeva dimensioni umane e commerciali attraverso la costruzione di foresterie, ospedali, ostelli, e oggi diremmo sportelli bancari..

I templari cui la regola severa di San Bernardo di Chiaravalle imponeva costumi casti oltre ogni misura, autorizzati all’unico e solo bacio possibile, quello alla propria madre, costruivano templi solo e soltanto in onore della Grande Madre che in Francia era onorata come “Notre Dame”, in Italia con le varie attribuzioni della Vergine Maria come Assunta, Addolorata, Immacolata, Concepita, Stella del Mattino. .

Per la sacralità del vincolo religioso di tipo ambivalente, terra-cielo i templari sincretizzavano il proprio culto al grande mistero legato alla Madre che  ricompone il ciclo vitale: nascita,morte,rinascita .

E’ il mito della Grande Dea antecedente al VI secolo a.C. assunto dal mondo per spiegare in termini di fede e per risolvere in termini di propiziazione il grande mistero della vita che attraverso gli elementi vitali dell’alcova e dell’acqua, “la polla” produce la rigenerazione e ricompatta il genere umano.

I templari eressero le cattedrali a partire dai luoghi già consacrati ai primordi dell’uomo e della donna, al culto della Grande Dea e Madre, legato al mistero che parte dalla terra, dal basso materiale e si eleva attraverso la morte, alla resurrezione, alla congiunzione col Tutto.

Come le vette delle Cattedrali Gotiche in Francia i Fratelli del Tempio proiettavano al cielo i campanili e i tetti della basiliche gotico-romaniche pugliesi e lucane che ricongiungono la terra alla potenza dell’Infinito Essere attraverso la mediazione della Madre dispensatrice e regolatrice di vita.

Purtroppo non tutte le cattedrali hanno goduto la fortuna di avere la clemenza del tempo e dell’uomo.

Spesso distrutte dagli assalti armati o da quelli naturali come i frequenti terremoti in terra campana o lucana, sono state poi ricostruite perdendone l’originalità e i segni distintivi del culto templare.     

Il dato che se ne trae è che la strada percorsa dai Poverelli del Tempio, se ritenuta opportuna per predisposizione di scambi e comunicazioni e soprattutto sacra, per la presenza accertata di ambiente dedito al culto religioso della Grande Madre veniva onorata con  la ricostruzione del sacro luogo.

La magica terra lucana, così la chiamava lo studioso Ernesto de Martino , ormai diviene come le mete di Rosslyn Chapel in Scozia e Rennes Le Chateau.

Anche l’origine dell ‘Ordine pare segnata da una nascita lucana:

Huges de Payen primo maestro dell’ordine secondo la storia ufficiale è francese nativo di Payen nella Champagne.

Ma recenti e ulteriori ricerche  definiscono il nobile cavaliere come italiano meridionale ,Ugo de Pagano,  nativo di Nocera o Pagani come il cognome o di Forenza in Basilicata, con nome francesizzato .

Si parla di una lettera scritta dallo stesso che dichiara che la nascita dei Templari sia avvenuta in Basilicata e non in Francia.

Solo un esatta documentazione può accertarne la veridicità.

Dan Brown nel suo best seller “ Codice da Vinci” riprendendo la leggenda orale gotica derivante  da alcune narrazioni precristiane ha riproposto la richiesta di veridicità sulla condizione della Maddalena , ma ha soprattutto riportato all’informazione mediale il “femminino sacro”  come presenza della Mater nei fenomeni

 naturali e della continuità della vita animale e umana.

Gli studi della Bachofen sul matriarcato, di Newman in psicologia che sottende all’inconscio femminile e del pensiero dell’antropologa Maria Gimbutas che indica l’Italia come luogo dove ancora si trovano tracce dell’antica Dea Madre  del Mediterraneo che “ha nutrito popoli diversi e una molteplicità di credenze”dove il pluralismo si mescola col Vangelo,rendono ancora più evidente agli esperti di miti e simbologia sacra la connessione  tra i luoghi di Acerenza, Castelmezzano, Vaglio, Rossano , le primordiali manifestazioni di culto dell’Antica Dea e il simbolismo templare.

Anche qui la Vergine Maria non venne venerata solo per le sue virtù ma anche perché simbolo e sublimazione del mondo femminile in quanto già  intimamente connesso attraverso il culto della Dea alla fecondità della terra e ai luoghi di scambio.

I principi del magnetismo terrestre, determinato dai diversi influssi del cosmo erano stati saggiamente acquisiti e sincretizzati dai Cavalieri con le tradizioni esoteriche cristiane attraverso la realizzazione del concetto bi-unitario riscontrabile in ogni aspetto della filosofia templare.

Basti pensare alle teorie relative alla “coincidentia oppositorum”.

Serra di Vaglio , nota come Serra San Bernardo onora il nome di Bernardo , il santo che ha scritto la famosa severissima regola templare.

 
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