Der Steppenwolf

Dean Ray Koontz - Il Cattivo fratello


  "Spesso, tuttavia, ciò che andava fatto non aveva bisogno di parole, perché molte volte, nel nostro viaggio, ci sentiamo abbandonati e abbiamo bisogno, solo bisogno di non sentirci soli." A volte è davvero difficile recensire un libro, specialmente quando il giudizio non è uniforme e anzi sembra essere internamente contraddittorio, come succede con questo libro.Questo romanzo è composto da 800 pagine, cose che di per se non lo rende appetibile per tutti, e queste pagine non sembrano sempre scritte dallo stesso autore.Già, a volte sembrano esserci delle variazioni di stile o di registro.Cominciando a leggere avevo avuto l'impressione che fosse troppo sdolcinato, gentile, grazioso, e la cosa mi lasciava perplesso e quasi mi induceva a lasciar perdere.  Ma non è durato molto, lo scritto è diventato più scorrevole ma la contempo più avvincente, anche se a tratti continuava a presentare una qualità manchevole, inadeguata  davvero incredibile, e non si sa se attribuire la cosa all'autore o ad un pessimo traduttore: "si sentì così accaldato per la rabbia che cominciò a sudare e fu costretto a togliersi un paio di boxer."  Quanti boxer si indossano?Ma c'è di peggio: "Non voleva diventare perfetto ma, allo stesso tempo, anche anonimo." Che cosa vorrà dire?Poi a volte ci sono delle metafore che per quanto ricercate fanno cadere le braccia: "La nave della notte galleggiava sulla città e gettava reti di buio, raccogliendo milioni di luci simili a pesci fosforescenti." Questo per parlare della scrittura.La trama, anche parlare della trama non è facile, perché anche in questo caso non c'è uniformità. Ci sono punti in cui ci anticipa molto di quanto succederà e punti in cui cerca di lasciarci con il fiato sospeso in attesa di rivelarci quanto sta per succedere, cercando l'effetto  "thriller"! "La nave della notte galleggiava sulla città e gettava reti di buio, raccogliendo milioni di luci simili a pesci fosforescenti." Ma a dispetto di tutto ciò, a me che amo il fantasy e il realismo magico il libro è piaciuto, anche se il tentativo di spiegare paranormale con la scienza (o fantascienza)  della teoria quantistica mi è sembrato un po' eccessivo, ma ci sta.La storia è avvincente, e si sviluppa bene, anche se le forze "del bene" sono nettamente preponderanti (praticamente quasi tutti i personaggi) rispetto a quelle del male (solo uno), e spesso i nostri protagonisti strabordano sino ad essere inverosimili, e non parlo di quelli con caratteristiche soprannaturali. "Era pronto a sopportare le cattiverie che la natura gli avesse eventualmente presentato nella vita, ma non poteva accettare di leggere la delusione negli occhi di sua sorella." Quindi forse non per tutti, almeno non per quelli che non amano la l'interferenza del magico nel quotidiano, ma per chi è disposto a credere che ci possa essere più di quanto i nostri occhi vedano, è un romanzo da leggere, che vi terrà incollati alle pagine da cui distoglierete gli occhi solo alla parola fine ... che forse poteva essere scritta tre o quattro pagine prima!