Der Steppenwolf

Genki Kawamura - Se i gatti scomparissero dal mondo


 "«Per ottenere qualcosa, bisogna sacrificarne un'altra»." Quando mi imbatto in un libro che reca la parola gatto nel titolo, sono sempre attratto e in genere finisco con il leggerlo, se poi è anche scritto da un giapponese, meglio ancora.Devo anche dire che spesso non mi va bene, è più facile che resti deluso e non che sia contento. "- Una cosa è conoscere il sentiero giusto, un'altra è imboccarlo. È una citazione da Matrix." Ma non posso farci niente, è così, un retaggio da cui non posso liberarmi, anche perché non voglio liberamene.Quindi ovviamente mi sono dato alla lettura di questo romanzo, in realtà immaginando qualcosa di faceto, o quanto meno un libro che si proponesse come tale, il titolo mi sembrava assolutamente poco serio e tendenzialmente spiritoso. "Al crepuscolo dei suoi giorni, Chaplin aveva pronunciato una frase: «Non sarò stato in grado di lasciare capolavori, ma almeno ho fatto ridere la gente. Niente male, no?»" Grande è stata dunque  la mia meraviglia nell'affrontare questo testo che a conti fatti è risultato piuttosto triste, abbastanza commovente  e incredibilmente  profondo riuscendo al contempo a mantenersi sereno e leggero, come spesso accade nella letteratura del sol levante che affronta temi come la morte con il sorriso sulle labbra. "Ero convinto di avere in memoria numeri di amici e conoscenti con i quali condividevo qualcosa, invece in quel frangente mi sono reso conto di avere solo un'interminabile lista di perfetti estranei. Nessuno, tra loro, valeva la mia ultima telefonata." Il nostro protagonista scopre di avere un tumore che gli lascia poco da vivere, ma si presenta il diavolo con una proposta la sua vita si allungherà di un giorno se lui farà sparire qualcosa dalla terra!Telefoni, film, cosa è davvero necessario alla nostra vita? "In appena vent'anni i cellulari erano diventati dei veri «mai piú senza», prendendo il pieno controllo del genere umano. Creandoli abbiamo creato la scomodità del non averli." Quel che gli succede lui lo racconta in una lettera che scriverà alla persona a lui più vicina, anche se è da tanto che non ci parla! «Ci rendiamo conto che qualcosa era importante solo dopo averla perduta». Così apprendiamo di quanto gli succede negli ultimi sette giorni, ma lo seguiamo anche nelle sue elucubrazioni, o mentre rivive momenti del suo passato, lasciando che la nostalgia lo copra e al contempo copra anche noi che lo stiamo seguendo.Raccontandoci quanto certi momenti diventi rilevanti e quanto all'improvviso ci si renda conto della propria esistenza. "- Ci vediamo domani. Erano state le sue ultime parole, al momento di salutarci. Mi capita ancora di ripensare al piccolo sorriso sulle sue labbra mentre le pronunciava. Col tempo era andato a depositarsi nel profondo del mio animo, trasformandosi in una ferita che mostrava il suo volto nei giorni piú bui. A ben pensarci, il mio animo era pieno di ferite piccole come quella. La gente le chiama rimpianti." Certo il tono non è mai davvero nostalgico o piagnucoloso, si mantiene sereno, dolce, forse con poche note di rimpianto, anche quando ci parla di momenti strazianti.Ma anche detta così corro il rischio di darvi un'impressione di questo romanzo, piuttosto deprimente, ma deprimente non lo è mai, forse anche perché fa scivolare le cose lascia che ci scorrano addosso senza inzupparci, ma dandoci comunque modo di pensarci. "Ero felice? Ero infelice? Non sapevo dirlo neanch'io. Una cosa però la sapevo. Le persone possono scegliere di essere felici o essere infelici. Dipende dalla prospettiva con cui osservano le cose." E i gatti? I gatti ci sono, in special modo uno, Cavolo, il gatto del nostro protagonista, che ci accompagna e ci dona qualche pillola di saggezza sul mondo e sui gatti. "chi vive in compagnia di un gatto sa che non sono gli esseri umani a occuparsi dei gatti, sono i gatti che ci concedono il favore di stargli accanto!»" Anche se, ad essere sinceri, qualcuna delle affermazione di Cavolo condivisa dal nostro protagonista ci lascia perplessi. "Sono comunque fiori, non era sufficiente chiamarli tutti «fiori»? Come dargli torto." La prosa è decisamente adeguata, facile, scorrevole senza graffiature e senza grosse impennate ci accompagna dolcemente fino alla fine del romanzo senza grosse difficolta e senza stancarci mai. "Un istante dopo mi sono ricordato di una battuta sentita in una vecchia pellicola: «Molte persone a questo mondo venderebbero l'anima al diavolo. Il problema è che non c'è alcun diavolo disposto a comprarla»." Lo consigliere a chi non a problemi con le lacrime che pur si versano a tratti abbondantemente! "Una piccola magia. Ricordalo sempre, se un giorno dovessi sentirti triste ti sarà sufficiente costruire un bel sorriso e chiudere gli occhi. Funziona sempre!"