Der Steppenwolf

Yu Hua - Cronache di un venditore di sangue


  "Figlio mio... non hai mai venduto il sangue e sostieni di avere una buona salute? Mi stai prendendo in giro." Avevo già letto Brothers di Yu hua, e come in quel caso anche questo libro si sviluppa in un ampio arco di tempo e le vicende dei protagonisti vedono come sottofondo la storia della Cina, dalla comune popolare al Grande balzo in avanti, dal triennio della grande carestia alla Rivoluzione culturale, fino ai giorni nostri. "Nell'arco di cinque anni Xu Yulan partorì tre figli; Xu Sanguan li chiamò Felice Uno, Felice Due, Felice Tre." Storia che chiaramente influisce e determina la vita del nostro protagonista, operaio in una fabbrica di seta, ma che viene da un paese rurale dove è tradizione vendere il proprio sangue (perché vendere il sangue è il modo più facile per guadagnare e avere soldi per vivere) Solo che il sangue a differenza del sudore è qualcosa di più profondo, legato alla famiglia e agli avi, per cui lo si può vendere solo per ragioni vitale, e così il nostro protagonista ricorrerà a questa pratica ogni qual volta nella sua vita occorreranno fatti peculiari."Sai, è la forza che vendiamo. Voi gente di città lo chiamate sangue, ma noi contadini la chiamiamo forza. Ci sono due tipi di forza, una viene dal sangue, l'altra dalla carne, e quella del sangue vale più soldi di quella della carne." È difficile parlare di un libro che ci racconta di una cultura così lontana dalla nostra e pure mentre lo leggi pensi che in fondo forse non siamo così diversi, che forse e solo una questione di tempi più che di luoghi. Sembra impossibile che la gente potesse credere a cosa come il fatto che bere acqua aumenti il sangue anche se lo diluisce o cio che raccontano sulla frattura del cranio, ma se ci fermiamo un attimo forse dovremmo ricrederci pensando all'ingenuità e alla credulità che poteva esserci nelle nostre campagne 100-150 anni fa. "Le situazioni si risolvono quando uno è sotto pressione. Solo quando uno si sente senza via d'uscita, trova la soluzione. Prima, o non la vedi, o se la vedi non sai se metterla in atto." Certo il nostre autore forse su alcuni aspetti calca la mano, e la ripetitività delle storie a volte sembra esagerata, ma anche in questo caso forse se si ripensa alla vita dei piccoli paesi rurali ci si accorge che certe cose succedono dappertutto!Il nostro protagonista vuol sembrare un duro, ma in realtà è davvero buono e tenero, e la sorte glie ne renderà merito. "Da quando è scoppiata, oggi ho finalmente incominciato un pò a capire cos'è la Rivoluzione culturale. In sostanza, si tratta di un periodo di vendette private." Incontriamo molti personaggi marginali che ci raccontano di gente semplice, forse un po' impicciona, ancora non era stata inventata la parola privacy, ma umana, si, una caratteristica che al giorno d'oggi si trova solo nei libri, e che ci fa rimpiangere tempi che probabilmente non abbiamo conosciuto ma che immaginiamo improntati alla fratellanza al reciproco soccorso, al riconoscersi l'uno nell'altro, anche se spesso percorsa da facili liti e bisticci, sicuramente più pregnanti di umanità di quanta se ne trovi ai giorni nostri!  "Cosa teme di più una donna al mondo? Di restare vedova, di non riuscire ad andare avanti una volta rimasta sola. Non solo i soldi diminuiscono, ma la gente tratta male i figli rimasti orfani di padre. E nei periodi di tempesta non si ha una spalla su cui appoggiarsi."