Der Steppenwolf

Jonathan Carroll - Ossi di luna


 "Le mie esperienze a letto mi fanno pensare a un film di cui parlano tutti. Si va al cinema carichi di aspettative, ma poi all'uscita, strizzando gli occhi abbagliati dalla luce improvvisa, ci si scopre stanchi e confusi, increduli che quel film abbia sollevato tanto scalpore." Questo è il terzo libro di Carroll che leggo, e se non fosse stato per le ultime pagine avrei detto che era una grande delusione.Già, il libro sembra diviso in due parti, quella che ci racconta di Cullen, questa bellissima donna innamoratissima del fantastico marito e del loro dolcissimo e inverosimile rapporto, parte che trabocca miele ad ogni riga, forse un po' troppo melenso. (ma questa donna bellissima e innamoratissima accetta un giubbotto di pelle di Armani da un suo corteggiatore, ma, mi chiedo dove comincia il tradimento, solo se si va a letto si tradisce?) "Più una donna è affascinante, più un uomo si sente insicuro»." Cullen prima di mettersi con Danny ha avuto un'altra storia, è rimasta incinta e ha abortito, questo fatto, o il pentimento in merito all'aborto, pare determini l'altra parte del romanzo, che è un sogno in cui Cullen  è accompagnata dal figlio che non ha mai messo al mondo. Anche questa parte non riesce ad essere avvincente, totalmente onirica, si svolge in un paese dove le regole sono solo quelle del sogno (ammesso che in sogno vi possano essere regole) e abitato da personaggi incredibili, sembra quasi che Carroll metta alla prova la sua sfrenata fantasia. "Essere amati può essere spaventosamente terrificante." Certo nei sogni a volte si ritrovano aspetti del reale e del quotidiano della nostra protagonista, come ci si aspetterebbe da manuale. "Sigmund Freud si sarebbe annoiato a morte dopo dieci secondi con te." Forse alla fine si ritrova in minima parte l'autore che tanto mi ha affascinato, ma ben poca cosa, e quindi posso elogiare questo romanzo come ho fatto con gli altri. Spero vada meglio con il prossimo.Chissà se Carroll possiede un Bull terrier, su tre libri è la seconda volta che compare questo cane, e incredibile ma vero, il paese dei sogni ... "Il paese delle pazze risate, lo chiamerei io." Per quanto riguarda la prosa, è sempre molto fluida, e facile, si fa leggere senza grande impegno,  e si potrebbe restare li tranquillamente incollati al libro se non fosse per i contenuti  della parte onirica, che alla fine stancano perché il loro senso non è facile da seguire o per essere più precisi, forse il senso e troppo debole e le invenzioni troppo grandi. "I guai sanno sempre come prenderti alla sprovvista." Nell'insieme un libro mediocre, estivo, leggero più rosa che thriller e sicuramente non magico o quasi. "Non capisco la gente che gongola all'idea che un proprio antenato fosse un duca o un conte. Non significa altro che un tempo qualcuno ha commesso un crimine orribile in cambio del quale un mostruoso re sifilitico gli ha conferito quel titolo come ricompensa."