Der Steppenwolf

Durian Sukegawa - Le ricette della signora Toku


  "Sono convinta che ogni cosa in questo mondo abbia il dono della parola. Secondo me si può prestare ascolto a tutto, ai passanti sulla strada, ovviamente, ma anche a tutti gli esseri viventi, e persino ai raggi del sole e al vento." Non è mai facile "afferrare" il messaggio che un autore ci vuol trasmettere, e lo è ancora di più quando la cultura da cui esso proviene e molto dissimile dalla nostra.I giapponesi hanno un modo di vivere e di pensare cha a volte ci viene difficile da capire, ma è anche vero che i problemi e gli ostacoli che la vita ci pone avanti sono ovunque gli stessi, o riportabili alle stesse tematiche.Il perché esistiamo e come affrontare la vita forse è una delle domande che l'uomo si pone da più tempo.In questo libro Sukegawa ci dice qual è la sua risposta.Mi avevano consigliato questo libro parlandomene molto bene e riportandomi una frase del testo, che poi è la stessa che si ritrova in altre recensioni"Si tratta di osservare bene l'aspetto degli azuki. Di aprirsi a ciò che hanno da dirci. Significa, per esempio, immaginare i giorni di pioggia e i giorni di sole che hanno vissuto. Ascoltare la storia del loro viaggio, dei venti che li hanno portati fino a noi."  Che dovrebbe illuminarci sulla profondità di questo romanzo, e lì per lì la cosa mi aveva molto colpito, ma una volta letto il libro mi sono reso conto che forse quella frase per molti aspetti ha ben poco a che vedere con la vera essenza di questo romanzo.Il nostro protagonista e narratore è Sentarō, un uomo ancora giovane ma che ha gestito male la sua vita e che ora si trova a lavorare in un negozio di dolci per ripagare un debito, e già questo è un fatto strano, perché se il romanzo non fosse ambientato in Giappone probabilmente il debito di Sentarō, non esisterebbe!Ma il romanzo ha un secondo e più importante protagonista, La signora Toku, una dolcissima vecchina, che pur di lavorare lo farebbe gratuitamente, e che viene assunta da Sentarō, al quale la vicinanza e la r frequentazione di della signora Toku cambia la vita, o meglio cambia l'approccio alla vita! "Ma chi si era accanito su quella vita sbocciata appena quattordici anni prima... A quel punto Sentarō si sentí soffocare. Sí, colui che le sussurrava senza sosta: «Avresti fatto meglio a non nascere»... Colui che aveva condotto i giochi... era Dio." La signora Toku è reduce da una malattia estremamente invalidante, il morbo di Hansen, e quanto scopriamo a proposito della sua vita e di quale fosse l'approccio del Giappone a questa malattia è davvero scioccante, forse la parte più dura e commovente del romanzo, si veniva segregati in una struttura dalla quale non si sarebbe più usciti per il resto della propria esistenza, e dove non poteva entrare nessuno, neanche la polizia o i vigili del fuoco, e se ci lamentava troppo "ti spedivano nella cella d'isolamento di Kusatsu non ne uscivi vivo.", davvero raccapricciante.Quindi sembrerebbe che attraverso il nuovo approccio alla preparazione dei dolci si trovi la soluzione alle problematiche esistenziali, ma in realtà la risposta alle domanda c'è la dà la sig. Moriyama amica della Touke che ci dice "Diventare come dei poeti era l'unico modo di vivere [..] A guardare la realtà così com'era, veniva voglia di morire ". Un libro ricco di poesia, che ci parla di storie dolorose senza mai cadere nel melenso ma anzi dandoci spesso conforto al dolore, ricco di sentimento senza sentimentalismi, l'unico neo forse  alla fine quando l'autore cerca di ridirci come vivere. "Anche se ci sforziamo di vivere in maniera irreprensibile può succedere comunque che l'incomprensione della società ci annienti." Il libro scritto con un linguaggio semplice e fluido riesce a catturare da subito l'attenzione del lettore che ne resta avvinto è ha difficolta a staccarsi dalla lettura. Il racconto è magnetico si potrebbe leggere senza fermarsi e fermarsi è quasi un problema anche se si è costretti a farlo per mangiare o per dormire! "Sono sicura che tutti, non solo le vittime del morbo di Hansen, prima o poi si chiedano se la loro vita abbia un senso. E la risposta è che... la vita ha un senso, oggi lo so per certo. Tutto ciò non risolve i problemi che incontriamo nel cammino, per cui ogni tanto abbiamo l'impressione che la vita sia solo una trafila di sofferenze."