Der Steppenwolf

James Hannaham - Ultima fermata Delicious


  James Hannaham - Ultima fermata Delicious"Dio chiede tre cose ai suoi figli: fare il meglio che si può, dove si è, con quello che si ha al momento." Wow! Un vero pugno nello stomaco. Toglie il fiato.Era tanto che non mi imbattevo in un romanzo tanto duro. Un po' me lo aspettavo, avevo letto che si trattava di:"Storia feroce di uno sfruttamento, ritratto intimo di una madre e di un figlio, commedia grottesca di tagliente ironia, Ultima fermata Delicious è tutto questo insieme. La prosa potente e spregiudicata di Hannaham, unita alla scelta di portare in scena la voce narrante del crack, dona grazia e humour ai suoi personaggi. "Quindi, si mi aspettavo un romanzo feroce cattivo, forse grottesca, ma stemperata da grazie e humor, e invece e solo duro, ma talmente duro da far star male.Si è vero che qui il crack diventa un personaggio parlante, e che vuol essere anche ironico, ma in realtà fa ancora più male. "Voi esseri umani siete schiavi del tempo, e per questo avete tutti bisogno di me, perché proprio come Darlene avete bisogno di tempo per smetterla di proiettarvi nel futuro o di restare legati al passato." Potremmo dire che la storia è quella di una madre e di un figlio, ma forse ddovremmo specificare anche che si tratta di neri che vivono in Luisiana. "In Louisiana un negro poteva trovare con più facilità un igloo che giustizia." Darlene la nostra protagonista è una donna piacevole, e che difficilmente riesce a dirsi di no, un carattere debole, che la porta a "rubare" il ragazzo ad una amica. Questo è l'ibnizio di una caduta che non ha più fine, è il Karma? è la punizione divina? è il caso?Darlene e Nat sono costretti a lasciare l'università e a trasferirsi perché tutti intorno a loro fanno pesare ciò che hanno fatto.Cominciano a ricostruirsi una vita, Nat si impegna in politica per i diritti dei sui pari, ma la paga cara, troppo cara, viene ucciso e non avrà giustizia. "Nessun bianco della città ammise di aver visto nulla di sospetto. Nessun bianco avrebbe accettato la parola di un nero." Darlene resta sola con un bimbo di sei anni Eddie, è talmente distrutta dal dolore, dalla mancanza di volontà, dalla incapacità di vedersi e di vedere intorno a lei, che si lascia andare sempre più fin quando non incontra Scotty, nome con cui si rivolge al crack, droga che finisce di perderla! "Ciao, Darlene, ho detto, e il mio fumo le è entrato nei polmoni per la prima volta, all'inizio gentile come una stretta di mano, poi le mie belle dita di fumo si sono infilate nel suo respiro e l'hanno afferrato, proprio dove il respiro di Nat aveva trascorso tutto quel tempo. Sono molto felice di conoscerti. Con un paio di botte l'avevo fatta sentire sicura per la prima volta da anni, addirittura serena." E comincia una vita da tossica, dove non c'è più spazio per niente e per nessuno.E la spirale in cui si lascia cadere la porterà sempre più giù, senza che ne abbia coscienza, o ignorandola, quando si presenta abbandonerà ogni altro interesse se non la voglia/necessità di drogarsi, e non avendo più risorse comincia a vendersi e a rubare, pur di avere di che comprare la dose che le serve a dimenticare il mondo.Un abisso sempre più profondo si chiude su di lei finche non finisce tra le grinfie di gente senza scrupoli che promettendole il "paradiso" la rapisce per portarla a lavorare all'"inferno". Si è accorta che stava facendo una cosa ridicola - non si potevano accusare di niente delle scarpe, le scarpe non hanno volontà. Ma le scarpe non possono rispondere, sono impotenti, e sugli impotenti si sfoga sempre la maggior parte della rabbia. Inferno che ha il nome di Delicious, "azienda agricola", ma in realtà una trappola per topi, da cui è impossibile fuggire e dove ci si trova sempre più invischiati, maltrattati, disperati, ma dove comunque è concesso drogarsi, per cui tutto passa in second'ordine.Eddie nel frattempo a compiuto undici anni e si mette alla ricerca di una madre  che anche se non era mai presente, era pur sempre la madre.Il bambino si avventura nella vita notturna di Huston, incontra le donne di strada a cui chiede notizie di Darlene, finche non si imbatte in Tuck, barbone alcolizzato che sa che fine a fatto la madre del ragazzo, e benché immagini quanto sia pericoloso si lascia trascinare all'inferno, per non lasciare solo il ragazzo! "Eddie si aggrappava ai suoi jeans ruvidi e puzzolenti e piangeva, perché aveva trovato sua madre, perché l'aveva trovata così, in una condizione che le impediva di essere davvero sua madre." I successivi sei anni saranno allucinanti, incredibili, eppure Darlene non riesce a trovare la forza di tentare una fuga, troppo stordita dalla droga non riesce a vedere la realtà, continua a raccontarsi storie che le facciano accettare la vita che fa, se vita si può chiamare. "Come con TT, le persone hanno cominciato a sbucare fra gli alberi per vedere cosa stava succedendo, perché avevano sentito qualcuno gridare e avevano capito che c'era un pestaggio in corso. Anche Darlene l'ha capito e per un attimo si è chiesta da dove venivano tutte quelle urla. Si è detta: Qualcuno lo faccia tacere, ma poi ha capito che quelle urla uscivano dalla sua bocca." Eddie riesce a fuggire, ma a quale costo! E nonostante questo la madre preferisce restare all'inferno!Fino a quando non realizzerà che non sta vivendo e deciderà di dare una svolta lla sua esistenza. "Non capita spesso che una madre guardi il figlio e ne riceva una lezione, e questo ha scatenato un nuovo tornado di vergogna in Darlene." La prosa è dura, tagliente, spigolosa, adeguata alla storia che racconta e concede poco alla retorica e al piacere ma non mancano metafore degne di nota. "e non vede niente neanche lì, per cui è come se scopasse con il nulla, o con il cielo notturno, come se Sirius fosse una stella e lei l'oscurità che lo sorregge." Un romanzo che stordisce, che ci mostra quello che non vorremmo vedere e che generalmente cerchiamo di ignorare, ma che immaginiamo esistere da qualche altra parte!Non facile da leggere, o forse facile ma no per tutti. Il dolore è tanto che può far male! Ho anche smesso di fumare, cosa che ho trovato quasi più difficile che disintossicarmi dal crack.