Der Steppenwolf

Mariapia Veladiano - La vita accanto


 "Io sono brutta. Proprio brutta.Non sono storpia, per cui non faccio nemmeno pietà" Così si presenta Rebecca, la protagonista del nostro romanzo, talmente brutta (non orrida, non orripilante, brutta) che l'infermiera che la vede nascere la porta via di fretta, la famiglia la isola e la nasconde, a scuola è ostracizzata ed addirittura si fanno riunioni dei genitori per allontanarla.E per quanto la nostra fantasia possa galoppare non riusciamo proprio a immaginare quanto possa essere brutta, la cosa sa di irreale o di surreale, evitata addirittura dalla propria famiglia! "Si può uscire dalla propria vita e restare vivi?" Anche perché ci sono persone che la accettano come la tata Maddalena o la piccola amica Lucilla, probabilmente il personaggio più vero e simpatico dell'intera storia, forse insieme alla vecchia signora De Lellis. Per un po' anche una zia molto ambigua e che non riusciamo mai a definire.Ma tutti i personaggi che incontriamo sono sopra le righe, un romanzo di "freak", che si scopriranno solo nelle ultime pagine, dove finalmente vedremo che tutta questa bruttezza infondo sarebbe stata risolvibile con qualche piccolo intervento di chirurgia e che alcuni degli atteggiamenti che ci avevano lasciati perplessi sono da attribuire a fatti diversa dalla bruttezza di Rebecca, e forse ancora più incredibili, una piccola bugia di un marito che porta all'isolamento e al suicidio una donna, davvero inverosimile! "Non ho tesi su Dio, non so se esiste oppure no. Né se sia buono o invece onnipotente. Di sicuro se c'è in alcuni momenti è disperatamente distratto." Ma la nostra autrice ci prova, cosi come ci racconta di qualcosa di terribile successo in terza media alla nostra protagonista per poi scoprire che in fondo non era così terribile o almeno meno terribile di quanto non sia il comportamento di un padre inimmaginabile. La narrazione ha un che di sensazionalistico, come da giornaletto di gossip, dietro al quel poi non c'è la notizia, anche se tutto il resto potrebbe essere notizia. Forse anche troppo!Lo definirei irritante per le troppe vicende inverosimili che si realizzano intorno alla storia principale, che per altro non c'è, e che non si definiscono mai chiaramente, come la maggior parte dei personaggi, mai perfettamente espressi e spesso più che ambigui. "Improvvisamente penso che abbiamo la vita che ci meritiamo ma non so perché." Nell'insieme l'essere inverosimile fa si che non ci si cali nella storia, che a onor del vero è anche ben narrata con una prosa semplice e affascinante con belle descrizioni degli ambiti cittadini, e quindi questo distacco fa si che si resti fuori, che si guardi al tutto con occhio distaccato e disincantato, scettico e propenso a vedere il tutto come una strana favola cattiva piuttosto che come un romanzo.Chissà perché è stato premiato? "Pezzetti di cielo mi cascano addosso e mi tagliano tutta."