Der Steppenwolf

Pelagio D'Afro - I ciccioni esplosivi


 "Infatti, mentre Iaccarino parlava di cinesi ed elefanti, Luisa non ascoltava le sue parole, ma ripensava a quelle del Salvatore: Non crediate che io sia venuto a portare pacesulla Terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada; chi non è con me è contro di me. La Parola di Dio non ammette interpretazioni: i nemici del Cristo vanno combattuti." Pelagio D'Afro è uno pseudonimo dietro il quale si nascondono vari autori, in questo caso quattro scrittori, Alessandro Papini, Arturo Fabra, Giuseppe D'Emilio,  Roberto Fogliardi. La scrittura collettiva per quanto interessante rischia a volte di risultare di non facile presa sul lettore.Il genere grottesco, può risultare spiritoso, ma a volta manca il bersaglio, perché non sempre l'immagine di ritorno che fornisce a una valenza universale e a volte può risultare forzata. In questo caso ci troviamo di fronte a un poliziesco-grottesco dall'incerto risultato.La storia è ambientata ad  Ancona (qui chiamata Gomitona), patria dei tre autori ispiratori di Pelagio D'Afro Gabriele Falcioni, Roberto Fogliardi  Alessandro Papini. ""Ora prendo fiato e riparto."Oreste Rolo amava quella frase. Gli piaceva l'effetto balsamico che aveva sulla coscienza, specialmente in momenti come questo, in cui, ansimante e rosso in faccia, se ne stava appoggiato a un albero. Amava quella frase perché il jogging era la pratica più esecrabile mai concepita dalla mente umana, e per due quintali di ciccia come lui (tutta carne magra nella sua gelatina soleva ripetere sua madre) ogni trucchetto per guadagnare tempo era buono." In questa città, coprotagonista del romanzo,  si prende vita una  vicenda dalle tinte giallo-nere che parte dalla morte esplosiva e inspiegabile di individui in sovrappeso,  coinvolgendo gli ambienti delle palestre, il terrorismo internazionale e una multinazionale di prodotti per l'alimentazione dietetica..A indagare intorno all'intreccio convulso dei sospetti delle ipotesi e degli errori, un piccolo ufficio di polizia i cui strenui baluardi sono una suadente vicequestore e un ispettore meridionale. ""Uhmaronna...""Per favore!" ringhiò il vicequestore aggiunto Luisa Pellegrini.L'ispettore capo Dante Iaccarino, una delle vecchie colonne della Mobile di Gomitona, lanciò un'occhiata in tralice al suo superiore e replicò, con lieve cadenza partenopea: "Dottoressa, con rispetto parlando, la mia non è una bestemmia, è solo un'invocazione alla Santa Madre..."" La "commissaria" e l'ispettore Iaccarino,  dovranno vedersela anche con dei testimoni oculari in età da pensionamento: Alessio, Filippo e Giacinto, tre vecchi polemici e petulanti che saranno costretti a utilizzare tutte le loro - ahimè, limitate - capacità per scagionare Simona, la nipote di Alessio, sospettata dalla Digos locale di essere a capo di una cellula di "cicciodinamitardi".Sulla trama principale si intrecciano altre strane storie, tre soggetti di origine araba che vanno in giro sparacchiando e accoltellando; Un governatore (probabile presidente) ex attore, probabile nonché proprietario di una multinazionale del fitness. "E quella sera, improvvisamente, eccola là: l'e-mail di risposta. Aprì l'allegato e lo lesse velocemente; esultò alzando un pugno al cielo e stampò le dodici pagine di relazione. Ora ne aveva la prova: HFY aveva fatto inserire negli integratori alimentari degli alcaloidi in dosi tali da ingenerare dipendenza, assicurandosi clienti a vita. Lo stesso meccanismo delle multinazionali delle sigarette, ulteriormente potenziato.Uno spacciatore di fitness. Un bastardo." La storia è carina e ben strutturata, ben tracciati i personaggi, nell'insieme ... carino, già purtroppo resta solo carino.La qualità della scrittura spesso sembra piatta (forse a causa della scrittura plurima) non ha impennate e colori particolari. Si punta sulle assonanze dei nomi per suscitare l'ilarità ma a me sembra che non funzioni, o non funziona con me! Alcune parti sembrano affrettate. non lo sconsiglio, ma neanche lo consiglio! "Entrava in quel luogo sacro solo dopo essersi lavato, sbarbato e vestito di tutto punto, memore di quanto Machiavelli aveva scritto all'amico Vettori quando, lontano da Firenze, era costretto a occuparsi di meschini problemi quotidiani nella sua residenza di campagna:Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio s crittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro."