Sbarre invisibili

Noi del mondo di sotto

Sono passati ormai quasi undici anni...Cristo, se ci penso...Undici lunghi, interminabili anni che si sono srotolati come una sorta di filo invisibile ma tenace, senza la capacità o la volontà di rompersi o dissolversi. Undici anni in carcere.

E' un buon posto per riflettere, per pensare, dove il tempo scorre in maniera molto differente da dove vivete voi, del MONDODISOPRA.E' un tempo che a volte ti schiaffeggia, a volte ti guarda indifferente che al limite nemmeno si ricorda lui chi sei.

Siamo noi quelli del MONDODISOTTO eppure è un mondo al quale non apparteniamo, noi non siamo gli inquilini coatti, noi non dobbiamo pagare un debito con la giustizia, noi non abbiamo infranto nessun codice eppure ogni giorno l'alto cancello che varchiamo si richiude inesorabile alle nostre spalle e il tempo anche per noi scorre senza alcun rumore al di quà di queste sbarre.

Per noi il silenzio del MONDODISOPRA è un rumore sordo, continuo, senza fine, come quello del vecchio condizionatore Daikin o di qualche voce sommessa nei lunghi corridoi.

Nessuno si è mai accorto di noi, solo quando si parlò di indulto, qualcuno si accorse del MONDODISOTTO. Li ho sentiti tutti parlare, dai politici ai giornalisti, tutti. E allora abbiamo cominciato ad esistere. Poi più nulla e siamo ritornati nell'ombra insieme a quelle altre ombre, quelle che quà ci devono stare per forza, i condannati, gli internati, i detenuti. Con quale altro nome vogliamo chiamarli?

Di solito quando entro quà (e sono undici anni) li chiamo per nome, ormai li ho imparati a memoria e per ognuno a memoria ho imparato la sequenza delle terapie. E ho imparato a convivere con loro, a capire i loro drammi, ho ascoltato le loro sconfitte che piano piano scalfivano la pelle dura su cui si infilavano come uncini. Sono tanti mondi rinchiusi in questo mondo che stà sotto al vostro mondo che è anche il mio.

Ma io mi trovo in quella zona franca dove si stà un pò di quà e un po di là e alla fine non si sà più bene dove si è. Ma si sà con certezza estrema che la libertà è il bene più prezioso, più elevato che si possiede.

Dovendo credere agli esperti o superesperti che per più di tre mesi si sono accalcati sui quotidiani per spiegare il carcere, questo sarebbe un luogo di detenzione, di espiazione per alcuni; per altri un luogo dove apprendere per redimersi, per tornare a una vita sociale "degna".

E' un buon posto per riflettere ma è un altro mondo dove si DEVE VIVERE per poter capire, dove mille definizioni non basteranno mai per poterlo comprendere. Parlare di carcere dal MONDODISOPRA è facile, comodo e molto poco rischioso.

Noi condividiamo molte ore della nostra vita con questi ragazzi e io dico che ci hanno dato, che questo posto ci ha dato un'opportunità irripetibile, sì certo anche di disagio, anche di inadeguatezza a volte. Ma quà nel nostro mondo, la vera natura della professione d'aiuto esce allo scoperto, senza ipocrisia o doppie facce. O sei o non sei. Questo mondo non ti consente di cammuffarti perchè questo mondo  ha occhi aperti su quello che sei veramente e non puoi fare finta, non puoi recitare.

Sono un'infermiera, una delle tante, in questo luogo del nulla, dove il "qualcosa" è molto, dove un sorriso così come un tenue cenno di comprensione è tutto e dove portare la professionalità e la conoscenza sono più fondamentali del dispensare le pillole dell'annebbiamento.

Per oggi basta...Ho la terapia delle 16 e devo ancora preparare il laboratorio dentistico.

Buona notte dal mondo di sotto.