Libri ed editoria

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Cronaca di tutto Abruzzo e Molise su "L'Angelo delle tenebre"

Post n°50 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

Chieti - "L'Angelo delle tenebre" scritto dall'esordiente teatino, Andrea Donatangelo, è stato presentato ieri sera, con grande successo, all'aula Magna del Liceo Scientifico. Lo scrittore ventitreenne, iscritto all'Università di Chieti, Gabriele D'Annunzio, presso la facoltà di Beni Culturali, si è avvicinato alla scrittura molti anni fa intendendo lo scrivere un modo per dare concretezza alla sua fantasia. "Iniziai a scrivere - afferma Andrea Donatangelo - racconti di genere Fantasy e l'idea di scrivere questo romanzo è nata poco più di due anni fa. Ho incontrato - ci confessa l'autore - non poche difficoltà perché sono sempre stato abituato a scrivere pezzi per me stesso e non per un pubblico vasto. "L'Angelo delle tenebre" - prosegue Donatangelo - è sicuramente frutto delle mie passioni personali per i generi letterari fantasy e per la cinematografia che ha avuto un ruolo fondamentale nella stesura dell'opera. Adoro l'idea - afferma l'autore - di associare e coniugare il mondo contemporaneo a quello fantastico, dove creature si intrecciano con uomini comuni. Infatti - prosegue l'autore - mi sono basato sulla tradizionale suddivisione tra bene e male e il protagonista del romanzo è un uomo comune alle prese con i suoi sentimenti.Spero - conclude Donatangelo - che il lettore venga trasportato e coinvolto nel mondo de "L'Angelo delle tenebre".

 


Raffaella Picciani.
 
 
 

Carlo Menzinger su "L'uomo che dipingeva con i coltelli"

Post n°49 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

“L’uomo che dipingeva con i coltelli” di Marco Mazzanti (Deinotera Editrice – Ottobre 2008) lo definirei un romanzo cromaticamente tagliente. Che Mazzanti oltre a scrivere, dipinga è evidente dal suo sguardo attento alle immagini e alle cromie.La narrazione risponde alla domanda: cosa farebbe e come diventerebbe un ragazzo albino cieco che a sedici anni riacquistasse la vista mai posseduta? La risposta si va facendo pagina dopo pagina più inquietante.Senza voler svelare nulla della trama, dirò qui soltanto che il ragazzo sarà subito ossessionato dai colori, diventerà un pittore ed userà una tecnica molto particolare, che si deduce facilmente dal titolo. I coltelli però avranno nella sua vita e nella storia anche altri ruoli.Se la percezione del mondo per un cieco è notoriamente diversa, la percezione per un albino che è stato cieco, può essere ancora diversa, al punto da portarlo ad interpretare diversamente e erroneamente gli altri.Su questi temi si muove l’autore con grande attenzione alle descrizioni, cromatiche, tattili e olfattive, trascinando il lettore in un vortice di sensazioni, a volte persino in una particolare sensualità traviata.Interessante è l’incontro con altre menti malate che non potrà che provocare scintille fatali.La storia è ambientata sul finire dell’alto medioevo, ma la collocazione temporale della storia non appare significativa, descrivendo caratteri universali che potrebbero muoversi in qualunque tempo.La lettura scorre veloce e appassionante, anche nonostante qualche debolezza linguistica, del tutto perdonabile.Un altro autore che merita di farsi strada.
 
 
 

Libero libro su "L'uomo che dipingeva con i coltelli"

Post n°48 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

“[...] Era incapace di godere delle cose e di amarle, non appena le aveva. Diceva di conoscere ormai la sua arte così a fondo, che essa non gli offriva più nessun segreto: e non offrendogli più segreti, non lo interessava più. [...] Gli restava, dunque, da conquistare, la realtà quotidiana; ma questa era proibita e imprendibile per lui che ne aveva, insieme, sete e ribrezzo; e così non poteva che guardarla come da sconfinate lontananze. [...]” (Ritratto di un amico - Natalia Ginzburg).Uso una citazione per descrivere l’ultimo lavoro di Marco Mazzanti, “L’uomo che dipingeva con i coltelli”, perché la trovo perfetta nel riassumere la trama.Dmtrj, nasce albino e cieco, vive sviluppando tatto, olfatto, gusto e udito per cogliere ogni sfumatura di un mondo buio e vuoto.Sfumatura, una parola di cui non ne conosce il significato, fin quanto un intervento eseguito da un forestiero, che si trova di passaggio nel suo paese, gli dona la vista. Una nuova vita in un mondo che si materializza dinanzi ai suoi occhi, ma nel mentre accosta le forme ad un nome, impara a conoscere colori e sfumature si rende conto che non prova sentimenti; il vuoto assoluto di un cuore che non apprende emozioni se non quelle che gli donano il dipingere e le sfumature di colori “impressi” negli esseri umani: “Pezzi di carne” e nulla più. Intraprenderà un viaggio o una fuga da qualcosa e verso un qualcosa che non sa definire, una ricerca costante che gli farà incrociare la strada di Scile.Scile è un giovane che si prostituisce per vivere, o forse, perché è l’unica cosa che sa fare in quanto è questa la vita che gli è stata insegnata sin da piccolo. Un giovane pieno di risentimento, odio e con una grande fame di vendetta.Cosa li unirà? L’”amore” per Asja, il distacco dai sentimenti, il considerare l’essere umano “carne” e il rosso colore del sangue.“L’uomo che dipingeva con i coltelli” è un libro che ti appassiona, per certi aspetti ricorda “Il profumo” di Patrick Süskind, i protagonisti (Grenouille nel “Il profumo”, Dmtrj, Scile) sono dei disadattati che vivono il proprio incedere con un grande malessere interiore.Bravo l’autore nelle descrizioni dei colori, riesce con metafore e similitudine a materializzare immagini che dalle pagine si trasferiscono nella mente del lettore, creando così dei veri e propri Flashback. Ma di contro si denota una mancanza di descrizioni nei momenti cruciali della narrazione, una pecca che purtroppo si sente alla fine della lettura, lasciando un po’ di amaro in bocca.

 


Note biografiche dell’autore:Marco Mazzanti, artista, scrittore e libero pensatore, è cresciuto leggendo le fiabe di William B. Yeats e coltivando la passione per tutto ciò che riguarda il “piccolo popolo”.Ama leggere, scrivere, disegnare o dipingere con l’acquarello ascoltando la musica. Collaboratore della rivista Historica – Il Foglio Letterario, gestisce un proprio blog – www.mmushroom.splinder.com – in cui intervista scrittori, editori ed artisti.

 

di Katia Ciarrocchi
 
 
 

Giochidilingua su "L'angelo delle tenebre"

Post n°47 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

1) Iniziamo da una domanda di rito: Chi è Andrea Donatangelo? Come ti sei avvicinato alla scrittura?
Sono una persona come tante altre che cerca di vivere il più serenamente possibile ogni situazione. Mi piacerebbe lavorare nel campo artistico: adoro l'Arte sotto ogni suo aspetto. Il mio sogno nel cassetto è quello di collaborare con un museo d'arte moderna, magari ritrovandomi a passeggiare tra un Tiziano ed un Caravaggio.
La scrittura ha fatto parte della mia vita da sempre, ma solo da un paio di anni a questa parte si è trasformata da sogno in realtà. Sin da piccolo mi prodigavo nell'inventare storie fantasiose e intrecci di ogni tipo dando sfogo alla mia fantasia.



2) Come mai la scelta di scrivere un urban fantasy?
Ho scelto l'urban fantasy perché è il genere che adoro di più. Mi piace l'idea del fantasy ambientato ai giorni nostri, credo che sia uno dei generi più intriganti. Il fascino dei palazzi, delle città e delle strade metropolitane non ha eguali, trovarseli quotidianamente davanti agli occhi mi ha aiutato a creare la storia de L'Angelo delle tenebre.


3) Quali sono i tuoi modelli, gli autori cui ti ispiri?
Sono cresciuto leggendo Stephen King e guardando i film cult degli anni '90, come Nightmare e Venerdì 13. A ciò si è aggiunta una buona lettura fantasy, e un particolare interesse per i libri della collana Warhammer. Forse il modello che in assoluto ha rubato il mio cuore è stato quello di Eric Draven, protagonista de Il Corvo, l'eroe che ho sempre ammirato per la sua schiettezza e per il suo coraggio.


4) Nel tuo romanzo le forze contrapposte si rifanno a concetti arcaici e importanti. Come definiresti la concezione del Bene e del Male nel tuo romanzo?
Il Male è la forza motrice che sconvolge la situazione di apparente tranquillità regnante nella città di Chieti. Opera nei modi più subdoli, grazie all'aiuto di un'infinità di creature dark. Il Bene, invece, è trattato come qualcosa di irraggiungibile. E' difficile che si manifesti agli esseri umani per aiutarli. Per questo ho deciso di creare all'interno della storia una terza sfera...


5) Nel tuo romanzo compaiono figure tipiche della tradizione cristiana, come gli angeli. Ti sei documentato in qualche modo in questo senso? Qual è il tuo rapporto con la religione?
Lavorando nel campo artistico entro usualmente a contatto con molte figure della tradizione cristiana, approfondendone il simbolismo e la particolare natura. Studiare grandi artisti come Raffaello e Michelangelo mi fa sentire partecipe della religione più di ogni altra cosa. Mi sento quindi, nel mio piccolo, documentato a sufficienza.
Penso di avere un buon rapporto con la religione; se non riuscissi a viverla fino in fondo, credo che non potrei apprezzare l'immenso valore di alcune opere d'arte.

6) Ma ci sono anche i vampiri, figure quanto mani presenti nelle scena fantasy contemporanea.
Sì ci sono anche loro. Era inevitabile non inserirli nella trama: dominano gli scenari urban da molti anni, ormai.
Sono rappresentati nel rispetto delle loro caratteristiche primitive: quelle da predatori. Ritengo che negli ultimi tempi queste siano state dimenticate nel vano tentativo di attribuire loro un'anima e dei sentimenti che forse alle origini non avevano.


7) Il tuo romanzo parla di Amore e di Fede, che cosa significano per te?
Penso che l'Amore sia il sentimento più nobile e profondo che possiamo provare. Senza l'amore la nostra esistenza sarebbe un vero Inferno.
Credo la stessa cosa per la Fede. Ognuno di noi ha bisogno di avere Fede in qualcosa, credere profondamente in qualcosa che vada oltre la vita terrena e che non si arresti con la morte.
Io Amo e Credo ogni giorno e non mi va di sprecare il tempo che mi resta ad ignorare ciò che la mia anima invoca costantemente.


8) Mostri un mondo ricco di brutture: cosa pensi della situazione mondiale attuale? Credi davvero che l'umanità stia inesorabilmente andando alla deriva?
Mostro il mondo che vedo tutti i giorni. Inutile nascondere che la situazione attuale non mi piace per niente. Penso che stiamo perdendo i veri valori, fondamenti della nostra esistenza, facendoci fuorviare dalle cose più futili. Più ci allontaniamo da ciò che è davvero importante più risulta inevitabile smarrirsi.

9) Il tuo protagonista è un ragazzo: rappresenta la speranza per un futuro migliore?
Più che una speranza è una certezza. E' umano dalla testa ai piedi, ma al tempo stesso saldo nelle sue scelte, nelle sue decisioni, nella volontà di mutare ciò che non ritiene giusto. La sua forza è riposta nella sua anima. I sentimenti che prova lo rendono forte e gli permettono di opporsi alle difficoltà. In un certo senso è la sua natura di essere umano a renderlo unico. Una dimostrazione di come è possibile essere speciali restando se stessi.

10) Avendo come protagonista un adolescente, diresti che il tuo romanzo è destinato a un pubblico giovane?
Direi di sì. Non ho voluto scrivere un testo difficile, ma una storia leggera e allo stesso tempo profonda. Spero che venga apprezzato anche dai meno giovani; in fondo i sentimenti e le emozioni non cambiano in base all'età. L'Angelo delle tenebre si basa sulle sensazioni che proviamo ed assaggiamo in ogni momento della nostra vita, quindi spero che possa stupire qualsiasi lettore.

 
 
 

Saltinaria su "La Nave del destino"

Post n°46 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

“La nave del destino. Asia”, è un romanzo moderno ma caratterizzato da una piacevolezza leggendaria. È la storia di tre gemelli, Lug, Maris e Kendeas, costretti ad incrociare le loro strade e il loro destino, con un re, Garland, sovrano dei Troll del Caucaso, che vive quotidianamente nella convinzione di aver perso per sempre la donna che aveva amato profondamente.
Entra a far parte della vita di ognuno Asia, una “fanciulla da sogno”, dalla bellezza corrompente, talmente ammaliante da sembrare un tremendo inganno.
Asia, involontariamente, ingarbuglierà i piani di ognuno, portandoli a competere per ottenere la tanto sognata felicità.
Il romanzo si snoda intorno all'anno Mille, in un mondo in cui non risulta affatto difficile confondere la realtà con la leggenda.
Un romanzo bello, scorrevole e caratterizzato da un finale decisamente imprevedibile.

Marco Mazzanti: artista, scrittore e libero pensatore, ama scrivere disegnare o dipingere ascoltando musica. Collaboratore della rivista Historica – Il Foglio Letterario, gestisce un proprio blog in cui intervista scrittori, editori ed artisti.
 
 
 

L'Assessore Giulia Rodano e "Il mistero di Musignano"

Post n°45 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

28 ottobre 2008
Regione Lazio Assessorato alla Cultura, allo Spettacolo, allo Sport.
In merito all'invito che mi è stato rivolto per prender parte alla presentazione del volume "Il mistero di Musignano" di Gianluca Olivieri, sono spiacente di doverVi comunicare che, a causa di impegni istituzionali improcrastinabili, non mi sarà possibile prendervi parte.
Vorrei congratularmi con tutti Voi per la scelta di un libro così avvincente e capace di descrivere in modo tanto realistico la civiltà etrusca e l'affascinante Necropoli di Vulci.Proprio per la qualità e l'amore che mettete in questa pubblicazione desidero anche porgere i miei migliori auguri per il successo dell'opera.

Cordiali saluti,

Giulia Rodano
 
 
 

Luisella Berrino su "Il lupo e l'agnello"

Post n°44 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

- Per “Saranno scrittori” oggi abbiamo una signora, una mamma con due bimbi piccolini, Valentina Della Lena che ha scritto per la collana I Polizieschi, di quale casa editrice, Valentina?
- La Deinotera Editrice di Roma.



- Per la Deinotera Editrice di Roma, "Il lupo e l'agnello". Buongiorno e benvenuta.
- Buongiorno, grazie.


- Allora, il tuo è un bel libro, un bel giallo, è bello; mi piace perché c'è anche un risvolto psicologico, lavori anche nella testa dei personaggi e questo è molto affascinante. Allora dimmi un po' come nasce questa voglia di scrivere libri polizieschi.
- Il giallo nasce perché a me piace leggere libri gialli; mi piace guardare film gialli per cui, diciamo, è una passione mia. Questa storia nasce, diciamo, come il libro che avrei voluto leggere, quindi giallo con tutto ciò che riguarda l'indagine, la polizia, la scientifica, il laboratorio, però appunto mettendo quel pizzico personale di mio che è l'indagine interiore della protagonista, ma anche degli altri personaggi


- Ed è il primo libro giallo che scrivi? Il primo poliziesco?
- E' il mio primo libro.


- Aaaah, è in assoluto il primo libro. Allora, sentite, mi ha fatto sorridere perché apro, leggo il libro "Il lupo e l'agnello", Valentina Della Lena, eccetera, poi seconda pagina c'è la dedica e lei scrive: "A me" punto. - risata.
- "A me" punto, perché scrivere mi è sempre piaciuto, è una cosa che ho sempre fatto ma a livello dilettantistico, cose abbastanza semplici. Quando son riuscita a scrivere il mio primo romanzo, a vederlo pubblicato, ho ritenuto una piccola soddisfazione quella dedicarmelo per essere riuscita a raggiungere quel traguardo.


- Perché "Il lupo e l'agnello"?
- "Il lupo e l'agnello" perché... niente ha a che vedere con la favola di Fedro che ovviamente richiama. Ma per rappresentare il viaggio interiore della protagonista che durante il libro non solo è costretta a scagionarsi da un'accusa di omicidio, ma più che altro riesce a guardarsi dentro e si rende conto di non essersi mai conosciuta veramente, si rende conto di essere, di avere una duplice sfaccettatura il suo io, in quanto se a volte è preda, a volte è carnefice... a volte è lupo, a volte è agnello. Per cui da questa idea della persona che si presenta nei confronti degli altri e del mondo a seconda delle situazioni in cui si trova, è nato il titolo.


- Sei pronta per il secondo libro, Valentina?
- Sono pronta, diciamo, che già in testa ho un'idea, ho poco tempo, purtroppo, però ho già l'idea e secondo me quando c'è l'idea poi si fa abbastanza alla svelta.


- Allora voglio ricordarlo perché è veramente un bel giallo: Valentina Della Lena, "Il lupo e l'agnello", Deinotera Editrice, collana "I polizieschi". Grazie mille, tutte le informazioni sul sito di Radio Montecarlo punto net nel blog di Saranno Scrittori.In bocca al lupo, Valentina.
- Crepi, grazie, ciao a tutti.

 
 
 

Il mensile Quattro zampe su "Le mie famiglie a 4 zampe"

Post n°43 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

I protagonisti del primo capitolo sono Perry e Titty, "due splendidi esemplari della più pura razza bastarda della campagna spezzina" come li definisce l'autore.
Il tono ironico della narrazione e il profondo coinvolgimento dell'autore tradiscono, fin da subito, il grande amore per il mondo animale, tanto grande da essere percepito quasi come un'anomalia.
Ed è proprio del rapporto con i tanti animali posseduti, che Cattaneo traccia il divertente resoconto.Fa pensare un po' a Lorenz.

 

 
 
 

Il Santo Padre su "Pensieri senza tempo"

Post n°42 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

Pregiatissimo Signore,
è pervenuta al Santo Padre la pubblicazione che raccoglie, alcuni suoi significativi componimenti poetici, tra i quali uno dedicato al Servo di Dio Giovanni Paolo II.
Il Sommo Pontefice desidera manifestarLe vivo ringraziamento per il gesto di ossequio e per i sentimenti che l'hanno suggerito e, mentre invoca l'effusione dei celesti favori, imparte a Lei ed ai familiari, la propiziatrice Benedizione Apostolica.
Con sensi di distinto ossequio.

 

 

Monsignor Gabriele Caccia
 
 
 

Il Risveglio Popolare su "Bughi, il bambino nero"

Post n°41 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

Ci sono bambini che temono il buio, che lo ritengono spaventosamente pieno di mostri e fantasmi e bambini che al buio si affidano con tranquillità, senza temere spiacevoli incontri. Poi ci sono quelli come Mattia, grande lettore di libri e di fumetti di Dylan Dog, che vedono nel buio una promessa di nuovi incontri, di novità che le giornate e la luce del sole non possono permettere. E una notte, nella camera di Mattia, si sente una vocina, una richiesta di aiuto. Bughi, un bambino nero (perché anche gli uomini neri nascono bambini), un bambino di “ombra e nerofumo”, è rimasto con la giacchetta impigliata in un gancio dell’attaccapanni. Mattia non ha paura, anche se la novità un poco lo stupisce, ma lo aiuta e nasce l’amicizia che proseguirà per tutto il libro, in un racconto vivace in cui i libri e l’amicizia sono i protagonisti. Come in ogni avventura ci sono i buoni e i cattivi, non proprio come te li aspetti, naturalmente, e un sacco di colpi di scena. Il mondo diverso, sconosciuto e misterioso che Mattia si trova davanti non produce difese o barriere ma stimoli nuovi per scoprire, per conoscere, per mettere a confronto mondi diversi. Gli uomini neri non fanno paura, sono diversi ma non sono pericolosi e Mattia ha ancora un’età che gli permette di voler conoscere e provare, lontano dagli stereotipi degli adulti. Il bambino nero, che per rendersi visibile ha bisogno di un ambiente piacevole e stimolante, lo trova nella cameretta di Mattia. Un libro sull’amicizia, contro il pregiudizio, scritto per i bambini ma dal quale anche noi adulti possiamo trarre spunti per ripensare a un tempo in cui eravamo più semplici e sereni e, chissà, forse anche la voglia di togliersi di dosso tanta zavorra che gli anni hanno accumulato tra i nostri pensieri.

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: deinoteralibri
Data di creazione: 17/03/2010
 

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