Ma è possibile?

La legge è uguale per tutti... ma la pena?


Sia chiaro: non sto conducendo una campagna antimagistratura... però le notizie che mi colpiscono in questi giorni vanno a finire tutte da quelle parti...Più volte nei miei post ho affrontato il problema: "la legge è uguale per tutti?". Questa domanda, che fatta in un bar causerebbe una rissa con morti e feriti, è in realtà facile da rispondere. Si... la legge è li scritta uguale per tutti, il vero problema è un altro, ossia se le PENE sono uguali per tutti.La risposta è NO.Come faccio ad essere così sicuro? Semplice è appena stato dimostrato, al di la di ogni dubbio, da due magistrati, uno di Napoli e uno di Brescia.I fatti in breve sono questi: tre algerini sono stati arrestati in questi giorni; il capo si accusa è: Terrorismo. Uno è stato processato a Napoli e gli altri due a Brescia. Per i tre medesima accusa, stesse prove e stessi indizi. Da quello che ho letto i tre algerini facevano parte di un'organizzazione che si occupava di propagandare la Jihad, raccogliere fondi e fornire documenti falsi.Bene. Enrico Caravone, il gip (giudice indagine preliminare)di Napoli, ha confermato il fermo per terrorismo, mentre Roberto Spanò, gip di Brescia, ha si confermato il fermo, ma per "ricettazione e associazione a delinquere finalizzate alla falsificazione di documenti personali".Ricapitolando: arrestati nel corso della stessa indagine, stesse accuse, stesse prove, stessi indizi, ma... sentenze completamente diverse. Cosa c'è che non va?Intendiamoci con le mie conoscenze tecniche non sono certamente io a poter dire chi dei due gip ha sbagliato, ma uno dei due ha sicuramente sbagliato perchè: o è stato arrestato un falsificatore con l'accusa di terrorismo o sono stati arrestati due terroristi con l'accusa di falsificazione. Possibile che la legge, partendo da uno stesso identico presupposto, possa arrivare a risultati così diversi? E' così ampio il raggio interpretativo dei magistrati? Io ho sempre pensato che la legge fosse una cosa "tecnica" e cioè che per ogni reato fosse applicata una specifica legge (anche se con cavilli vari). Pensavo che la libertà di giudizio e di azione dei magistrati fosse limitata alle considerazioni "umanitarie" del caso... tipo le diverse esperienze sociali degli imputati...Dunque la legge è in fin dei conti una specie di poesia ermetica e i magistrati sono dei critici che cercano di interpretarla? No no no... non può essere .. o si?Davide