Der Steppenwolf

Jen Beagin - Facciamo che ero morta


 "La solitudine la puoi sentire nel corpo,"A volte il giudizio su un romanzo è correlato al suo protagonista, alla nostra capacità di identificarci con esso o con aspetti della sua vita, cosa che in questo caso non è facile.Un romanzo che si sviluppa in ambienti abbastanza lontani dal nostro quotidiano, e che non sempre è facile da immaginare."- Sei la tua conversazione, - disse Nigel rivolto al soffitto. - Come, scusa? Nigel la guardò. - Sei ciò di cui parli." La nostra scrittrice ci racconta di Mona, disadattata sin da piccola,  che per mantenersi fa le pulizie domestiche, (esperienza che l'autrice ha veramente vissuto) mentre è iscritta all'università ad un corso di fotografia, e distribuisce "aghi" a tossici.In questa situazione incontra Werner che lei soprannomina Mister Laido, per la scarsa igiene che lo contraddistingue, , benché lui abbia 20 anni più di lei si lascia coinvolgere in una relazione. Ma è una storia destinata a finire male e lei si trasferisce ma comunque le persone che continua a incontrare sono sempre particolari, forse perché è lei ad essere "diversa"."Un mese dopo, la rabbia si dissolse di colpo lasciando nuovamente spazio al desiderio. C'era mancato poco che lui la ammazzasse e per giunta le aveva detto che somigliava a un pesce, ok, ma chi non commette errori? Lei ormai non ci dava più peso."E così seguiamo  Mona in questo viaggio "dannato", mentre il tempo passa e lei fa le pulizie creando legami a volte invisibili con i suoi clienti e venendo a sapere un po' per volta della sua infanzia e del rapporto che aveva con il padre  con cui giocava a fare l'annegata con il padre che fungeva da salvatore."Il gioco se lo ricordava, ma non l'aveva mai pensato in quei termini. Lo chiamava «Facciamo che ero morta» e ci giocava più per lui che per se stessa, per offrirgli l'opportunità di mostrarsi nella sua luce migliore."Il romanzo sembra leggero quasi spensierato e l'ironia, l'apparente umorismo il senso di leggerezza ci ingannano e non ci a volte ci distraggono impedendoci di cogliere fino in fondo il dramma che si dipana sotto i nostri occhi, il dolore è occultato dalla ricerca del se, della propria via, della soluzione alle domande esistenziali, la dove anche la morte può essere una soluzione, fino a quando Betty, una veggente che lei non prende seriamente, le dice che le resta un anno di vita."se le persone fossero costrette a buttare i loro problemi nella spazzatura, il giorno dopo si presenterebbero tutte alla discarica e si metterebbero a frugare in mezzo al sudiciume pur di recuperarli."In conclusione, un grande esordio, un romanzo toccante e disturbante, in cui spesso ci creerà  un nodo allo stomaco, che sembra leggero, solo per la bravura della scrittrice, la dove leggero non è, e che ci lascerà con un vago senso di felicità, sicuramente da leggere!"Tatuati in semplici caratteri da macchina da scrivere, c'erano i nomi CATHY & DANNY. - Chi sono? - chiese Mona stupefatta. - I tuoi cani? - I miei genitori. - Sono morti? - No, - rispose lui alzando gli occhi al cielo. - È solo che gli voglio bene."