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La Fondazione degli Italiani intervista Nella Cirinnà

Post n°30 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

"E' l’essere sempre coinvolti in sentimenti d’amore che ci dà la forza di continuare il cammino con grinta e passione - sosteneva Laura." Nella Cirinnà, L'Uomo di Numeri


Nella Cirinnà è musicista, musicologa, regista teatrale e autrice di programmi radiotelevisivi. Ha firmato numerosi programmi ed ha collaborato alla ripresa diretta di opere, balletti e concerti sinfonici con molti direttori d’orchestra. Una personalità estremamente decisa e molto affabile. Il primo romanzo di Nella Cirinnà “L’Uomo dei Numeri”, edito Deinotera, è una storia d’amore tra Laura, giornalista musicale, e Daniele, economista: un incrocio di vite, di momenti passati assieme tra un viaggio e l’altro, tra una vita e l’altra. L’amore che stravolge, la passione che si cela nella segretezza e nella complicità degli amanti. Ma non solo, il tempo testimone di questi sentimenti protegge ed asseconda la loro unione come fa Virgilio per Paolo e Francesca.
Il lettore attraverso i capitoli del romanzo, che spaziano tra i ricordi ed il presente, tenta di raggiungere l’illusione di un momento reale, del ricongiungimento con la vita del presente nella Storia d’amore e negli affetti famigliari. Grazie al suo lavoro di sceneggiatrice televisiva e teatrale, Nella Cirinnà offre ai suoi lettori un percorso particolare, montato in sequenze: una narrativa che si potrebbe definire estremamente visuale che coinvolge gli strati inconsci e permette al rimosso di arrivare alla coscienza.

 

 

Qual è il messaggio che ha voluto dare ai lettori?

 

"Il messaggio finale è quello dell’amore. Laura è una donna che ha dato molto, è un’altruista, una persona generosa negli affetti e in tutte le sue manifestazioni. Se questo messaggio di 'amore' arriva nel finale a sorpresa, significa che lei nella sua vita ha dato il bene."

 


Chi è l’uomo dei numeri?

 

"È un uomo affascinante. L’uomo del quale ogni donna si potrebbe innamorare: l’uomo che sfugge, che non riesci a prendere, l’uomo che ti fa sentire eccezionale come nella canzone di Mina 'Grande, Grande, Grande'. Però l’uomo dei numeri non ti assicura la quotidianità come l’uomo normale. È un uomo libero dentro di sè, con il desiderio di realizzare se stesso ed imporsi. Infatti per lui è importante il lavoro. In amore, vi è questa donna, che lui, razionalmente, non accetta, e tuttavia è più forte di lui: gira e rigira, stanno sempre insieme. Lui mette i paletti, stabilisce come e quando vedersi; lei, stranamente, donna così decisa nel lavoro e nella vita con i figli, si trova a subirlo con amore."

 


A differenza del figlio di Laura, alla fine c’è la sensazione di codardia che scaturisce dall’Uomo dei numeri...

 

"Si. Il figlio è risentito verso questo uomo perché avendo letto il libro della madre capisce che lei ha sofferto. Però c’è un punto da definire: il figlio, così giovane, riesce a capire sua madre. Lui che non è ancora entrato nel mondo amoroso dai sentimenti forti, può capire l’intensità dei sentimenti, sapere che cos’è la vera sofferenza, la gioia, la passione. Sono tutti sentimenti che per lui, ragazzo-figlio, sono ancora lontani: non li ha ancora vissuti. E quindi ha risentimento perché crede che la madre abbia sofferto."

 

Laura sembra seguire il fato, come concetto della pre-destinazione. Nel libro ricorre questa tematica. Lei crede nella reincarnazione?

 

"Ad un certo momento Laura si domanda il motivo per cui rimane attaccata all'uomo dei numeri. A questo punto pensa alla reincarnazione perché una sensitiva le ha detto che in una vita precedente è stata la compagna di Omar Khayyam, poeta-filosofo e letterato dell’epoca del Gran Tamerlano. Laura ricerca il libro di quartine del poeta e lo legge. Personalmente credo alla reincarnazione".

 

I sentimenti che descrive sono molto verosimili e non sembrano per niente romanzati...

 

"Penso che le persone si ritrovano nel libro. In realtà ho molti amici che mi hanno ispirata. Di recente una cara amica mi ha telefonato per confidarmi che si era rispecchiata in tutto, anche nella Roma anni ’50. Il critico Ruggeri, mi ha scritto che il libro è 'un viaggio dentro le donne e di una donna dentro gli uomini'."

 


Nella Cirinnà come donna, vivrebbe una storia di questo tipo?

 

"Vivere questa storia? Se io l’avessi vissuta avrebbe significato di avere vissuto intensamente. Se c’è l’amore nella vita, c’è tutto: sia in modo positivo, sia in modo difficile, la cosa importante è che ci sia amore. Vi sono donne che probabilmente non hanno mai amato perché non hanno avuto la capacità o la fortuna dell’incontro. Avere un incontro d’amore importante è comunque una bella cosa".

 


Cosa rappresentano per lei gli amanti?

 

"Una battuta diceva che 'il matrimonio è una catena talmente pesante che bisogna essere in tre a portarla". Ho conosciuto molto persone che avevano l’amante. Indubbiamente, essere amanti quando sono tutte e due sposati è molto più semplice, perché s’incontrano solo per fare sesso. Se invece uno dei due è libero diventa una sofferenza. Il copione è sempre lo stesso, cambiano gli attori. In fondo è un modo di sublimare il momento sessuale. Se ci sono cose più importanti tra i due, credo che se uno è sposato dovrà lasciare l’altro per mettersi insieme con l’amante. Se questo non avviene è chiaro che non vi è amore. Comunque vi sono anche molti interessi: donne che hanno una certa situazione e che non la vogliono perdere, 'le famosi mogli di' che hanno un infinità di privilegi, come la moglie dell’Uomo dei numeri. La moglie pur sapendo che il marito ha un’altra non glielo dice per convenienza: l’uomo esce di casa solo quando viene cacciato via. L’uomo da solo non ha il coraggio".

 

Lei pensa realmente che oggi giorno sia possibile coltivare un amore di questo tipo?

 

"Oggi la donna purtroppo fa delle scelte molto oculate, non le fa sulla scelta emozionale. Ecco perché, secondo me, i rapporti uomo-donna, oggi, sono sempre molto più in crisi. Non ci si abbandona più, non si dà più credito a chi ti sta vicino e non c’è più la voglia di sacrificarsi: tutto e subito. Con i media, le cose negative sono trasmesse fin dentro le nostre case e dimentichiamo lo spirito di emulazione che risiede nei giovani. Questo, secondo me, è un danno gravissimo".

 


Cosa l’ha spinta a scrivere questo romanzo?

 

"Ho scritto tutta la vita sia per la Radio che per la televisione, speciali e prosa. Quando ho deciso di mettermi davanti al computer per scrivere qualcosa per me, piano piano ha preso corpo questo romanzo. Inizialmente ho elaborato la parte interna, alla quale, in seguito, ho dato la struttura del romanzo vero e proprio. Avevo iniziato con un sagra familiare ed invece ho costruito una storia d’amore con dentro una sagra familiare con la storia della famiglia di Laura, una siciliana, trapiantata a Roma con i suoi cari".

 


Lei mi ha detto che è stata molto attenta alla struttura stessa e alla forma del romanzo. Cosa ci può dire in proposito?

 

"Ho voluto costruire questo romanzo in modo che venisse fuori uno spaccato di vita che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta. Sono anni molto importanti per me: anni vissuti, in cui noi donne abbiamo ottenuto tantissimi diritti e allo stesso tempo abbiamo perso molto. E' molto importante che le giovani donne possano capire il potere che hanno in mano, soprattutto, per un domani, per i loro figli . La storia del romanzo è questa storia d’amore, tra lei giornalista e lui, economista; dentro c’è anche la storia di lei, che racconta la Roma degli anni ’50 e ’60, attraversa il movimento femminista, parla della sua separazione e dell’incontro con questo uomo con il quale avrà una relazione che dura nel tempo".

 


Le tematiche che lei affronta sono in stretto rapporto con la vita contemporanea e ciononostante riesce, con i ricordi, a comunicare i valori di un tempo?

 

"Una cosa che ho sottolineato è che Laura, donna nata negli anni ’40, al momento della separazione, tira fuori la sua parte sicula che la porta al sacrifico, perché i figli maschi non subiscano altri traumi vedendo per casa la presenza di un altro uomo. Laura si crea quasi un alibi con questo uomo sposato che probabilmente non lascerà mai la moglie per lei. In tal modo Laura si sente cautelata: vive una cosa sua e parallelamente può vivere tranquillamente con i suoi figli e crescerli senza i sensi di colpa. Questo le viene dall’educazione repressiva ma nello stesso tempo affettuosa della madre, aspetto che lei riconoscerà con gli anni. Laura parla di una famiglia che oggi non esiste più, in cui c’era il nonno, che in siciliano veniva chiamato “vostra eccellenza” e le figlie davano del Voi al padre".

 


Lei ha fatto il ritratto di una donna che non ha avuto paura di affrontare delle scelte difficili. Oggi giorno vi sono molte donne in questa situazione. Cosa ne pensa realmente?

 

"Essere genitori è difficilissimo, nessuno ce lo insegna. I tempi cambiano e non possiamo rimanere ancorati a quelle cose che andavano bene venti anni prima. Infatti anche Laura dice che bisognerebbe vivere con gli occhi dei figli, mettersi al posto loro, adeguarsi e allo stesso tempo mediare, per avere un buon rapporto genitore – figlio. Quando si dice che la famiglia non esiste più, non è vero: è solo cambiata la famiglia. Purtroppo i genitori sono cambiati. Personalmente pur avendo lavorato tutta la vita, sono sempre stata molto presente per i miei figli".

 


Vi è un intento autobiografico celato dietro le pagine?

 

"Ci sono alcuni elementi autobiografici, soprattutto per la descrizione dei figli, i familiari ed i fratelli di Laura. Mi sono ispirata a ricordi d’infanzia, agli anni ’50 e alla vita d’adolescente. Anche per quanto riguarda l'elemento della reincarnazione ho riportato esattamente quello che mi è stato detto da una sensitiva ovvero che ero stata in una vita passata la compagna di Omar Khayyam".

 

 

Come definirebbe il suo libro?

 

"Una storia d’amore, semplicemente".

 


Ha intenzione di scrivere qualcos’altro?

 

"Ancora non mi sono liberata di questo libro. Vorrei ricorreggerlo e cambiare alcuni passi. Comunque sto pensando a dei racconti: quattro racconti sugli “Addii” legati alla sonata di Beethoven. Amerei molto scrivere un programma di sala in cui darei la mia interpretazione di Sherazade. Descrivere e suscitare la musica che in quel momento si sta ascoltando in sala".

 


"Avevo seminato germogli per avere sempre fiori dal colore diverso che avrebbero sottolineato la passione, la gelosia, la tenerezza, la fantasia, l’allegria e la giovinezza, tutti ingredienti per vivere sempre fuori dagli schemi…" Nella Cirinnà, L'Uomo di Numeri

 


Carlotta Degl'Innocenti
 
 
 

L'Occhioche su "La grande casa gialla"

Post n°29 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

La grande casa gialla: un secolo di emozioni possono restituire l'anima ad un uomo

 

 



Sono 100 anni di storia, di amore, di emozioni che si sciolgono al contatto col calore dell'epos familiare irradiato da una delicatezza che ha il suono poetico di un'anima sensibile. Nunzio Guerzoni ci avvia alla lettura mediante un ritmo che è ricordo e poesia, scaturito dalla sensazione di un mondo sempre troppo stretto, che conduce alla necessità di inseguire i propri eroi. Si coglie sin dal prologo il "distacco" dalla normalità, la propulsione emotiva che preme alla creatività come al rifiuto di ciò che è retorica, al sicuro nel proprio rifugio: "Ciò accadeva nella sua stanza ed il posto preferito dove amava scrivere erano i muri". Una non omologazione che affiora da reazioni come la "presa di coscienza" in sostituzione dell'attesa rabbia (cfr. pp. 4-5), da impulsività estrema dove la "ratio" consiglierebbe prudenza (cfr. p. 6) spinto dal vento della ricerca. "Il tempo di un uomo è la sua vita, [e] nella vita si perde, ma nella vita si vince anche", e la poesia scandisce il ritmo della narrazione, il ritmo della vita. "La grande casa gialla" (Deinotera Editrice, Roma 2006) è un tramite per l'avvicinamento umano alle origini interiori lungo l'intreccio con le vicende familiari di quattro generazioni, dove a raccontarle è una vecchia casa ereditata dal brillante ingegnere di una multinazionale americana, Paul Hutton, in un momento in cui il mondo sembra crollargli inesorabilmente addosso. Perché a volte bisogna "non guardare indietro e non pensare affatto al domani. Guidato attraverso il labirinto della vita, giunsi […] dove […] la Via conduce ad un trionfo il quale è una catastrofe e ad una catastrofe la quale è trionfo; […] per l'uomo il solo modo possibile di elevarsi risiede nella profondità dell'umiliazione". Ci sono momenti in cui l'Uomo si sente spazzatura: ma sono solo momenti, passano. Finché si è "vivi", fintanto che c'è consapevolezza, sarà possibile riabbracciare la fiducia nella vita. "Noi siam come le nuvole": rosa se irradiati dal sole al tramonto, carichi di pioggia quando irritati. In balia dei venti. In balia degli eventi.

 

 
 
 

L'Occhioche su "Una gatta di nome Carla"

Post n°28 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

Carmen Golia in un simpatico romanzo da leggere d'un fiato
di Simone Colaiacomo

 


La vita quotidiana sa sempre dimostrarsi spunto per una storia da raccontare. E come ogni storia che si rispetti, se riesce a trasformarsi in narrativa, ha la capacità di assumere le forme più impreviste, oltre a quelle abituali e generalizzate. Ma una storia non può esser definita tale senza un sapore agrodolce che sappia intrecciare le difficoltà con la felicità.
"Una gatta di nome Carla", Deinotera Editrice (Roma 2006) è tutto questo, fondendo alla femminilità il coraggio, cosa che per secoli non è stata neanche lontanamente pensabile.
Sembra quasi di trovarsi a leggere di un personaggio tra "Ally Mc Beal" e "Bridget Jones". Infatti Carla, solare e seducente quarantenne, nel momento in cui prende la decisione di concludere la sua relazione con Augusto, non ha ben chiaro cosa significhi essere single. Imbattendosi in situazioni sentimentali tutt'altro che veritiere e oneste, tra risvolti sociali di mondi differenti dal suo per regole, abitudini, immerse nella frequente contraddittorietà del vivere, Carla si avvolge nel suo charme e, piena di spirito di iniziativa, si avventura verso un percorso insidioso ma divertente; le disavventure si dimostrano sempre stimoli positivi, nella loro negatività, al fine di far emergere la determinazione unita ad una giusta dose di ironia nell'affrontare il mondo. E il senso e il bisogno di indipendenza saranno collante per ritrovare una se stessa vincente, e non solo...

 
 
 

L'Occhioche su "Dentro Forza Italia"

Post n°27 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

Una ricerca scientifica sulla nascita e crescita di un partito
di Simone Colaiacomo

 

 


 

enze. Bisogna sempre saper guardare oltre le appar

La genesi e l'evoluzione di un partito come Forza Italia, a prescindere dalla linea politica insita nel movimento, è didatticamente significativa per comprendere quella che gli studiosi di scienze sociali e politiche hanno diagnosticato come una natura a cavallo tra l'anomalia e l'innovazione.
"Dentro Forza Italia", Deinotera Editrice (Roma 2006), si distingue per la sua freschezza narrativa che, per essere una indagine unica nel suo genere, si distende lungo un viaggio compiuto come osservatore partecipante da parte dell'Autrice, che ha potuto cogliere la genesi del partito in un momento significativo della storia italiana, al passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Il potere carismatico di un leader, l'uso del marketing politico, la gestione meritocratica dei militanti, la democrazia interna libera da vincoli e controlli, in cui il potere è un principio assoluto.
In tutto ciò la mobilitazione dal basso alimenta una militanza che non si intreccia con la mobilitazione verticistica, determinando una rottura nella comunicazione tra i due livelli del partito. Il tracollo della Partitocrazia nei primi anni novanta, con la conseguente reazione morale diffusasi a livello sociale, ha condotto questo partito vestito con abiti di un movimento a dimostrarsi un contro movimento espressosi nell'operato di Mani Pulite.
Carmen Golia ha condotto la ricerca alla base di questo testo universitario dinamizzando successivamente il ritmo della lettura, arricchendo il testo con aneddoti e vicende tali da rendere piacevole, a volte spiritoso, questo studio scientifico.

 

 
 
 

Daniela Sgambelluri intervista Nunzio Guerzoni

Post n°26 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

" ... Sin da giovane, in età adolescenziale ho cominciato a scrivere racconti, poesie e storie. Ho scritto oltre 100 poesie, filastrocche, racconti. Nel 2001 ho pubblicato una raccolta di poesie intitolata “Noi siam come le nuvole”.Due anni fa ho cominciato a scrivere un romanzo che ho intitolato “LA GRANDE CASA GIALLA” che ho terminato e pubblicato nel 2006 ... la parte migliore consiste nel racconto della casa, di tutte le persone che ci hanno vissuto dentro, dove ogni personaggio si spoglia delle proprie maschere e nel proprio intimo diventa veramente se stesso. In quei momenti emergono le persone vere e allora anche quei piccoli uomini, uomini dalla vita normale, diventano grandi uomini e la casa li accoglie tutti in un dolce abbraccio di amore quasi materno. ... nello scrivere la mia storia, ho cercato di vivere in tutti i personaggi raccontati e nello stesso tempo tutti i personaggi hanno vissuto dentro di me. Al contempo penso che anche il doppiatore debba immedesimarsi sia nel personaggio che nell’attore che interpreta fino a entrare in simbiosi con esso. Per cui l’analogia sta nel fatto di rendere “vivi” i personaggi interpretati ... Certamente i media non hanno mai dato il giusto spazio alla figura del doppiatore, forse ad esclusione di Ferruccio Amendola, voce indimenticabile di tanti personaggi e tanti film, sicuramente la vera star del settore. Certamente il fatto che così poche persone siano stati resi “visibili”, è insito nel loro compito di far vivere esclusivamente il personaggio e l’attore del film. Forse addirittura sarebbe dannoso se dovesse emergere una diversa identità del vero protagonista. Penso che quella del doppiatore sia una fama occultata ... "

DANIELA: Nunzio, ci può parlare un pò di lei e della sua passione per la scrittura?
NUNZIO: Ho 48 anni sono nato e vivo tuttora in un paese nella provincia di Modena. Svolgo un’attività di libero professionista nel settore informatico con mansioni commerciali. Lavoro con Aziende importanti dove negli anni ho conseguito ottimi risultati professionali stabilendo anche buoni rapporti personali a qualsiasi livello. Nei momenti di tempo libero la scrittura e la lettura sono state le mie scelte preferite. In modo particolare lo è stato quello della scrittura. Sin da giovane, in età adolescenziale ho cominciato a scrivere racconti, poesie e storie. Ho scritto oltre 100 poesie, filastrocche, racconti. Nel 2001 ho pubblicato una raccolta di poesie intitolata “Noi siam come le nuvole”.Due anni fa ho cominciato a scrivere un romanzo che ho intitolato “LA GRANDE CASA GIALLA” che ho terminato e pubblicato nel 2006.

 

DANIELA: Durante la nostra piacevole conversazione, ci accennava al fatto che, a suo avviso, esista una sorta di analogia tra il lavoro mentale e in voce di un attore doppiatore e lo scrittore, colui che crea una storia in cui sono immersi i personaggi di turno, ciascuno con una propria psicologia da far rivivere, dalla mente di chi crea attraverso il personaggio, per trasmettere quella necessaria emozione al pubblico o al lettore del momento ...
NUNZIO: Credo che assolutamente ci possano essere delle analogie tra le due posizioni in quanto entrambi devono rendere vivi i personaggi che interpretano. Personalmente non mi ero mai posto la questione prima del nostro dialogo, ma appena mi ha parlato dell’argomento, mi ha fatto comprendere quali affinità possano avere i due ruoli. Io per esempio nello scrivere la mia storia, ho cercato di vivere in tutti i personaggi raccontati e nello stesso tempo tutti i personaggi hanno vissuto dentro di me. Al contempo penso che anche il doppiatore debba immedesimarsi sia nel personaggio che nell’attore che interpreta fino a entrare in simbiosi con esso. Per cui l’analogia sta nel fatto di rendere “vivi” i personaggi interpretati.

 



DANIELA: Quali sono gli attori reintepreti che apprezza particolarmente , tra passato e presente, e per quali motivi? A suo avviso perche' i mass media tradizionali non hanno mai dato il giusto peso ad una professione così importante e che ha sempre valorizzato, il più delle volte , il cinema straniero in Italia ?
NUNZIO: Gli attori reintepretati sono molteplici. Mi piace ricordare Dustin Hoffman nella sua esilarante interpretazione di Tootsy e allora penso a quel magnifico doppiatore che lo ha interpretato, che addirittura, potrebbe averlo interpretato forse meglio dell’attore stesso. Per me quel doppiatore è stato ineguagliabile. Poi ricordo senza dubbio la voce speciale di Sylvester Stallone in tutte le serie di Rocky e Rambo, e qui la lista sarebbe davvero lunghissima.Certamente i media non hanno mai dato il giusto spazio alla figura del doppiatore, forse ad esclusione di Ferruccio Amendola, voce indimenticabile di tanti personaggi e tanti film, sicuramente la vera star del settore. Certamente il fatto che così poche persone siano stati resi “visibili”, è insito nel loro compito di far vivere esclusivamente il personaggio e l’attore del film. Forse addirittura sarebbe dannoso se dovesse emergere una diversa identità del vero protagonista. Penso che quella del doppiatore sia una fama occultata.


DANIELA: Parliamo del suo libro dal titolo: " La grande casa gialla " , inoltre ricordiamo anche il suo sito ufficiale sulla rete "nunzioguerzoni.it" che consigliamo di visitare ... come nasce questo libro, cosa può anticiparci circa la trama e le dinamiche tra i vari personaggi , gli intrecci ...
NUNZIO: Il racconto parte da lontano, da New York, dove Paul, un uomo di successo all’apice della sua carriera professionale, di colpo si ritrova ad avere perso tutto: il lavoro, il prestigio, la sicurezza economica ed anche il rispetto di sua moglie. Poi per una strana casualità si recherà in Italia e la grande casa gialla diventerà sua. A quel punto attraverso una particolare situazione la casa gli racconterà una storia lunga 100 anni e fatta di mille eventi, di gioie e dolori. In quel posto Paul ritroverà se stesso, ritroverà l’amore e una nuova voglia di vivere ma un segreto non svelato farà cambiare il corso degli eventi previsti. Secondo il mio parere la parte migliore consiste nel racconto della casa, di tutte le persone che ci hanno vissuto dentro, dove ogni personaggio si spoglia delle proprie maschere e nel proprio intimo diventa veramente se stesso. In quei momenti emergono le persone vere e allora anche quei piccoli uomini, uomini dalla vita normale, diventano grandi uomini e la casa li accoglie tutti in un dolce abbraccio di amore quasi materno.


DANIELA: Quali scrittori , tra i contemporanei o quelli del passato, ama particolarmente e per quale motivo? C'è qualcuno di essi al quale si è ispirato ?
NUNZIO: Direi di essere attratto per natura da tutto quello che è nuovo, per cui mi piace leggere qualsiasi cosa a prescindere dal nome e dall’etichetta. Proprio per questo anch’io come tutti entro in una libreria e acquisto un libro con i soliti criteri di scelta: la copertina, il titolo, il breve sunto della IV° di pagina, e così via. Però se devo essere sincero gli autori che maggiormente ho amato ed amo tuttora, sono senza dubbio quelli meno recenti. In particolare ad esempio Hermann Hesse, Oscar Wilde , Jorge Luis Borges e poi anche tanti altri. Devo dire che ultimamente, da un po’ di tempo, mi è venuta voglia di rileggere alcuni libri che avevo letto tanti anni fa e di cui mi è rimasto solo il ricordo di belle emozioni. Sicuramente le prossime letture saranno certamente Siddharta, e anche Il ritratto di Dorian Gray. Allo stesso tempo però, sono curioso di leggere anche l’ultimo di Banana Yashimoto perché è uno scrittore che mi stupisce sempre molto. L’unico problema è quello di trovare il tempo per leggere tutti i libri che vorrei, anche perché nel tempo libero mi piace e voglio scrivere, per cui devo spesso fare delle scelte: o leggere o scrivere. Per ciò che riguarda la mia ispirazione, francamente non penso di essermi ispirato a nessuno, o perlomeno non è stata mia intenzione farlo. Eventualmente ci potrà essere qualcun altro che leggendomi potrà dire “si ispira a…” e a quel punto potrei anche esserne lusingato.


DANIELA: Cosa sogna ancora per se stesso Nunzio?
NUNZIO: Per me stesso, come per tutti coloro che scrivono, sogno che ci possano essere dei lettori che mi leggano. Poi ancora sogno che ci possano essere delle persone che dopo avere letto il mio romanzo, mi possano chiamare per parlare con me, per chiedermi qualsiasi cosa come se io fossi un loro amico. Questo è già successo qualche settimana fa ed è stato un momento molto interessante e particolare. Anzi voglio lasciare il mio numero di telefono 335.64.81.745 per tutti coloro che dopo avere letto il mio romanzo, o per altro, intendano parlare con me.

DANIELA: La ringraziamo per la sua gentilezza, disponibilità e umiltà infine le chiediamo di anticiparci, se vorrà, qualche altro suo lavoro imminente o in cantiere e di lasciare un messaggio ad un potenziale suo lettore , cosa vorrebbe fargli sapere ?
NUNZIO: Innanzitutto sono io a ringraziare Voi per l’intervista. Posso anticiparvi che entro il 2007 conto di terminare il mio nuovo romanzo intitolato “L’uomo più cattivo del mondo”. E’ una storia che ho iniziato da qualche mese ma che sta già prendendo corpo. Il titolo per ora è provvisorio come del resto lo è ancora buona parte della storia. Ora è troppo presto per svelare qualsiasi altra anticipazione. Per tutti coloro che vogliono avere mie informazioni o semplicemente saperne di più di me, possono farlo entrando nel mio sito internet

www.nunzioguerzoni.it

 

 
 
 

Roma Cultura su "La grande casa gialla"

Post n°25 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

"Roma Cultura" di Febbraio 2007.
Quando i muri parlano

 


Può una vecchia casa parlare? E se raccontasse la vita delle tre generazioni che l’hanno abitata, cosa succederebbe? Quest’idea la sviluppa Nunzio Guerzoni, scrittore esordiente per i tipi di Deinotera, una piccola ma promettente casa editrice romana, forse senza neanche rendersi conto delle potenzialità della macchina narrativa così messa in moto. Il protagonista è un giovane ingegnere elettronico americano che, in un periodo di crisi economica e familiare, riceve in eredità una vecchia casa padronale in Italia. Si reca quindi nel nostro paese per venderla tramite un’agenzia, ma nel frattempo la abita e ne approfitta per sviluppare i suoi esperimenti di rilevamento elettronico dei rumori e delle loro tracce, senza disdegnare la seduzione della bella segretaria del notaio (moglie e figlio li sente solo per telefono). Ma i suoi esperimenti vanno ben oltre i risultati sperati: riesce a parlare con la casa, che gli racconta la sua storia. E qui si dipana un romanzo familiare nella migliore tradizione: il fondatore della dinastia aveva intuito la presenza di buona argilla nei campi e alla fine dell’800 aveva messo su una fabbrica di mattoni, ben presto modernizzata con una fornace Hoffman (simile alla fornace Veschi che ancora pochi decenni fa era visibile a Roma nella zona di valle Aurelia). Il patriarca aveva messo su famiglia, e la sua storia segue la storia economica dell’Italia: padroni e salariati, un figlio morto in guerra, la crisi economica e gli scioperi negli anni ‘20, l’indebitamento, la ripresa, il cambio di proprietà, la proliferazione della famiglia, la riconversione agricola del fondo, la meccanizzazione dell’agricoltura, l’emigrazione di parte della famiglia verso l’America (di cui il protagonista è discendente), di nuovo la guerra e la ricostruzione del secondo dopoguerra, il benessere goduto e poi dilapidato dalla generazione più giovane… insomma è un bel romanzo storico italiano, pieno di dettagli puntuali, ma senza glosse o tempi morti. Via e morte si susseguono nei ritmi naturali, ma la Storia interviene spesso a cambiare il corso naturale delle cose. C’è qualche ingenuità stilistica e anche qualche omissione (del fascismo, p.es., non si parla affatto, eppure coinvolgeva anche il mondo del lavoro), ma è pur sempre un’opera prima e va trattata con clemenza. Brillante anche il finale: il nostro ingegnere venderà la casa solo a chi promette di restaurarla ed abitarci, ma si tiene la mappa di una galleria che sicuramente rivedremo nel prossimo libro, foriera di tesori e di avventure. Nel frattempo la relazione con Lisa finisce e lui torna all’ovile dalla moglie. Ma avrà una sorpresa: gli agenti della CIA e i Carabinieri lo tenevano d’occhio e vogliono saperne di più della sua strana invenzione. Il finale è aperto: lui continuerà le ricerche in un ambiente protetto, ma sa il cielo cosa accadrà in futuro. In un certo senso questo libro è la metafora di se stesso: l’autore ha creato una stupenda macchina narrativa che non ha avuto il coraggio di portare sino in fondo. Un’invenzione come quella del libro – riascoltare le tracce sonore delle mura di una casa - in mano a Dario Argento o ad Alfred Hitchcock, diventerebbe un film dell’orrore; affidata a Steven Spielberg sarebbe sviluppata fino alle estreme conseguenze, nello stile di Minority Report, mentre qui restiamo nell’ambito della storia della borghesia agraria italiana. Se ne può ricavare una buona fiction televisiva, ma nulla più. Ma vediamo come la storia continuerà: l’autore è brillante e promette bene.
Una curiosità: Memorie di una casa gialla (Recordaçoes de casa amarela) è anche il titolo di un bel film portoghese del 1989, del regista César Joao Monteiro.

 

 

 
 
 

La Gazzetta di Modena su "La grande casa gialla"

Post n°24 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

La Gazzetta di Modena dedica un'intervista a Nunzio Guerzoni, autore de "La grande casa gialla", dal titolo:

"Quella grande casa gialla e la riscoperta della famiglia"

 

 

Modena. Si intitola "La grande casa gialla" il romanzo del modenese Nunzio Guerzoni residente a Concordia sulla Secchia , professionista del settore commerciale dell'informatica e da sempre appassionato di scrittura.
La pubblicazione è a cura della Deinotera Editrice (15 euro).
Il romanzo narra la storia di un uomo, Paul Hutton, che arriva in Italia con un solo scopo: vendere la casa che ha ereditato nel minor tempo possibile incassando il più possibile.
Poi, per una serie di circostanze, Paul cambierà i suoi progetti. Attraverso la casa, infatti, Paul, riscoprirà la storia della sua famiglia, con il succedersi di quattro generazioni, imparando a conoscere personaggi e storie inaspettate.
Per saperne di più sul libro abbiamo fatto qualche domanda all'autore.

Come è nata l'idea della trama del romanzo?
"La grande casa gialla è la casa dove sono nato e dove tuttora vive mio padre. Io, ormai, da oltre vent'anni, da quando mi sono sposato, non abito più lì, ma il legame è ancora molto forte, perché questo luogo rappresenta la mia famiglia, una grande famiglia fatta di tante persone che per tanti anni hanno convissuto in grande armonia. Un giorno mi trovavo in questa grande casa, una vecchia casa con più di cent'anni; ho salito le scale fino all'ultimo piano. E' stato in quel momento che ho pensato che se quella grande vecchia casa avesse avuto occhi per vedere, orecchie per ascoltare e bocca per parlare, chissà quante cose avrebbe avuto da raccontare. Da qui è iniziato il mio lavoro; ho cominciato a vedere i miei personaggi, e a vivere attraverso il racconto di quella vecchia casa. Per scrivere questo romanzo ho impiegato quasi due anni, perché l'ho scritto nei miei momenti liberi, alla sera e la domenica. Alcune volte l'ho interrotto e e ripreso, anche a distanza di qualche mese. Non ho però mai avuto difficoltà con la storia, anzi, la trama era già completamente nella mia testa."

Quando ha cominciato a scrivere?
"Quando ero ancora piccolo; sulle pareti della mia camera da letto ho scritto le mie prime poesie poi, anche spinto ed incoraggiato dalla passione per la scrittura di mio zio Glicerio, ho scritto le prime storie vere e proprie..."
Progetti di scrittura futura?
"Sto già preparando un altro romanzo che conto di finire entro il 2007: a cui ho già dato un titolo, anche se provvisorio, si chiamerà L'uomo più cattivo del mondo."

 

 
 
 

Area Magazine su "La grande casa gialla"

Post n°23 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

Il romanzo dello scrittore di Concordia. 100 anni di storia, amore emozioni in un grande romanzo familiare.
A molti di noi sarà capitato di entrare in una grande casa disabitata e pensare: "Se questa casa avesse occhi per vedere, orecchie per ascoltare e bocca per parlare, chissà quante cose avrebbe da raccontare!"

 


Questa è la grande casa gialla. Una casa che ha più di 100 anni e ha vissuto tante storie e tanti personaggi. Quando Paul Hutton riceve l'avviso di un'inaspettata eredità, non immagina quanto imparerà dall'incontro con la vecchia casa che - oltre a raccontargli le vicende della sua famiglia attraverso il succedersi di quattro appassionanti generazioni - saprà restituirgli la fiducia nella vita e nell'amore.
Il racconto parte da lontano, da New York, dove Paul, un uomo di successo all'apice della sua carriera professionale, di colpo si ritrova ad aver perso tutto: il lavoro, il prestigio, la sicurezza economica ed anche il rispetto di sua moglie.
Poi per una strana casualità si recherà in Italia e la grande casa gialla diventerà sua. A quel punto attraverso una particolare situazione, la casa gli racconterà una storia lunga 100 anni e fatta di mille eventi, di gioie e dolori. In quel posto, Paul ritroverà se stesso, ritroverà l'amore e una nuova voglia di vivere ma, un segreto non svelato farà cambiare il corso degli eventi previsti.
Nel libro la storia di piccoli grandi uomini riesce, con delicata maestria a congiungersi alla Storia di un intero popolo: i personaggi di Albino, la moglie, i suoi figli, il Cavallaro, hanno umanità, spessore psicologico e suscitano interesse nel lettore.
Il romanzo scorre fluidamente nella delicata e sensibile rappresentazione di tante storie quanti sono i personaggi presentati. In questo senso anche la lunga scansione temporale che abbraccia il racconto della casa - come l'alternarsi del presente prossimo al passato lontano - divengono un punto di forza di fronte all'inarrestabilità degli eventi in fieri e di quelli passati.

Nunzio Guerzoni, 42 anni, residente a Concordia, lavora come libero professionista nel settore commerciale dell'informatica e da sempre coltiva la passione per la scrittura. Ha scritto oltre 100 componimenti, tra poesie, filastrocche e racconti. Nel 2001 ha pubblicato una raccolta di poesie intitolata "Noi siamo come le nuvole". Due anni fa ha cominciato a scrivere il romanzo che ha intitolato "La grande casa gialla". Ha scritto questa storia di sera e nel tempo libero, provandone sensazioni fortissime: brividi, emozioni, paure dei personaggi che ha rappresentato nella sua storia. Quando il romanzo è stato terminato ha trovato subito una casa editrice interessata a pubblicarlo. Ha già cominciato un altro romanzo che conta di concludere nel 2007.

 

 
 
 

Centri Storici su "La grande casa gialla"

Post n°22 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

"Centri Storici" di Novembre; pg 25.

 

La grande casa gialla
Il primo romanzo di Nunzio Guerzoni




Una vita che sta pian piano perdendo i suoi pezzi. la perdita del lavoro, una professione nuova e improbabile (interpretare attraverso sofisticati software il canto degli uccelli) che forse garantirà entrate sufficienti a sopravvivere, una famiglia destinata a sciogliersi assieme alle difficoltà.
Paul Hutton è al giro di boa di un'esistenza che pare indirizzata verso un futuro fatto di buio e incertezza.
Poi una lettera dall'Italia. Poche parole, inaspettate, in grado di cambiare tutto.
"Gentile Signor Hutton Paul, il sottoscritto notaio Facciardi, le comunica che è divenuto erede della proprietà sita a San Possidonio (Modena), in Italia. Il nostro ufficio è a sua completa disposizione per tutti i ragguagli del caso".
Pochi giorni per decidere. O forse pochi secondi. Passare da una megalopoli come New York a un paesino come San Possidonio è un passo radicale e violento, ma ad attendere Paul c'è una grande vecchia casa, gialla, disabitata. La casa che ha ospitato la madre italiana. E la sua famiglia. Una casa che ha più di 100 anni ed ha vissuto tante storie e tanti personaggi. Drammi, lacrime, gioie, momenti straordinari o semplicemente ordinari.
Le vicende dei suoi nuovi amici, legati a un tempo che non esiste più, diventano lentamente la sua storia, e il presente si mescola con passato e getta le basi per un futuro diverso, ancora denso di incertezze ma non così nebuloso.
Un'opera ricca di sensibilità, scritta con partecipazione da un narratore che riesce a mettere assieme le emozioni filtrandole con uno sguardo dolce verso le piccole cose.
Il romanzo è disponibile in questi giorni nelle librerie della zona.
Col Natale che si avvicina, un libro delicato e sentito come quello di Guerzoni può essere un ottimo regalo.

Nunzio Guerzoni, concordiese, libero professionista nel settore informatico, già autore, qualche anno fa di un'apprezzata raccolta di poesie ("Noi siamo come le nuvole"), parla di ricordi, sentimenti e affetti. Mescola passato e presente, lacrime e sorrisi, piccole storie e vicende universali.


Francesca Fughelli

 
 
 

Data Collection su "La grande casa gialla"

Post n°21 pubblicato il 17 Marzo 2010 da deinoteralibri

Testo integrale dell'articolo su "La grande casa gialla" di Nunzio Guerzoni riportato dalla rivista
"Data Collection" di Novembre; pg 24.
Non solo tecnologia:


Le recensioni di DataCollection

 

 

Area Manager Emilia Pluriservice, Nunzio Guerzoni non vive di solo barcode. Lo dimostra con la pubblicazione di un romanzo, "La grande casa gialla", che corona la sua passione per la scrittura e la poesia, sempre seguita e coltivata fin dall'adolescenza, in aggiunta e in parallelo, all'attività lavorativa.
Questo interesse in più, però, come dimostra la lettura del libro, si intreccia in modo indissolubile con la vita vera dell'autore: perché se le conoscenze informatiche accumulate in anni di lavoro hanno un ruolo piuttosto forte nelle vicende del libro, è anche vero che l'interesse sincero e autentico per l'Uomo, come dice lui stesso, è per lui un fondamento che sta alla base di tutto, dei rapporti lavorativi, delle operazioni di vendita, delle scelte personali, insomma della vita stessa. Una filosofia di fondo che l'autore certamente condivide con la propria azienda, Pluriservice, che da sempre si distingue per un'attenzione del tutto particolare al lato umano delle cose.
Il libro è bello e merita di essere ordinato in libreria, comprato, letto e soprattutto gustato. Troverete una trama avvincente che non permette di posarlo prima della fine, la descrizione di un mondo che non c'è più, ma che è doveroso ricordare, e come scenario, una terra madre e buona che, si capisce, è oggetto di un amore tutto suo.

 
 
 
 
 

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