Dedicato alla Divina

Mina si clona con Boosta e Agnelli


È SEMPRE più difficile spiegare perché Mina pubblichi ancora dischi. Nei suoi riguardi c’è una fede quasi messianica che tutto ciò che incide sia da ascoltare. E che il solo fatto di stare lontana dai riflettori e di invitare musicisti e autori nel suo studio di Lugano la metta al riparo dal tempo. In parte è vero, in parte no. Oggi esce “Facile”, un disco coraggioso per certi aspetti, che però non aggiunge nulla a ciò che sappiamo già di lei. Mina ha una voce duttile, impressionante e capace di confezionare da sola qualsiasi prodotto discografico.<!--OAS_RICH('VideoBox_180x150');//-->
In questo caso ci sono almeno due sorprese che spostano un po’ il punto d’equlibrio del disco: Boosta, tastierista star dei Subsonica, e Manuel Agnelli, leader degli Afterhours. Non si dovrebbe dimenticare, fra gli autori, né Cristiano Malgioglio né Andrea Mingardi, ma sono i due musicisti più giovani a fare la differenza. L’album contiene dodici canzoni che fanno scoprire esordienti interessanti come Matteo Mancini e Gianni Bindi di “Volpi nei pollai”, e come Luca Angelosanti e Francesco Morettini di “Ma c’è tempo”. Ora, se Agnelli in “Adesso è facile” scrive una ballata dura e feroce sul fronte dei sentimenti, Boosta con “Non ti voglio più” rappresenta da solo la frontiera che Mina prima o poi doveva oltrepassare. Si tratta solo di capire se è un caso, e tale rimarrà, oppure se dopo aver interpretato di tutto, la cantante più misteriosa d’Italia sceglierà di esplorare più che in tutta la carriera. Da parte sua Boosta rivela: «Se devo essere sincero, mi ha colpito la professionalità con la quale lavora, ma molto di più la sua intelligenza, la sensibilità di donna, con una famiglia, i figli Massimiliano e Benedetta, che è un po’ singolare in tempi come quelli che stanno vivendo. Così egoisti».In realtà, Boosta vuol dire un’altra cosa: «La canzone che le ho proposto è una dichiarazione disperata di non amore. Direi piuttosto difficile per chiunque da interpretare. Mina mi ha lasciato la massima libertà, ha vinto la mia timidezza. Ha un orecchio musicale fresco, è molto meticolosa ma per nulla disinteressata. È una donna calata nel presente, non mi sembra assolutamente chiusa nella sua torre d’avorio a Lugano. Discute di qualsiasi argomento ma con tenerezza, e ti ascolta». Bene, perché anche dopo questo ritratto non si capisce bene dove Mina vada a parare. Ma sarà molto interessante scoprirlo in futuro. FONTE: ilsole24ore.it