Der Steppenwolf

Tito Faraci - La vita in generale


   "attento a quello che vuoi, perché potresti ottenerlo." Ecco un altro libro che si potrebbe definire "estivo", "da ombrellone".Un romanzo leggero, anche se sembra voler affrontare tematiche difficili e presentarci mondi dolorosi. Buona parte del romanzo è infatti ambientato tra i clochard, i nostri senzatetto, in una Milano il cui l'aspetto alternativo e dato dagli industriali troppo presi dal denaro per vedere qualsiasi altra cosa. Due mondi diametralmente opposti messi in rotta di collisione e connessi dal protagonista, Mario Castelli, detto "Generale" ex industriale di primo piano, tradito e finito a fare il barbone. Chiedeva con la mano, ma non con gli occhi. Negli occhi, se li aveste guardati (ma non lo avete fatto), avreste letto soltanto disillusione e disprezzo.  Quindi anche se superficialmente ci vengono presentati questi due ambienti e qualche squarcio di Milano, ma senza mai approfondire realmente, senza sentirsi  mai completamente immerso negli odori che dovremmo percepire, e anche questo mondo di confine, che dovrebbe emanare dolore e puzza, ci sembra accogliente, fatto di persone  che ci piacerebbe avere come amici. "Un brutto sogno, che non racconterà a nessuno. Perché dei sogni degli altri non interessa nulla a nessuno, appunto. Né dei sogni né, tanto meno, degli incubi." È una favola, un romanzo romantico dei giorni nostri, con i buoni, buoni e i cattivi, cattivi, senza commistioni, senza dubbi, dove vige la legge della strada, ma che possiamo comprendere e accettare, ma che possiamo anche immaginare lontana mille miglia dalla realtà. "Nessuna battaglia può essere vinta senza dolore," Naturalmente i sentimenti che muovono i nostri personaggi non possono che essere l'amicizia, vera o falsa che sia, l'amore, la lealtà. il tradimento. In un caleidoscopio in cui nulla veramente ci sorprende, dove i colpi di scena  sono quasi sempre scontati, anzi a volte si è portati a immaginarsene qualcuno che non arriva. Sono risalito con le mie forze, senza affidarmi a speranza e paura: due puttane che ti fottono sempre, come diceva Spinoza... Ma il libro sembra la sceneggiatura di un fumetto, e la scrittura veloce prende e conquista, magari, forse a volte si esagera con qualche aggettivo, ma nell'insieme è davvero estremamente piacevole, tanto da non rendersi conto del tempo che passa. "Rita è sempre cosciente della propria ineluttabile bellezza", è un piccolo dolore" Le emozioni che provoca sono quasi sempre piacevoli, anche la dove non dovrebbe essere così, perché si intuisce, si immagina che ci sarà una rivalsa, una resa dei conti che rimetterà le cose in ordine. "Generale! Generale!" Di nuovo quella voce. Non era la fine dell'incubo, quindi, ma l'inizio della realtà. E dalla realtà non ti puoi svegliare. Forse potrebbe sembrare un po' per ragazzi, più per la scorrevolezza e per la superficialità che per i contenuti o la scrittura, ma preferisco vederlo come una piacevole e avvincente lettura estiva! un gruppo di ragazzi, seduti a un tavolo, che ostentano sorrisi annoiati. Hanno barbe accuratamente trascurate. Portano magliette di cui solo loro capiscono il senso. Giovani, idioti. Alla loro età, Repetti era già in corsa. Ma lui l'ha davvero avuta, la loro età? È mai stato giovane?