Der Steppenwolf

José Saramago - La caverna


    "L'espressione verbale umana non sa, e probabilmente non lo saprà mai, conoscere, riconoscere e comunicare tutto quanto è umanamente sperimentabile e sensibile." "Il male non è avere un'illusione, il male è illudersi," Forse uno dei miei preferiti, placido tranquillo che sembra un lago immoto, lento, ma avvincente come pochi e forse come pochi sempre attuale, o forse sarà che ho la stessa età del protagonista e benché ami questo grandissimo autore per il suo modo di usare le parole, in questo caso, oltre l'uso della parola, mi hanno colpito i temi toccati e come sono stati affrontati, la consistenza della verità, la difficolta di parlare ed esternare, seppur alle persone care, cosa ci sconquassa il cuore, la vita in quanto illusione, la bellezza di avere qualcuno vicino e la forza che se ne riceve. "Ciò che non voglio è ciò che non posso, ciò che non posso è ciò che non voglio." Saramago rilegge il mito di Platone mai attuale come nell'era moderna e contemporanea.La storia vede il nostro protagonista, un vasaio, artigiano che deve misurarsi con il "progresso", con la società che avanza e decide quale che sia la realtà. Antieroe per eccellenza nella sua qualità di persona al margine della società e che rischia di essere fagocitato dalla modernità e al tempo stesso eroe che si ribella contra la verità imposta, il nostro vasaio con la figlia e il genero sono risucchiati nel gorgo del "centro" gigantesca costruzione che domina la città e che nella sua continua crescita modifica la fisionomia della città stessa, simbolo della caverna che definisce cosa è reale e cosa no, non dando assolutamente peso e importanza alle persone in quanto esseri pensanti ma determinandone le scelte il concetto di realtà. "Com'è difficile separarsi da quello che abbiamo fatto, sia esso cosa o sogno, anche quando lo abbiamo già distrutto con le nostre stesse mani. " Quando il libro è stato scritto, forse "il grande fratello"  che stabiliva cosa fosse vero e cosa no, era sicuramente la televisione, infatti per affermare quanto una cosa fosse vera si diceva "l'ha detto la televisione", internet che avrebbe dovuto invece premiare la  pluralità ci ha portato ancora più giù, e la verità non esiste se non quella globalizzata, imposta dal mercato e dai pochi detentori dei mezzi di comunicazione di massa. Siamo in un epoca in cui le ombre sono davvero la realtà e nessun vasaio apre gli occhi e abbandona il centro, per una vita nuova. "le aspettative fanno più che annullare semplicemente le sorprese, attenuano le emozioni, le banalizzano, tutto ciò che si desiderava o si temeva era già stato vissuto mentre lo si è desiderato o temuto." Libro davvero e sempre più attuale, lento ma mai noioso, pieno di speculazioni che lo rendono profondo come tutte le opere di questo grande scrittore, che riesce ad essere fluido ed avvincente anche quando sembra che non succeda niente, mentre tutto è sempre in movimento, tutto cresce tutto si trasforma.Saramago ha la capacità di dare animo e pensieri anche alle cose inanimate e non solo a persone e animali, e ci lascia con un visione di speranza per un futuro incerto, da cercare, ma sicuramente migliore in quanto scelto liberamente. "non meritiamo il pane che mangiamo," "Fortunatamente ci sono i libri. Possiamo dimenticarli su uno scaffale o in un baule, lasciarli in preda alla polvere e ai tarli, abbandonarli nel buio delle cantine, possiamo non posarvi lo sguardo per anni e anni, ma a loro non importa, aspettano tranquillamente, chiusi su se stessi perché nulla di ciò che contengono si perda, il momento che arriva sempre, quel giorno in cui ci domandiamo, Dove sarà quel libro che insegnava a cuocere la creta, e il libro, finalmente convocato, compare."