Der Steppenwolf

Andres Neuman - Il viaggiatore del secolo


"Questo, intervenne Sophie, si vede spesso ultimamente, i romanzi moderni sono come uno specchio, bene, ma se gli specchi fossimo noi? intendo dire, e se noi lettori fossimo il riflesso dello stile di vita dei fatti narrati nei romanzi?"  Che dire, non so se recensire il libro o l'autore!Già perché probabilmente il romanzo non è altro che una vetrina molto illuminata, forse troppo illuminata in cui si pavoneggia il nostro autore. "Lo vide passare con il suo berretto perturbatore, la sua finanziera volgare, il suo fazzoletto annodato male, camminando con quel suo passo irritante a metà tra il distratto e il provocatorio, in parte trasandato e in parte dosato, un po' come quella sua chioma lunga, come se, pur abbandonandosi al proprio capriccio, fosse consapevole di essere osservato." Stranamente cosciente del suo ruolo, si descrive nelle vesti del protagonista, sicuramente meno vanesio dell'autore! Peccato, avrebbe anche potuto essere un bel romanzo, con delle belle trovate e degli strani colpi di scena.Ma il buon Andreas ha voluto strafare. .Innanzitutto l'idea di base che sarebbe quella di scrivere oggi un romanzo con lo stile dell'ottocento ci sta', anche se poi cade nell'uso di espressioni che sicuramente non sarebbero comparse in un romanzo dell'epoca.Nelle recensioni sembra che si leggerà un romanzo del paradosso, che parla di una cittadina che non è possibile localizzare perche cambia le sue coordinate, nella quale le strade cambiano locazione e da cui è impossibile andar via, solo fumo negli occhi, accenni forvianti e che nulla danno al racconto. "ogni poesia possiede un elemento non trasmissibile, un suono peculiare, una forma e connotazioni esatte, impossibili da adattare a un'altra lingua negli stessi termini di perfezione."  Il romanzo per buona parte, forse i tre quarti, è costituito da "chiacchiere"  che si svolgono in un salotto in cui si parla di politica, di teatro, di poesia, di filosofia, ma che in realtà servono solo all'autore per far sfoggio del suo presunto sapere e che appesantisce il romanzo rendendolo piuttosto noioso (più d'una volta si ha la tentazione di mollarlo). Ma nel romanzo per dritto o per storto c'è di tutto (sesso, droga e rock and roll!) e per non farsi mancare niente ci ha messo anche qualche considerazione socio politica sul lavoro, sulle classi, sui rapporti di genere, senza trascurare l'aspetto poliziesco, semplicemente ridicolo!Volendo pavoneggiarsi troppo a fatto una ben misera figura! "chi crede che il posto dov'è nato sia la sua patria, soffre. Chi crede che qualsiasi posto potrebbe essere la sua patria, soffre meno. E chi sa che nessun posto sarà mai la sua patria, è invulnerabile." Ma non è tutto da disprezzare, magari se fosse la metà potrebbe anche essere affascinante.Infatti il libro anche se noioso per le chiacchiere è ben scritto e si fa leggere abbastanza facilmente, con delle trovate davvero geniali e l'evoluzione della storia e dei personaggi è davvero molto interessante.  Peccato che percentualmente si tratti di ben poca cosa, e che si perde nel mare di chiacchiere tese a mostrare quanto è bravo e colto il nostro autore. Se un giorno dovesse riuscire a controllare il proprio narcisismo, (che è anche logico che ci sia, ma che va sicuramente contenuto) potrebbe scrivere davvero bei romanzi! "Molto affetto l'un per l'altro abbiam sentito, eppur ci siamo bene sopportati. Giocammo spesso a far «moglie e marito», eppure non ci siamo malmenati. Abbiamo insieme scherzato e gioito, e ci siamo baciati e accarezzati. Con gioia fanciullesca abbiam  persino in boschi e prati fatto a rimpiattino, e alfin sapemmo così ben celarci che non ci fu più dato di trovarci." Probabilmente un libro che potrebbe essere interessante leggere nei gruppi di lettura in quanto pieno di spunti che potrebbero dare il via a discussioni anche interessanti. "perché viaggi tanto? Be', rispose Hans, perché non posso vivere diversamente. Credo che se sai dove stai andando e cosa farai, la cosa più probabile che accada è che alla fine non saprai più chi sei." Per concludere non so lo consiglierei, o lo sconsiglierei, è dura arrivare alla fine, ma quando sta per finire diventa davvero interessante! "Quanto più lavoravano insieme tanto più si rendevano conto delle similitudini tra l'amore e la traduzione, capire una persona e interpretare un testo, recitare una poesia in una lingua diversa e dare voce al sentire dell'altro. Tutte e due le missioni erano felici ma incomplete: restavano sempre dei dubbi, parole da cambiare, sfumature incomprese".