Der Steppenwolf

Donatella Di Pietrantonio - L'Arminuta


  "Ero troppo giovane e sospinta dalla corrente per vedere il fiume in cui mi trovavo gettata." Wow!! Più volte ero stato tentato di leggere questo libro da più parti consigliatomi, ma chissà perché temporeggiavo. Immaginavo che mi sarebbe piaciuto, come mi piaceva la copertina, dalla quale una ragazza mi fissava, mi guardava dentro, mi metteva all'angolo, non mi lasciava vie di fuga."La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure." Forse avevo paura delle emozione che avrai trovato nascoste tra le sue righe, forse non mi sentivo preparato per un dolore che ci circonda ma che spesso cerchiamo di non vedere.Ma mi sono fatto forza e ho lasciato i miei occhi vagare per quelle pagine. Sin dalla prima pagina ti cattura, una storia coinvolgente, drammatica, ma anche piena di speranza. Una storia di solitudine e di unione, una storia sulla fragilità del mondo che ci circonda e sulla caducità delle nostre certezze, anche quelle che non crederemmo mai possano infrangersi in una realtà cruda fredda e senza pietà."Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza." Ma ci parla anche di una forza insospettata che ci alimenta, della capacità di creare legami che ci tengano a galla mentre sentiamo di affogare, di mani cui aggrapparsi quando il terreno viene a mancarci sotto i piedi."Non hai colpa se dici la verità. È la verità che è sbagliata. " Un libro pieno di emozioni forti, di sentimenti vivi, ricco di povertà e di ignoranza e di paura ma anche di solidarietà, un libro ricco e che arricchisce, sicuramente da leggere."Mi sono vergognata al suo posto e ho cominciato a uccidere la nostalgia."Ma non è questo che mi ha colpito di più.Non è la storia che comunque merita ad avere l'onore dei titoli di testa, ma la scrittura!Sono davvero felice di averlo letto e sicuramente cercherò altri libri di quest'autrice, perché usa le parole in un modo fantastico."Stringendo un poco le palpebre l'ho presa prigioniera tra le ciglia." Un testo crudo, un linguaggio essenziale, una scrittura scarna, fredda ma incisiva, senza nulla concedere a dolore e pietismo, povero come i protagonisti, e a volte violento, un modo di scrivere che graffia! Ma nel quale brillano forme inusitate che donano uno splendore e una ricchezza nuova, che lascia stupefatti."- Ma la tua mamma qual è? - mi ha domandato scoraggiata.- Ne ho due. Una è tua madre."Forse solo del grande Saramago finora ho detto queste cose. Oltre al testo più del testo in questo libro ci sono parole accostate in modo da formare metafore e immagini  inimmaginabili."L'ultimo quarto di luna si è affacciato alla finestra aperta e l'ha attraversata. Sono rimaste le stelle strascico e la minima fortuna di avere il cielo sgombro di case"Si questa è la vera forza di questo libro, l'uso delle parole e la capacità di accoppiarle per farci vedere quadri che non avevamo mai visto e che ci colpiscono con la forza di uno tsunami, impossibile restare indifferenti, impossibile non fermarsi un attimo ad assaporare tutte le immagine e gli aromi che da esse scaturiscono, inebrianti. È come scoprire un vino che non pensavamo potesse esistere!  "Nel tempo ho perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. E' un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure."