Libri ed editoria

Carlo Menzinger su "L'uomo che dipingeva con i coltelli"


“L’uomo che dipingeva con i coltelli” di Marco Mazzanti (Deinotera Editrice – Ottobre 2008) lo definirei un romanzo cromaticamente tagliente. Che Mazzanti oltre a scrivere, dipinga è evidente dal suo sguardo attento alle immagini e alle cromie.La narrazione risponde alla domanda: cosa farebbe e come diventerebbe un ragazzo albino cieco che a sedici anni riacquistasse la vista mai posseduta? La risposta si va facendo pagina dopo pagina più inquietante.Senza voler svelare nulla della trama, dirò qui soltanto che il ragazzo sarà subito ossessionato dai colori, diventerà un pittore ed userà una tecnica molto particolare, che si deduce facilmente dal titolo. I coltelli però avranno nella sua vita e nella storia anche altri ruoli.Se la percezione del mondo per un cieco è notoriamente diversa, la percezione per un albino che è stato cieco, può essere ancora diversa, al punto da portarlo ad interpretare diversamente e erroneamente gli altri.Su questi temi si muove l’autore con grande attenzione alle descrizioni, cromatiche, tattili e olfattive, trascinando il lettore in un vortice di sensazioni, a volte persino in una particolare sensualità traviata.Interessante è l’incontro con altre menti malate che non potrà che provocare scintille fatali.La storia è ambientata sul finire dell’alto medioevo, ma la collocazione temporale della storia non appare significativa, descrivendo caratteri universali che potrebbero muoversi in qualunque tempo.La lettura scorre veloce e appassionante, anche nonostante qualche debolezza linguistica, del tutto perdonabile.Un altro autore che merita di farsi strada.