Der Steppenwolf

Loreta Minutilli - Elena di Sparta


 "Mai avrei pensato, nel giudicare una donna o una bambina, che altre qualità in lei potessero essere importanti, oltre alla forma del suo mento e alla larghezza della sua fronte. D'altra parte, nessuno aveva mai dato mostra di trovarne altre in me a parte quelle che concernevano il mio aspetto fisico." Libro di esordio davvero interessante.Elena, mitica bellezza, si racconta e ci racconta cosa vuol dire essere donna e cosa vuol dire essere belle, la donna più bella del mondo.E mentre ci racconta della sua esistenza ci fa porre domande che molti forse non vorrebbero porsi. È davvero una fortuna nascere  belle?  Tanto belle da credere di essere in parte divini? Elena prova a darci una risposta.E così ci troviamo d'avanti ad un testo dove i dialoghi sono davvero rari, e per la maggior parte leggiamo ciò che lei pensa, ci racconta della sua vita e delle sue ambizioni, ci fa partecipi delle riflessioni che affollano la sua mente e del dolore straziante che l'accompagna alla ricerca di una realizzazione del se, di un se diverso da ciò che gli altri vedono; ci narra dei suoi rapporti voluti o meno, ci mostra una donna moderna, inaspettatamente moderna, femminista, intelligente e che vorrebbe decidere della propria esistenza, in un mondo in cui le donne non hanno voce in capitolo. "Quando ripenso a quella notte e all'ira di Ecuba che si riversò su di me, mi piace credere di avere dato il mio piccolo contributo perché una donna, un giorno, possa prendere strambe decisioni riguardo al suo corpo e portarle a compimento senza che nessuno si possa intromettere." Elena viene cresciuta nel mito della bellezza, suo malgrado, l'unico orizzonte cui può guardare è quello essere la più bella. Non può scegliere, è un dato di fatto, è una scelta fatta sulle sue spalle, e sin da bambina le costerà. Pagherà per questa sua bellezza. Invidierà la sorella, Clitennestra, libera da questa schiavitù e da queste catene. "Trattenni in gola un'altra risata amara. In fondo, era giusto che la donna più bella del mondo, nell'immaginario dei maschi, fosse lasciva. A cosa mai poteva servire la mia bellezza se non ero pronta a farla godere a tutti coloro che me lo avessero chiesto?" Suscitare il desiderio in ogni uomo che ci guarda può essere una condanna, e la si sconta, tanto che ancora ragazza Elena viene violentata da Teseo, evento che le darà  una visione di ciò che potrà essere la sua vita. "Con gli uomini che seguirono ritrovai la stessa violenza. Il dolore è passato, ma il disgusto è rimasto lo stesso di quella prima volta. Lacerazione, paura, sudore, gola arsa, lenzuola appiccicose, fetore, alito caldo, confusione. Non ho mai, invece, provato vergogna. Mai. Perché avrei dovuto? A vergognarsi dovevano essere loro, tutti i Teseo i cui volti, oggi, si affastellano nella mia memoria." È anche vero che a saperla usare, la bellezza può essere un'arma, e anche potente, ma le armi sono tutte pericolose. Inoltre usare un'arma implica una conoscenza, un uso non solo della mano ma di un'intelligenza da sviluppare all'uopo e che non sempre, poi,  viene riconosciuta in chi è bella.  "Però riflettevo il più possibile, sperando che così facendo avrei imparato a essere intelligente proprio come stavo imparando a essere bella." Ma Elena si trova così costretta a sviluppare questo pensiero, che le permetta di essere qualcosa di diversa da una semplice bambola, ruolo per il quale non si sente portata, e così impara a osservare e a riflettere, e a vivere, ma il pensare e spesso fonte di dolore, ci fa notare la nostra condizione, ci fa avvertire le catene che ci legano e ci impediscono di realizzarci.Così la voglia di vivere di vedere, di sentirsi una persona libera di scegliere, di essere vista nella propria pienezza, la porta a una scelta difficile, lasciare Menelao su cui ormai riesce ad esercitare un sottile potere, ma di cui vivrà sempre nell'ombra e seguire Paride, che non le piace, ma che le parla di un paese dove le donne sono libere, e dove spera quindi di poter mostrare se stessa! "Ma come posso essere contenta se non ho ancora trovato la pace?" Elena e sfortunata, perché comunque non avrà credito, perché comunque non sarà ben accettata nella terra che doveva permetterle di sentirsi libera e di esercitare le sue capacità. E invece torna ad essere vista e considerata solo per la sua bellezza, e questa volta con sdegno in quanto portatrice di guerra. Anche se già tutti volevano questa guerra e ben altri erano i motivi per cui scatenarla!Elena sente di continuare a non esistere come persona, di continuare ad essere solo un oggetto del desiderio. "Mi insegnò a riconoscere le persone intelligenti. «Sono perlopiù quelle che stanno zitte», mi disse."  E anche quando ritorna in patria, le cose non cambiano, anche se ricca di esperienza come pochi ai suoi tempi, non è nessuno. Non esiste, semplicemente perché nessuno la ascolta, e senza raccontarsi non si è.Siamo solo se riusciamo a raccontarci. "«Racconta, allora», mi disse. E io incominciai."