Der Steppenwolf

Franco Di Mare - Barnaba il mago


 "Credo quia absurdum" Franco Di Mare è sempre una garanzia!Ha il dono della scrittura, e quindi può scrivere qualsiasi cosa, il risultato sarà sempre bello e buono! In questo casi ritorniamo a Bauci (paesino dell'Appennino meridionale inventato dall'autore per ambientarvi le sue storie, ma che ricalca la struttura e la vita di moltissimi paesini simili), dove incontriamo personaggi già conosciuti in "Il caffè dei miracoli" (che consiglierei comunque di leggere, forse il più divertente di questi di Bauci), inoltre ogni tanto troviamo anche qualche riferimento a fatti ivi raccontati. "«"Si può essere più furbo di un altro, ma non più furbo di tutti gli altri"" Come dicevo Di Mare sa scrivere e riesce facilmente a rendere interessante e avvincente ciò che racconta, in questo caso l'arrivo in paese di un "Mago" che vi apre uno studio, il romanzo quindi vola via in un attimo, purtroppo, lasciandoci con un sorriso sulle labra e tanti pensieri nella testa, già perché benché i suoi romanzi sembrino scanzonati gli spunti di riflessioni e le osservazione sui nostri modi di vivere, sulle nostre abitudini, sui nostri vizi, che se vogliamo riusciamo anche ad ignorare ma che comunque lavorano in fondo al nostro cervelletto! "'A scopa nova è bona solo pe' tre juorne." Come è sua abitudine l'autore si diverte a regalarci motti e proverbi, gocce di saggezza prese dalle fonti più disparate, dalla nostra cultura contadina fino alla saggezza dei classici greci e dei latini! "l'uccello ciarliero non costruirà mai il suo nido»" In questo romanzo l'autore si confronta con un tema fondamentale della nostra esistenza, la fede. "«Significa che chi crede lo fa perché possiede il dono della fede, non perché ha capito» [...]se questa cosa vale per i misteri che si manifestano intorno all'opera di Dio, allo stesso modo dovrebbe valere per quei fenomeni che non riusciamo a spiegare con l'uso della ragione ma che non c'entrano con i miracoli che compie nostro Signore" .Davvero un bel libro! "Di più direi, ma di men dir bisogna."